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Su quel volo per Riad c’è anche Sinisa (Il Resto del Carlino)

Un viaggio che non è solo geografico: nel cammino del Bologna verso Riad continua a vivere l’eredità umana e sportiva di Sinisa Mihajlovic.

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Sinisa Mihajlovic

C’è qualcosa che viaggia oltre i bagagli, oltre i programmi e le tabelle di marcia. Quando il Bologna prende quota direzione Riad, insieme alla squadra c’è un’eredità, fatta di carattere, coraggio e memoria. È quella lasciata da Sinisa Mihajlovic, uomo prima ancora che allenatore, figura capace di incidere profondamente nella storia recente di Casteldebole e di orientarne il futuro.

Sinisa Mihajlovic: l’eredità che va oltre il tempo

Sono passati tre anni da quel 16 dicembre 2022 in cui Sinisa se ne andò, a soli 53 anni, dopo una battaglia durissima contro la leucemia mieloide acuta. Una lotta affrontata senza sconti e senza alibi, con la schiena dritta. La malattia gli ha concesso poche tregue e nessuna scorciatoia, ma non è mai riuscita a scalfire ciò che davvero contava: la sua forza umana e il segno profondo lasciato nelle persone e nei luoghi che ha attraversato.

Bologna e Inter, oggi pronte a ritrovarsi una contro l’altra in semifinale di SuperCoppa Italiana, sono due capitoli fondamentali della sua storia. In nerazzurro Sinisa ha vissuto il tramonto della carriera da calciatore e l’alba di quella da allenatore, muovendo i primi passi in panchina come vice di Roberto Mancini. Fu proprio da quell’esperienza che prese forma il salto a Casteldebole, dove Mihajlovic iniziò a costruire non solo una squadra, ma un’idea di calcio e di club fondata sull’ambizione e su un’identità che non si piega, proprio come lui.

A Casteldebole resta (per sempre) la sua impronta

Ancora oggi, entrando nel centro tecnico del Bologna, la sua presenza accompagna chi vi entra. Non è un ricordo astratto: è un simbolo che osserva e accoglie, quasi a ricordare a ogni allenatore e a ogni giocatore quale patrimonio umano e sportivo venga custodito lì dentro. Un messaggio: nulla di ciò che è arrivato dopo nasce dal caso.

Dirigenti e calciatori rossoblù lo hanno ripetuto più volte in questi anni: Mihajlovic è stato il primo a indicare una direzione precisa, a chiedere al Bologna di pensare in grande e di non accontentarsi. Non ha potuto vedere fino in fondo il frutto del suo lavoro, ma le fondamenta di questa crescita portano anche la sua firma, fatta di insegnamenti diretti e scelte coraggiose.
A rendere questo legame ancora più vivo c’è un dettaglio: a Casteldebole lavora anche Miro, uno dei suoi cinque figli, oggi nello staff tecnico dell’Under 15 rossoblù. Un filo che non si è mai spezzato.

Per questo, oggi come domani, Sinisa è lì. Invisibile, forse, ma presente. Sul volo per Riad, nei corridoi del centro tecnico, nel carattere di una squadra che ha imparato a non abbassare lo sguardo. E ci resterà, perché certe impronte non si cancellano.

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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