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Sliding doors – Dalla C1 al sogno Coppa Italia

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Dopo la retrocessione in Serie C1, con conseguente fallimento, nella stagione 1992-1993, il Bologna di Renzo Ulivieri sta velocemente scalando le gerarchie calcistiche nazionali con l’obiettivo di ritornare ai massimi livelli del pallone italiano nel minor tempo possibile.

Quasi tre anni dopo, nel gennaio del 1996, il sogno del ritorno in Serie A comincia a essere sempre più nitido. Ad inizio girone di ritorno del campionato di Serie B 1995-1996, i rossoblù viaggiano stabilmente nelle prime quattro posizioni valide per la promozione (promozione che arriverà al termine della stagione da primi in classifica). Ma non è tutto, in quell’annata il Bologna parallelamente alla vittoria del campionato sta costruendo, partita dopo partita, un’impresa che in passato è riuscita solamente ad una squadra – il Napoli nella stagione 1961-1962* – nella storia del nostro calcio: vincere la Coppa Italia militando in serie cadetta.

Per i felsinei l’avventura in coppa nazionale in quella stagione partì dal primo turno, in una asfissiante giornata d’agosto, contro il Verona, 2-0 per il Bologna il risultato finale. Già al secondo turno si intuì l’alto valore della squadra emiliana che al Dall’Ara riuscì a sconfiggere per 1-0 la Roma, quinta in Serie A l’anno precedente. Agli ottavi il compito fu più facile e la pratica Reggiana fu risolta con tre gol. Ai quarti, dove cominciavano le doppie sfide, il tabellone fu spietato per i rossoblù: toccherà affrontare il Milan, all’epoca una delle formazioni più forti al mondo. L’esito sembrava scontato. All’andata, in casa, la gara terminò in parità, 1-1. Ora bisognava andarsela a giocare a San Siro, pura utopia solo pensare alla vittoria. Nel capoluogo lombardo, invece, il Bologna confermò una regola non scritta del calcio, non sempre vincono i più forti. I rossoneri, infatti, trovarono il pareggio solo al 90’ grazie ad un calcio di rigore realizzato da Savicevic. I tempi regolamentari si conclusero sull’1-1. Ai calci di rigore il Bologna riuscì ad imporsi per 6-7. La futura squadra campione d’Italia venne eliminata da una formazione di Serie B. La notizia sconvolse non poco il panorama calcistico italiano.

A febbraio, in semifinale, i rossoblù sfidarono l’Atalanta. Ed è qui che comincia l’ultimo capitolo della serie di narrazioni ucroniche che vi abbiamo proposto.

La semifinale d’andata, giocata a Bologna il 14 febbraio, terminò con il risultato di 1-1. Un autogol del bergamasco Paganin al 50’ e il gol di Valentini all’ 84’ bollarono il match sul risultato di 1-1. Al ritorno, il 27 febbraio, l’Atalanta si impose per 2-0 con doppietta di Bobo Vieri e infranse sul più bello il sogno rossoblù, ad un passo dalla doppia sfida finale. Questa sconfitta diede il via, per altro, alla serie delle tante semifinali che il Bologna, da questo momento in poi, arriverà a perdere negli anni a seguire.

Inoltre, dal 1996 ad oggi nessuna squadra di Serie B ha mai più raggiunto le semifinali di Coppa Italia (nel 2016 l’Alessandria militava in Lega Pro).

Ma cosa sarebbe davvero accaduto se il Bologna avesse raggiunto la finale di Coppa Italia 1995-1996?

Una volta in finale sicuramente i felsinei avrebbero affrontato ad armi pari la Fiorentina. Alla superiorità tecnica dei viola il Bologna avrebbe contrapposto la grande sfrontatezza dei propri giocatori. In caso di vittoria, poi, i rossoblù si sarebbero qualificati per la Coppa delle Coppe, partendo dai sedicesimi, e per la finale della Supercoppa Italiana.

 

*Nel 1922 anche il Vado, formazione ligure, vinse la Coppa Italia non militando nella massima divisione. All’epoca disputava la Promozione Ligure – campionato di II livello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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