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Mottastics – Quando un intero Stadio diventa il “dodicesimo”

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Bologna Fc 1909

 

 

 

I numeri (e le considerazioni) ai tempi di Thiago Motta  

Il percorso agonistico che Thiago Motta ha impresso nel DNA della sua squadra,  non ha portato solo punti e bel gioco, ma anche cumuli di aspettative dei tifosi che sono andati via via aumentando sui gradoni del Dall’Ara, avvolgendo i giocatori di un affetto che ne ha spesso esaltato le caratteristiche, portando vittorie con una frequenza  come da tempo non si vedeva. 

 
E nello storytelling di questa stagione, il momento, da raccontare, più basso di questo cammino lo abbiamo toccato con la partita contro l’Empoli, la prima del Mister italo-brasiliano sulla nostra panchina: ai 12.576, la quota abbonati, che già in estate avevano giurato eterno amore ai nostri colori, qualunque fosse stata la loro sorte, si erano uniti circa 3000 appassionati, speranzosi di vedere, nel nuovo allenatore, l’inizio di un nuovo cammino: fu sconfitta, vero, ma da lì iniziò a brillare la scintilla, il principio del cambiamento. 
Ebbene  i 15.670 complessivi presenti a quel match, non erano neanche lontani parenti (numericamente parlando) di quei 25.189, che avevano riempito l’Arena di via Andrea Costa, nell’aprile della stagione 18/19, dove quella partita, la terz’ultima in casa e vinta dai rossoblù per 3 a 1, era stata uno dei capolavori tattici di SInisa Mihajlovic, che regalò, in quella stagione, una salvezza insperata, dopo aver preso il Bologna 18esimo (e quindi retrocedendo) e averlo portato al 10° posto.
 Quella stagione, lo sottolineiamo, ebbe una media spettatori in casa, a fine campionato, di 21.237 presenze, con un picco  il 24 febbraio 2019, quando al Dall’Ara scese la Juventus, capace di “radunare” 28.934 tifosi. La partita di cui sopra dell’Empoli, in questa “improvvisata” classifica presenze della stagione 2018/19, si accomoda sul gradino più basso del podio di quella , dopo Juve e Inter, segnalando come era stato più il momento storico che il blasone degli azzurri del Presidente Corsi, ad attrarre quel gran numero di supporters.
Tornando ai giorni nostri, la media presenze odierna in casa  è di 20.922, a sole 300 unità da quella 2018/19, ma avendo ampiamente battuto alcune precedenti stagioni (come quella 2021/22 che si fermò ad una media di 14.790, o quella 2019/20, con 15.774).
I numeri fra le mura amiche di questa stagione, a parità di offerte per determinate categorie di tifosi (famiglie e universitari, le prime che ci vengono in mente), seguono le vicende virtuose dell’11 di casa, che hanno visto crescere e di  molto le presenze casalinghe (partendo da quella contro il Lecce del 23 ottobre, con 24.206, e quella con il Torino, 23.158), fino ad arrivare a quella con l’Inter, che al momento è sul gradino più alto del podio di questo campionato fra le mura amiche:  28.317.
Ma la stagione attuale ha in serbo quattro importanti cartucce da sparare, quattro big match in sequenza: Milan (già previsti oltre 25mila presenze, ad una settimana dall’evento), Juve, Roma e Napoli, partite che dovrebbero alzare (e non di poco), la media già molto buono fin qui raggiunta.
E la riflessione arriva da sola: una squadra che gioca bene e produce punti è una squadra che aumenta il suo seguito,  in casa e fuori. Già “fuori”: al Gewiss Stadium, la casa dell’Atalanta, sono previsti oltre 1000 tifosi, per una trasferta che porterà dolci ricordi al nostro Giovanni Sartori.
E l’ultimo messaggio lo inviamo proprio al Responsabile dell’Area Tecnica: giugno e il mercato sono in arrivo. Sarebbe importante convincere il Presidente che questo mercato possa essere di “completamento” e non di parziale smantellamento: quei numeri di cui sopra sarebbero destinati a salire e non di poco, rendendo tutti, Presidente incluso, felici e contenti.

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