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Non mentire Joe…

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Stasera, su Canale 5, va in onda la prima puntata di “Non mentire”. Mi rendo conto che, detta così, sembra una notizia tratta dalla rubrica “Chi se ne frega”, però vi prego di avere pazienza. La fiction del Biscione, infatti, pare che si basi sulla teoria che ogni fatto può essere “diverso” a seconda dell’interpretazione di ciascuno dei protagonisti. Io, stamattina, ho letto su Stadio l’intervista a Joe Tacopina. E mi è venuto in mente “Non mentire”.

Perché voi – intendo voi tifosi – avete un’idea del simpatico Joe molto diversa da quella che abbiamo noi – intendo noi giornalisti – o almeno che ho io. Adesso ve la racconto, la mia. Ho conosciuto Joe Tacopina una decina d’anni fa. Cazzola aveva riportato il Bologna in Serie A e poi l’aveva messo in vendita. Mi arriva un messaggio dall’ufficio stampa rossoblù: “Oggi pomeriggio, conferenza stampa del nuovo presidente del Bologna Football Club”. Assieme a questo, mi arriva pure una telefonata da Matteo Dotto, caposervizio di SportMediaset, che mi chiede di andare a Casteldebole e realizzare un servizio per StudioSport. È il mio mestiere, ci mancherebbe. Prima di imboccare la tangenziale, vado a googolare Tacopina: è un avvocato italo-americano, ha lavorato nell’ufficio del procuratore distrettuale a New York e poi si è messo in proprio. Nessun legame con il soccer a stelle e strisce, mi colpisce l’accenno a quando – avvocato in carriera – era portaborse di Bruce Cutler, difensore del boss John Gotti e alquanto chiacchierato per i suoi legami troppo stretti con la famiglia Gambino. L’aria, a Casteldebole, è frizzante, c’è fermento per l’arrivo degli Americani, neanche fossimo tornati al 1945.

Inizia la conferenza stampa: Joe è simpatico, disponibile, ammiccante. Per capirci qualcosa, uno di noi gli chiede non già chi componga la sua “cordata”, che tanto non l’avrebbe mai rivelato, ma se il Bologna è il primo investimento in Italia di questi signori. Joe sorride e dice che no, il Gruppo ha già operato sul territorio italiano acquistando un ristorante (giuro!) nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Sbalordimento generale, ma in fondo chi siamo noi giornalisti per discutere le strategie finanziarie di signori che frequentano Wall Street? Si passa oltre. Un collega – poteva essere Nando Pellerano, così ci capiamo – lo incalza con la domanda alla quale pure un bambino risponde volentieri: “Chi è il campione di calcio che hai ammirato maggiormente?”. Poteva rispondere Pelé, che negli Stati Uniti aveva chiuso la carriera, poteva rispondere Maradona, “bloccato” per doping dall’infermiera sui campi di Usa 94, poteva addirittura stupirci dicendo Roberto Baggio, invece rimase in silenzio. Giuro: in quei lunghi secondi che precedettero il provvidenziale intervento del capo della comunicazione rossoblù, Carlo Caliceti, Joe sorrise, magari si scaccolò pure (è solo un modo di dire…), ma non aprì bocca. A Stefano Biondi e Claudio Beneforti, i colleghi anziani (come me…) che mi stavano ai lati, confidai di sentirmi sul set dei Soprano. Tornammo tutti nelle rispettive redazioni e lui tornò nella Grande Mela, perché i soldi promessi non c’erano e quel volpone di Cazzola riuscì pure – se non ricordo male – a tenere per sé la caparra.

Passano tre anni, leggo i giornali e scopro che Tacopina compra la Roma. Immagino non abbia imparato chi sia Totti, ma i soldi stavolta deve averli trovati, visto che la trattativa va a buon fine. Passa qualche anno e me lo ritrovo a Casteldebole, perché compra pure il Bologna. Lo compra “per conto di”, formula già utilizzata nella Capitale, comunque compra. In breve, con la sua simpatica paraventaggine italoamericana, conquista tutti. I soldi non sono suoi, ma è come se lo fossero: si fosse presentato alle elezioni comunali, sarebbe diventato sindaco per acclamazione. Conquista la Curia, il Comune e i cuori dei tifosi, tanto che credo di essere l’unico residente a Bologna a non poter vantare un selfie con lui. Arriva Saputo, il padrone dei soldi che Joe sta spendendo, e lui – fra le lacrime dei tifosi – se ne va. A comprare il Venezia. Oggi, difende Saputo e attacca Fenucci. Oggi, bacchetta il Bologna perché si è liberato di Corvino. Insomma, l’uomo che ignorava Pelé oggi è sul pulpito e qualche lacrimuccia rossoblù proprio stamattina ha sicuramente rigato le guance dei tifosi. È sul pulpito e lì lo lasciamo, ci mancherebbe, seppure invitando i tifosi a riflettere. Davvero rimpiangete un simpatico signore che – completamente a digiuno di calcio – nel giro di un decennio ha comprato tre società calcistiche? Davvero pendete dalle sue labbra? A noi, che di mestiere non facciamo i tifosi, resta una sola domanda da fargli: com’è andato il ristorante milanese? Non mentire, Joe…

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