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RS – STADIO: No al ritiro, una moda che arriva dall’estero – 01 apr

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Diego Lopez lo ha annunciato ieri nella conferenza stampa pre-partita: il Bologna partirà per Carpi solo stamattina, dopo aver svolto la rifinitura a Casteldebole. Del resto la distanza è quella che è, appena 65 chilometri, e il mister rossoblù ha ritenuto fosse meglio allenarsi tra le mura amiche e possibilmente più al riparo possibile da occhi indiscreti. Sono tanti i dubbi tattici che Lopez ancora ha, in gran parte verranno risolti verso l’ora di pranzo, quando si farà la conta dei disponibili.

Non solo pre-tattica, però. “Stadio” in edicola oggi ci racconta che in effetti l’abolizione del ritiro prima di una gara, pur non essendo una consuetudine in Italia, non è certo una novità: la portò per primo Eriksson quando arrivò alla Roma, un atto di fiducia verso i propri giocatori che poi si rivelò parzialmente sbagliato. C’era chi si approfittava della libera uscita, e allora lo svedese tornò sui propri passi. Recentemente lo hanno rifatto Mihaijlovic alla Samp e Mancini all’Inter: buoni i risultati, segno che se un allenatore crede in un gruppo e questo crede davvero nel suo tecnico tutto va come deve. 

Certo, Lopez si prende un bel rischio: lo fa prima di una trasferta – seppure vicina – e lo fa prima di una gara di cartello, LA gara. Un segnale di fiducia e stima verso il gruppo, dove “i giocatori sono maturi”, che servirà per allentare l’inevitabile tensione che una gara di cartello porta con se. All’estero, però, questa assenza del ritiro più che l’eccezione è la regola: in Inghilterra o in Spagna infatti accade molto frequentemente che la squadra si raduni solo poche ore prima della partita. Mourinho, quando arrivò al Real, impose il ritiro pre-gara generando più di un muso lungo, e quando se ne andò chi lo sostituì – Ancelotti – come prima cosa abolì proprio questa regola. I risultati – leggasi “Decima” Coppa dei Campioni – parlano chiaro.

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