Bologna FC
Per un calcio senza barriere: il Bologna parla la lingua dei segni
Dal match d’esordio in casa contro il Como, le grafiche dello stadio mostreranno i nomi-segno dei calciatori rossoblu: un altro passo avanti verso l’inclusione.
Il Bologna continua a distinguersi non solo per i risultati sportivi, ma anche per l’attenzione rivolta ai temi dell’inclusione. A partire da questa stagione, infatti, il club ha scelto di lanciare un’iniziativa avviando un progetto dedicato alla comunità sorda che segue con passione i colori rossoblù: portare la Lingua dei Segni dentro lo stadio Renato Dall’Ara, rendendola parte integrante dell’esperienza di gara.
Una novità al Dall’Ara: la Lingua dei Segni al debutto contro il Como
Il progetto vedrà la sua prima applicazione in occasione di Bologna-Como, la prima sfida casalinga della nuova annata. Durante la lettura delle formazioni sul maxischermo, accanto ai nomi dei giocatori compariranno video che mostreranno i rispettivi “nomi-segno”, studiati appositamente per ognuno di loro. Una scelta che punta a rendere lo stadio sempre più accogliente, senza barriere di comunicazione, e che conferma la volontà della società rossoblù di trasformare il Dall’Ara in una vera “casa di tutti”.
Il significato dei nomi-segno
Non si tratta di una semplice traduzione. I nomi-segno hanno un valore profondo, culturale e sociale: sono segni unici che identificano una persona all’interno della comunità sorda. Ogni segno nasce da un dettaglio particolare, può essere un tratto fisico, un aspetto del carattere o un episodio significativo, e diventa parte integrante dell’identità di ognuno.
Utilizzarli significa riconoscere la Lingua dei Segni come una lingua a tutti gli effetti, rispettarne la dignità e promuoverne la diffusione. Quando anche le persone udenti scelgono di impiegarli, contribuiscono a rafforzare un ambiente inclusivo, dove le diversità non rappresentano un ostacolo ma un valore da condividere.
Un lavoro condiviso con i tifosi
La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione con un gruppo di sostenitori rossoblù non udenti. Sono stati proprio loro a studiare e proporre i segni che rappresentano meglio i calciatori della rosa, attribuendo a ciascuno un gesto personale e immediatamente riconoscibile. Ad esempio, Lorenzo De Silvestri ha un nome-segno ispirato al proprio personale soprannome di “Sindaco”, mentre Riccardo Orsolini, ovviamente, al suo soprannome “Orso”.
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