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Morrone scuote la Primavera: il suo Bologna riparte dal sudore
Niente attese nella Primavera del Bologna: palla subito protagonista. È il metodo Morrone per costruire un gruppo unito e competitivo.
L’estate porta con sé l’inizio di un nuovo viaggio per la Primavera del Bologna, e a guidare la carovana c’è ora Stefano Morrone. Il tecnico calabrese ha preso subito in mano il timone, lasciandosi alle spalle l’idea di una preparazione lenta e tradizionale. Niente attese: qui si parte subito con la palla tra i piedi, respirando già l’atmosfera del campionato. Morrone, infatti, non perde tempo. Allenamenti intensi, pallone sempre protagonista, e un ritmo che serve tanto alle gambe quanto alla testa. L’obiettivo? Restituire identità e orgoglio a una squadra che, negli ultimi tempi, ha faticato a trovare una rotta stabile.
La rosa è ancora un cantiere aperto. Tra arrivi, partenze e possibili promozioni dall’Under 18, fare previsioni ora è difficile. Ma il nuovo allenatore ha le idee chiare: vuole costruire una squadra che non si limiti a “giocare bene”, ma che impari a vivere da professionista. Un Bologna giovane, ma con lo spirito dei grandi.
Morrone e la mentalità da professionisti: creare identità prima del risultato
«Non si tratta solo di vincere ogni domenica», ha raccontato a BFC TV. «La sfida è formare ragazzi pronti per la prima squadra. Con carattere, con valori. La nostra missione è questa: coltivare un’identità forte e autentica». Morrone parla spesso di “famiglia”, di un gruppo che si sostiene nei momenti duri e che si fortifica giorno dopo giorno. Non è un caso se insiste sull’importanza del quotidiano, su quei dettagli che fanno la differenza nel lungo periodo.
E poi, c’è il sogno. Quello che spinge un allenatore a dare tutto, anche dopo anni passati a lottare da mediano sui campi più difficili. «Allenare significa guardare avanti, migliorare sé stessi e chi ti sta attorno. Senza un sogno non si va lontano. Questo lavoro si fa per passione, per l’adrenalina, per quel desiderio continuo di crescere», spiega Morrone, con la lucidità di chi conosce il calcio da dentro.
Un messaggio chiaro arriva anche ai suoi ragazzi: chi ha lottato fino all’ultimo nella scorsa stagione per evitare la retrocessione, oggi ha una base diversa da cui ripartire. «Chi ha sofferto per salvarsi, ha dentro qualcosa in più». E sarà proprio quella sofferenza a fare la differenza nei momenti di difficoltà.
Giovani in prima squadra: pochi sorrisi, ma segnali positivi
Intanto, guardando i convocati di Italiano della prima squadra, emerge una nota dolceamara. Se da un lato Morrone potrà contare – almeno per ora – su quasi tutta la rosa, dall’altro il numero di giovani aggregati ai “grandi” è minimo. Solo due i convocati: i portieri Pessina e Happonen, classe 2007, in corsa per il ruolo di terzo alle spalle di Skorupski e Ravaglia. Tra i giocatori di movimento, un solo nome risalta: Tommaso Ebone, finalmente recuperato dopo il brutto infortunio al ginocchio dello scorso autunno.
La strada è ancora lunga e in salita, ma il nuovo corso è partito. Morrone chiede anima, spirito di sacrificio e un pizzico di follia. Il Bologna Primavera riparte da qui. Con il sogno ben chiaro negli occhi e i piedi piantati sul campo.
Fonte: Sebastiano Moretto, Più Stadio
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