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Napoli-Bologna, Marino Bartoletti: “Umiliante per i rossoblù essere tra le ultime tre del campionato, stiano attenti gli azzurri a non sottovalutare il Bologna”

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Seconda parte di intervista a Marino Bartoletti (qui potete trovare la prima parte), dove viene trattata la situazione del Napoli a poche ore dalla sfida contro i rossoblù.

Il Napoli viene da un duro stop, subito contro l’Inter nel recupero, e vorrà vincere a tutti i costi per chiudere al meglio il 2018. Quali potrebbero essere le chiavi della partita, tenendo conto delle assenze di Koulibaly, Hamsik e Insigne?

“Prima mi hai chiesto chi potrebbe servire al Bologna, la risposta potrebbe essere “metà della panchina del Napoli”. Sinceramente mi stupirei se il Bologna facesse bottino a Napoli, tanto più in un momento in cui i partenopei sono particolarmente arrabbiati per quanto successo. A loro mancherà Insigne, che peraltro probabilmente non avrebbe giocato, e mancherà Koulibaly, che ha sempre giocato e al quale sarebbe stato concesso probabilmente un turno di riposo. Il problema è che Ancelotti, al contrario del suo predecessore, si è accorto di avere una panchina che probabilmente vale come tutto l’organico del Bologna. Basterebbero, come detto in precedenza, i panchinari del Napoli per ridare fiato e speranza ai rossoblù, e certamente qualcuno non sarebbe stato nemmeno così inaccessibile, ferme restando le potenzialità economiche dell’una e dell’altra squadra”.

Un esempio potrebbe essere Rog?

“Dubito che lo cederanno ma, visto che attualmente non è tanto contento del suo impiego, uno come lui non farebbe male ai rossoblù. Bisogna vedere cosa vorrà fare il Bologna da grande e credo lo scopriremo già a gennaio”.

Nonostante gli accadimenti degli ultimi giorni, che clima si respira a Napoli?

“Sai qual è il problema? Che il Napoli considera questa, giustamente, una partita facile, perché andrà a giocare contro una delle tre squadre che attualmente sarebbero retrocesse e si muoverà di conseguenza. Questa potrebbe essere l’unica cosa in grado di tradire i partenopei, però questo deve far riflettere: il Bologna non può essere considerata una squadra facile e già retrocessa, è umiliante. Se pensiamo che ci sono stati anni in cui il Napoli, per essere considerato squadra da scudetto, dovette attingere al bacino dei centravanti del Bologna con l’acquisto di Savoldi… Adesso quale giocatore dei rossoblù potrebbe interessare al Napoli?”.

Proprio in questi giorni, sei anni fa, il Bologna di Gabbiadini & Co. espugnò per ben due volte il San Paolo nel giro di una settimana, facendo così riemergere ricordi agrodolci nelle menti dei tifosi.

“Speriamo che dopo le feste di Natale arrivi la Pasqua di resurrezione, ma a gennaio, altrimenti potrebbe essere troppo tardi”.

La Juventus dista solo 9 punti dal Napoli, una piccola distanza che appare però incolmabile. Cosa manca ai partenopei per raggiungerla?

“Questo è un campionato accademico, basti vedere le partite della Juventus: vince o addirittura pareggia con rabbia, guadagnando in classifica anche in partite che sembrano compromesse. Il Napoli, invece, ha l’acceleratore spinto al massimo, ma ha una cilindrata diversa. Secondo me ai partenopei manca l’autostima: sicuramente il Napoli è frustrato dal fatto che i bianconeri abbiano grandi potenzialità e che le esercitino. Ma è accaduta più di trent’anni fa una situazione simile: la Juventus schierava la formazione che aveva vinto la Coppa del Mondo, con l’aggiunta di Boniek e Platini, al che qualcuno a Napoli disse: anziché lamentarci, perché non compriamo Maradona? Lì cambiò la storia, non solo del Napoli, ma anche del calcio italiano: l’Inter fece lo stesso ragionamento con i tedeschi, mentre il Milan con gli olandesi, rimescolando così i valori del campionato. Forse, al di là del gap inevitabile della parte economica, la fantasia, la creatività e il coraggio hanno sicuramente fatto qualcosa”.

Anche in Italia abbiamo adottato il “Boxing Day”, iniziativa voluta per portare le famiglie e il clima delle feste allo stadio. Una giornata che, anziché essere motivo di aggregazione e di festa, è stata funestata dai cori razzisti rivolti a Koulibaly, oltre che dalla morte di Daniele Belardinelli, tifoso interista.

“Sono due cose separate: non credo sia colpa del Natale, anche se dovrebbe indurci a essere più buoni. Pensavamo che fosse un esperimento lontano dalle nostre abitudini, la verità è che dall’Inghilterra dovremmo copiare altre cose, soprattutto sul piano della sicurezza e dell’educazione civica applicate allo sport, che non siano soltanto le date del campionato”.

Ancelotti a fine gara ha dichiarato che, se accadranno nuovamente episodi di razzismo nei confronti di giocatori del Napoli, saranno loro a fermarsi, anche a costo di perdere la partita.

“Sarebbe ora”.

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