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Per quale motivo il Bologna avrebbe dovuto acquistare un attaccante?

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minutemediacdn.com


Perché nessuno segna. Breve e coinciso.

Se chiedete a un qualsiasi tifoso rossoblù cosa serve al Bologna, la risposta è sempre la stessa da diverso tempo: un maledetto centravanti. Serviva anche un difensore, ne sono arrivati tre ed ecco che la coperta lì dietro si è allungata di un bel po’. I tifosi restano comunque insoddisfatti. Come dar loro torto?

Questo benedetto attaccante non è arrivato, e i malumori sotto le due Torri sono tanti. Perché al Bologna sarebbe servito un centravanti? La risposta è semplice: perché lì in avanti si segna poco. Partiamo dagli esterni puri: Skov Olsen, Sansone e Orsolini. Escludendo gli infortuni che, in diversi spazi temporali, hanno tenuto i tre fuori dal campo, i numeri sono questi: il danese fin qui è sceso in campo per 8 volte segnando un gol e fornendo un solo assist. L’apporto che ha dato alla squadra è stato dell’8%: una miseria. Peggio di lui ha fatto Sansone, che in dieci partite non ha dato un contributo alla manovra offensiva rossoblù: 0%. Infine, Orsolini: per lui 16 presenze, 3 gol e 4 assist, con una percentuale di partecipazione ai gol felsinei del 28%. Ora prendiamo le statistiche degli stessi calciatori nello scorso campionato. Orsolini è arrivato a fine stagione con 39 presenze, 9 gol e 9 assist: se quest’anno continuerà così, sempre con la stessa frequenza di marcature, farebbe peggio dello scorso anno. Sansone, lo scorso anno, in 34 presenze ha siglato 4 reti e fornito altrettanti assist: quest’anno la sua media quasi non esiste per il poco apporto che ha dato. Infine Skov Olsen: la stagione scorsa per lui 26 presenze e una rete. Cosa significa? Quest’anno solo lui, attualmente, potrebbe fare meglio della passata stagione.

Passiamo a Barrow e Palacio. L’argentino fin qui ha totalizzato 21 presenze, un gol e due assist, mentre lo scorso anno in 36 presenze aveva segnato 8 reti e fornito 3 assist. Anche per lui, quest’anno, la media è peggiorata: 12% di partecipazione alla manovra offensiva. Barrow ha invece disputato 20 partite, segnato 3 gol e fatto 4 assist, per una media di partecipazione del 28%: la stessa di Orsolini. L’anno scorso, a fine stagione, il suo tabellino recitava 9 gol e 3 assist in sole 18 partite. Una media strepitosa, che quest’anno è “incredibilmente” peggiorata. Togliendo dal discorso Vignato, che lo scorso anno non era a Bologna, rimane solamente Santander. I suoi dati sono però difficile lettura, condizionati anche dal lungo infortunio di questa stagione: solo 4 partite disputate fino a ora, contro le 25 giocate lo scorso anno. Nessun gol in questa stagione, uno lo scorso anno. 

Alla fine, dunque, chi è il calciatore che più influisce sui gol del Bologna?

Roberto Soriano, e non ci voleva un genio per capirlo. Per lui, fino ad ora, 20 partite arricchite da 6 gol e 5 assist. Una media di partecipazione pazzesca, il 44%. Solo lui ha fatto meglio di Orsolini, Sansone e Skov Olsen messi insieme. Non è una bella notizia. Molti discutono della posizione di Barrow. Centravanti, no sull’esterno, dai forse è meglio prima punta. Il discorso è però un altro: il gambiano non ha inciso nemmeno sull’esterno e, da uno con le sue qualità, è normale pretendere di più. Perché dunque il Bologna avrebbe dovuto acquistare un centravanti? La risposta è semplice: perché una squadra che deve salvarsi non può dipendere da un solo giocatore – Soriano – che non è nemmeno un attaccante. 

La dirigenza avrebbe dovuto premere sul mercato, anche perché le dirette concorrenti per la salvezza si sono rinforzate. I conti si fanno sempre alla fine, ma sfidiamo chiunque a dire il contrario. La Fiorentina, che lì in avanti sta assistendo all’exploit di Vlahovic, ha acquistato Malcuit in difesa e Kokorin in attacco. Il Benevento, che come prima punta può contare comunque su Lapadula, ha preso Adolfo Gaich, che per tanto tempo è stato nel mirino del Bologna. L’Udinese ha perso Lasagna, passato al Verona, ma ha acquistato Llorente, che per una squadra che deve salvarsi va più che bene. Le squadre che forse hanno fatto meno sono il Genoa e lo Spezia, che comunque si sono assicurati Strootman e Saponara a centrocampo. Continuiamo con il Torino, che ha acquistato Mandragora a centrocampo e Sanabria per l’attacco. Già, Sanabria, un nome che dalle parti di Bologna si è sentito anche troppo. Il Cagliari, oltre Calabresi, si è rinforzato con Asamoah, Rugani, Nainggolan e Duncan: il Parma, tra i tanti, ha preso Conti, Bani, Man, Zirkee e Pellè, mentre il Crotone si è rinforzato con Di Carmine e Ounas.

Fine della lista della spesa. Tutto questo solamente per dire che sulla carta quasi tutte si sono rinforzate, poi come sempre sarà il campo a parlare. Quel che è certo è che al Bologna un centravanti sarebbe servito come il pane. La dirigenza ci ha provato fino alla fine, ma il calciomercato insegna da sempre che muoversi troppo tardi può essere davvero pericoloso. Ora bisogna pedalare, altre soluzioni non ce ne sono: la salvezza è una missione da raggiungere a ogni costo, anche perché avere dei rimpianti – a giochi conclusi – non è mai piacevole.

 

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