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Polvere di stelle: ANTONIO CABRINI – 20 apr

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IL BELL’ANTONIO

Come ala sinistra il piccolo Antonio Cabrini prometteva forse quanto altri ragazzi delle fertili giovanili della Cremonese. Ma un giorno l’allenatore Nolli si ritrovò senza terzini e gli chiese un sacrificio. Ne valeva la pena:Antonio contava quindici anni,la finale del Torneo Allievi contro la Juventus era un pò come toccare il cielo con un dito. Finì ai rigori e il penalty decisivo,con una ben assestata botta di sinistro, fu tramutato in gol dalla sua bacchetta magica. Le tappe, nel nuovo ruolo, si sarebbero bruciate in fretta: promosso in prima squadra, in C, a sedici anni, ceduto a diciassette all’Atalanta, tra i cadetti, per una trionfale stagione, al termine della quale l’approdo alla Juve coronava il decollo verticale di un campione in sboccio.

All’arrivo a Torino, il presidente Boniperti gli indica la strada: qui c’è un solo obiettivo, vincere. Detto e fatto. Due anni dopo, il Ct azzurro Bearzot sceglie lui, riserva juventina per i Mondiali in Argentina. Esordisce in azzurro proprio là, nella terra delle pampas,e il mondo scopre un nuovo campione. Ha il fisico del ruolo,con la faccia da attore che emoziona le ragazzine e il piglio dell’attaccante nelle discese lungo la linea laterale che aprono l’orizzonte a ogni giocata: il cross dal fondo o la conversione in area, a tentare temibili conclusioni.

Di solito, terzini così hanno il tallone d’Achille nelle coperture difensive, che rappresentano invece la vera forza del ragazzo juventino. Viene inserito nella formazione ideale della manifestazione e il resto è un corollario: in tredici stagioni di Juventus vince sei scudetti,una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e una Supercoppa europea. Con la Nazionale di Bearzot, che h nel cuore un motore bianconero, conquista nel 1982 il titolo mondiale, da leader consacrato. Un paio di gravi infortuni alle ginocchia non graffiano la sua superficie di campione di timidezza che in campo diventa gigante. Attaccante che si fa difensore, difensore capace di diventare attaccante, splendido interprete di un ruolo arduo e affascinante. A trentadue anni passa al Bologna, per due stagioni di dorato tramonto, da mediano tutto saggezza. Chiude con 73 presenze e 9 reti in Nazionale, 352 e 39 in A, contendendo a Facchetti e a Paolo Maldini il titolo di più grande terzino sinistro dell’era moderna.

Carlo Felice Chiesa

(Calcio 2000 n°17)

 

 

Foto di apertura: Cabrini in azione con la maglia della Nazionale Italiana.

 

Foto a lato: Un primo piano di Antonio Cabrini con la maglia della Nazionale Italiana.

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