Bologna FC
RS-CORSERA: Saputo deluso, la città si domanda qual’è il vero Bologna – 03 apr
Nell’edizione odierna del “Corriere” Claudio Beneforti in un articolo si domanda quale sia il vero Bologna: quello visto a Carpi nel primo tempo capace di mettere sotto la capolista in casa sua o quello che nella seconda parte di gara si è sciolto come neve al sole? E poi, fuori dal campo, quale sarà il vero Bologna? Quello che va in A e che realizza tutti i progetti che si è preposto o quello che resta in B e tutti i sogni di gloria è costretto perlomeno a posticiparli?
Questo finale di stagione appare sempre più come uno snodo cruciale per il futuro rossoblù. Logico che tra andare in Serie A o rimanere in Serie B c’è una differenza enorme, ed è per questo che il patron Joey Saputo è ripartito per il Canada molto deluso e contrariato. La squadra ha qualche attenuante, certo: per mezz’ora abbondante si è dimostrata migliore della capolista, ha fatto vedere personalità, è stata sfortunata mentre gli avversari al primo tiro in porta hanno trovato il gol. Però ci sono dei fatti che sono preoccupanti al di là della sfortuna che può o meno colpire una squadra di calcio: gli infortuni, una condizione fisica certo non eccezionale, la mancanza di reazione e la confusione tattica.
Ecco perché le colpe sono dell’allenatore ma non solo: “…per tutto ciò si può e si deve esonerare Lopez? Si può anche esonerare, ma sarebbe sbagliato pensare che l’unico problema sia l’allenatore, la nostra idea è che Lopez non sia da corsa ma che non siano da corsa anche alcuni giocatori”. Claudio Beneforti non ci va leggero, certo, ma allarga il tiro anche a parte del tifo e della critica: “Lopez ha sbagliato, non avendo Maietta, a non tornare alla difesa a 4? (…) Ma ora ci domandiamo cosa sarebbe successo in caso di sconfitta se Lopez fosse tornato alla difesa a quattro.”
E allora qual’è la verità? Che forse la squadra non ha le qualità fisiche di un Carpi né qualità tecniche così eccezionali da dominare un campionato che è difficile da dominare giocando di fino. Che forse sarebbe servita una rivoluzione molto più pesante, a gennaio, considerando che la squadra di agosto non era certo quotata per la promozione diretta e che da ottobre in poi la Serie A è diventata un obbiettivo da non mancare assolutamente. Ma in fondo né Lopez, né Corvino né Saputo se la sono sentita di rifare un’intera squadra in un mese. Cosa fare adesso? Prendere atto che è così, anzitutto. E poi stringere i denti e lottare tutti insieme. Sapendo che non c’è un solo colpevole e – forse – neanche qualcuno completamente innocente.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook