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Pippo non lo sa? Diteglielo voi!

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Ok, adesso a quanto pare tocca a Inzaghi. Questa insana voglia di una Piazzale Loreto calcistica, che già in agosto ci fa sentire in B, in settembre ci fa scoprire l’acqua tiepida e in ottobre chissà che cosa scopriremo, mette oggi il tecnico sul banco degli imputati di questo grottesco processo popolare. Ricapitolando: in agosto abbiamo crocifisso Bigon, perché Santander “è tristo”, Svanberg “non è né carne né pesce” e Calabresi “è buono per la B”. Poi l’armadio ha aperto le ante, lo svedese si è acceso, il romano è tornato in Under 21 e allora, silenziosamente, i falegnami hanno tolto i chiodi al diesse, pur senza celebrarne la resurrezione. In settembre, nessun dubbio: Saputo ci prende per il culo. Poi salta fuori che il presidente non riesce a concretizzare neanche uno degli obiettivi speculativi (chiamiamo le cose con il loro nome, per favore) che lo hanno spinto a subentrare a Guaraldi (ricordate?) e allora, beh, sì, in fondo, speriamo che non si stanchi. “Sì, ma siamo in B e voi andate a Casteldebole a far sentire il vostro affetto alla squadra!”. Macché, ci si mette pure l’Atalanta, a rovinare il corteo funebre rossoblù, a tutt’oggi fermo al quint’ultimo gradino e quindi “salvo”. E allora ben venga la figuraccia di Cagliari, ben venga il battibecco in conferenza stampa, “segno evidente (evidente?!?) che l’allenatore non ha più in mano le redini della squadra”. Ho stimato il Pippo Inzaghi calciatore, perché uno che conosce in anticipo la traiettoria del pallone non può essere un calciatore banale e perché ne ho sentito elogiare le virtù extracalcistiche da mio padre, uno che i complimenti non li ha mai regalati. Ho meno elementi per giudicarlo nella sua nuova veste da allenatore: bravo nella breve esperienza con le giovanili, non giudicabile quando venne catapultato alla guida di un Milan capace di bruciare, prima di lui, Max Allegri (avete presente quello che ha zittito le vedove di Conte e da quattro anni vince lo scudetto e sfiora la Champions?), più che bravo alla guida del Venezia. Insomma, mi verrebbe da dire che pure da allenatore si toglierà parecchie soddisfazioni, ma è ancora una sensazione. Verrebbe da dire a me, perché qualcuno invece non lo avrebbe mai ingaggiato e qualcun altro, come detto, lo ritiene incapace di gestire la situazione. Non ho – a differenza di tanti di voi – le competenze tecnico-tattiche per dare consigli a Pippo. In compenso, ho abbastanza anni e abbastanza memoria per regalargli un elenco, questo: Francesco Guidolin, Carlo Mazzone, Renzo Ulivieri, Andrea Mandorlini, Luca Cecconi, Daniele Arrigoni, Sinisa Mihajlovic, Giuseppe Papadopulo, Franco Colomba, Paolo Magnani, Alberto Malesani, Pierpaolo Bisoli, Stefano Pioli, Davide Ballardini, Diego Lopez, Delio Rossi e Roberto Donadoni. Sono diciassette gli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina del Bologna dall’inizio del Millennio. Di questi diciassette – se sbaglierò, mi correggerete – solo Carletto Mazzone (che pure ci accompagnò nella dolorosa retrocessione) si è salvato dalla lapidazione. Quindi, caro Inzaghi, forse il problema non è la guida tecnica del Bologna, ma la critica – da Ercolino al Più Importante dei miei colleghi – bolognese. E allora, in attesa che arrivi maggio, sapendo che il cartello “livori in corso” non verrà mai rimosso, mi permetto di proporre ai tifosi, quelli veri, un’altra gita a Casteldebole, alla vigilia del match con il Torino, per ribadire a Inzaghi i sensi di una stima che fino a prova contraria merita. Insomma, se Pippo non lo sa (come suggerisce il motivetto d’antan), diteglielo voi…

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