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RS – STADIO: Bologna, percorso a tappe per diventare americano – 18 set

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Una corsa a tappe. Così viene definito su “Stadio” il futuro prossimo del Bologna, quello che parte da lunedì con il rientro in Italia di Tacopina e si conclude – se tutto andrà bene – a giugno del prossimo anno. Con almeno due snodi fondamentali che stabiliranno se al termine della storia il Bologna sarà “americano”, nelle mani dell’attuale dirigenza o addirittura – ma è un’ipotesi a cui nessuno vuole pensare – fallito.

Prima tappa: lunedì partirà la due diligence del club, con gli uomini di fiducia di Tacopina che setacceranno i conti del Bologna prima di dare l’ok all’avvocato. Ok per cosa? Per versare il milione di euro di caparra stabilito in questi giorni negli incontri con Guaraldi. Tempo previsto per l’operazione? Metà della settimana, diciamo mercoledì. Chiaro che il primo passaggio è importante e non può essere mancato.

Ancora più importante la seconda tappa, consequenziale alla prima: il “closing”, la chiusura, della trattativa. Gli americani avranno circa due settimane di tempo per versare cinque milioni oppure si dovranno sfilare, come già accaduto nel 2008 con Cazzola: la data di scadenza fissata è tra l’8 e il 10 di ottobre e i soldi saranno comprensivi della quota di liquidazione dei soci di “Bologna 2010” (società controllante del Bologna FC) e del 25% delle quote societarie.

A quel punto si intravederà il traguardo, che sarà raggiunto quando la nuova società effettuerà un aumento di capitale di circa 12-13 milioni di euro entro e non oltre giugno 2015. Ricapitolando, dunque, tre tappe di cui due molto ravvicinate per una spesa totale di circa 18 milioni di euro.

Ma cosa accadrebbe se Joe e i suoi soci si sfilassero prima del “closing”, ovvero prima dell’8-10 di ottobre? Per il Bologna sarebbero guai, visto che per quella data si troverebbe con meno di una settimana per presentare la firma di un bilancio che, se negativo, potrebbe portare al fallimento pilotato del club. Ipotesi che preoccupa l’attuale direttore dell’area tecnica Filippo Fusco, che in questi giorni stava definendo vari accordi su spalmatura di ingaggi e risoluzione di vecchi contenziosi con precedenti collaboratori del Bologna. Il “vento americano” congela queste trattative, ma Guaraldi non sta con le mani in mano: se gli americani dovessero defilarsi ecco che il presidente rossoblù si rivolgerebbe cuore in mano al socio Zanetti, che viene relazionato su tutto ciò che accade intorno a Casteldebole. Obbiettivo: non far saltare il banco. Ma è un’ipotesi a cui nessuno, in una città esaltata dalla presenza degli americani, al momento vuole pensare. 

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