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RS:GAZZETTA DELLO SPORT:Catania Torino finisce 0 a 0 – 6 gennaio
Poteva il Catania inaugurare il 2013 in maniera peggiore? Lodi si fa cacciare per un fallo di reazione al 13′ del primo tempo, Bergessio calcia sulla traversa un rigore pochi minuti dopo: con uno 0-0 casalingo, contro una squadra granata che non è stata in grado di fare suo il match nonostante la superiorità numerica per 80 minuti, la squadra di Maran chiude così il girone d’andata a quota 26, eguagliando così il record di Marino che resisteva dal campionato 2006-07. Certo non è una grande consolazione per il tecnico degli etnei, che prendeva la strada degli spogliatoi in anticipo, reo di avere protestato nei confronti della terna arbitrale: indubbiamente questa sera, nelle sue riflessioni, gli sarà chiaro che senza il brutto gesto del suo centrocampista e il rigore fallito, probabilmente sarebbe stata un’altra partita con probabilmente un altro risultato.
Ma veniamo alla partita: la squadra messa in campo da Maran, confermava il solito 4-3-3, con un attacco da brividi: Barrientos-Bergessio-Gomez (mentre il quarto argentino, Castro, rimaneva in panchina pronto al subentro). Sulla panchina granata Ventura decide di buttare nella mischia Vives (fuori Birsa), Meggiorini (per Sansone) e Masiello (out D’Ambrosio): con il compito di impensierire la difesa catanese la coppia d’attacco è Bianchi-Meggiorini, con a supporto Cerci e Gazzi-Basha a fare il lavoro sporco a centrocampo.
E’ un pronti via da raccontare: Catania col piede subito sull’accelleratore e il Torino si fa schiacciare; le doti tecniche dei siciliani emergono subito e nei primi dieci minuti ci provano Almiron, Izco e Barrientos, a dimostrazione che in campo c’è una squadra sola. A maggior ragione, il fallo di reazione di Lodi, che si fa cacciare prima del quarto d’ora per uno “schiaffo” a Meggiorini, fa lievitare le recriminazioni di Maran. Curiosità: fino a quel momento Lodi era l’unico giocatore di A, esclusi i portieri, ad aver giocato tutti i minuti a disposizione nella stagione in corso.
Eppure, la squadra in dieci sembra quella di Ventura. Tant’è che le chance migliori del primo tempo capitano a Bergessio. La più netta, su rigore, quando Vives frana su Izco (episodio che dovrà essere rivisto alla moviola, in quanto lascia alcuni dubbi): l’argentino dal dischetto centra la traversa. Qualche minuto più tardi l’attaccante ha la possibilità di rifarsi, ma cincischia sull’imbucata di Gomez (il più pimpante del trio offensivo) e perde il tempo a tu per tu con Gillet.
In tutto questo il Torino risulta una squadra spaccata in due: determinata e compatta dalla cintola in giù, ma assolutamente incapace di portare guai alla squadra avversaria : probabilmente nella mente del tecnico granata il risultato del pareggio non era un risultato da buttare via. Cerci è l’unico che prova ad accendere la luce, anche se spesso va a sbattere su Marchese, mastino implacabile. L’occasione migliore del Torino se la crea lui, nella ripresa, quando sfiora l’incrocio con un bel sinistro a giro. Le altre palle-gol capitano a Bianchi, il cui destro si trasforma in un passaggio ad Andujar, e a Verdi, che sfiora la beffa in spaccata a pochi secondi dalla fine. Sarebbe stato troppo per Maran, dopo la punizione di Pescara.
Per il resto, c’è solo il Catania, che non rinuncia a giocare in un contesto sempre più nervoso. Castro, entrato per Bergessio, non ha più fortuna del connazionale e non riesce dare forza alla conclusione dopo una giocata orchestrata da Gomez. Barrientos ci prova su punizione, ma trova una deviazione. L’episodio favorevole non arriva, Maran s’innervosisce per alcuni interventi scorretti e viene espulso. Sicuramente, alla luce degli eventi, per il Torino, tutto sommato, è un punto guadagnato, anche se il pedaggio che la squadra dovrà pagare nella gara casalinga col Siena, da affrontare con cinque squalificati (Gazzi, Vives, Masiello, Darmian e Glik, tutti ammoniti) è pesantissimo.
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