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Ravaglia e la maglia numero 13: l’omaggio durante l’amichevole con la Virtus Verona

Contro la Virtus Verona, Federico Ravaglia è sceso in campo con il numero 13: un omaggio a suo zio “Tatto” icona del basket bolognese.

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Federico Ravaglia parla dopo Cagliari-Bologna (© Damiano Fiorentini)
Federico Ravaglia in Bologna-Atalanta (© Damiano Fiorentini)

Ieri pomeriggio sui campi di Valles, il Bologna ha disputato la seconda amichevole della stagione contro la Virtus Verona. Una partita che i rossoblù hanno dominato vincendo 7-0 e che ha visto in gol sette marcatori diversi tra cui Immobile, Holm ed El Azzouzi. Durante la gara, un piccolo particolare ha destato la curiosità dei tifosi rossoblù presenti sugli spalti del Fussball platz. Federico Ravaglia, sceso tra i pali nel secondo tempo, ha indossato la maglia numero 13, al posto della sua solita con il numero 34. Un cambiamento non casuale, bensì un omaggio dal grande significato.

Federico Ravaglia e la passione per il basket

Com’è ormai noto, Federico Ravaglia è un grande appassionato di basket oltre che di calcio, ed è una presenza fissa ai vari tornei organizzati sotto le Due Torri come il “Playground” dei Giardini Margherita o il “Not in my house”. La passione per la pallacanestro, Ravaglia l’ha presa da suo zio, Andrea Tattini, grandissima icona del basket bolognese, scomparso a 70 anni lo scorso marzo. Il “Tatto” com’era semplicemente conosciuto a Bologna, era una vera leggenda per gli amanti della pallacanestro pur non avendo nel suo palmarès alcuno scudetto di Serie A.

Il “Tatto” icona del basket bolognese e non solo

Nato a San Lazzaro il 13 ottobre 1954, il Tatto si è sempre distinto per la sua grinta inesorabile: «Come mi definirei come atleta? Scarso, ma con una cattiveria agonistica che se avessi avuto il fisico sarei stato un fenomeno» ha raccontato in un’intervista. L’altezza di 183 cm non l’ha comunque mai fermato, né nel basket né tantomeno nel calcio. Andrea Tattini infatti, è stato il primo atleta a vincere un campionato di basket e calcio nella stessa stagione: a basket la serie C con il Castel San Pietro e a calcio la Promozione con il Boca.

Corazza, De Silvestri e Ravaglia insieme ad Andrea Tattini (@ Torneo Giardini Margherita)

Corazza, De Silvestri e Ravaglia insieme ad Andrea Tattini (@ Torneo Giardini Margherita)

Ravaglia e il numero 13 sulla schiena

Capelli lunghi al vento e un sorriso che non si è mai spento, anche dopo la diagnosi del diabete con cui ha convissuto quarant’anni. Il Tatto, “eterno ragazzo”, ha preso parte a più di trenta edizioni del torneo dei “Gardens” prima da giocatore e poi da allenatore. Un torneo che ad oggi ha sempre più audience e la cui fama è cresciuta anche grazie a lui. Andrea Tattini rimarrà sempre nella storia dello sport bolognese, come del resto lo sarà Federico Ravaglia che, con la sua squadra del cuore, ha vinto la Coppa Italia lo scorso maggio riportandola in terra felsinea dopo ben 51 anni. Il portiere rossoblù ha quindi voluto omaggiare lo zio scendendo in campo con il suo numero, il 13, e portarlo con sé anche in ritiro verso la prossima stagione che, come ci si augura, farà sognare ancora la città di Bologna.

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