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Sold-out per Bologna-Napoli, ma col Brann… Gli infrasettimanali non richiamano il pubblico

Europa League, il Bologna cerca punti pesanti contro il Brann ma il Dall’Ara non si riempie: entusiasmo in calo, occhi già alla sfida col Napoli.

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Abbonamenti dei Tifosi Bologna parcheggi stadio (© Damiano Fiorentini)
I tifosi del Bologna allo stadio (© Damiano Fiorentini)

Questa sera il Dall’Ara di Bologna accoglierà circa 25 mila spettatori per la sfida di Europa League contro i norvegesi del Brann. Tre punti proietterebbero il Bologna prepotentemente nella prima metà della classifica della League Phase.

Una gara molto importante che i rossoblù non devono fallire se vogliono sperare nei playoff. Eppure, nonostante il valore e il prestigio extra-nazionale della gara, il match non intercetta i favori del pubblico rossoblù. Infatti, dei 25 mila presenti, circa 2 mila saranno tifosi ospiti in arrivo da Bergen, gli altri oltre 18 mila saranno gli abbonati europei. Mentre, saranno poco più 4 mila gli spettatori paganti rossoblù. Numeri che certamente non soddisfano e non corrispondono con le ambizioni europee del Bologna.

Bologna, Brann come Torino

Nonostante i richiami social alla partecipazione alla gara contro i norvegesi, la sensazione è che il pubblico di Bologna fatichi a rispondere agli appelli. Soprattutto per i match infrasettimanali. E non si tratta solo dell’Europa.

La stessa cosa, infatti, era successa con la gara di mercoledì scorso contro il Torino, in campionato. L’evidenza potrebbe dire che il tifo stia perdendo mordente. La verità, il sottotono di questo problema emergente è invece la sensazione che chi prepara i calendari non consideri affatto che il tifoso medio possa avere altri impegni.

O che qualcuno il mercoledì o giovedì sera lavori tanto da non poter essere presente alla gara. O piuttosto un problema economico. Perché uno o più biglietti ogni settimana sono un impegno gravoso per le famiglie e spesso è necessario rinunciare a qualcosa.

Weekend col Napoli capolista

I motivi possono essere molteplici, ma quel che salta all’occhio è la differente attesa dei tifosi per il campionato e per l’Europa League. Contro il Napoli, domenica, il Dall’Ara ribollirà di entusiasmo. I rossoblù sfidano la capolista a -4. Il fascino della sfida di cartello, dal valore potenzialmente storico attrae il tifoso più di un evento europeo.

C’è un po’ di campanilismo, in tutto questo. Non si tratta però solo di competizione. C’è anche la necessità del calcio come di tutto lo sport europeo di rivedere le proprie priorità.

Il basket come il calcio

Ed ecco che un giovedì di Europa League diventa l’occasione per provare a riflettere ancora una volta sugli errori di chi guida lo sport. Lo sa bene la Serie A di basket, che ha appena bruciato l’occasione di mettere in mostra tutto il suo meglio piazzando il big match Germani Brescia-Olimpia Milano di mercoledì alle 18:30.

Aumentare le partite, vendere un prodotto ultra inflazionato di eventi, è forse utile per chi compra le gare da far vedere a casa. Ma non per chi deve andare allo stadio. Non per chi dovrebbe garantire quella cornice di pubblico che dovrebbe regalare calore umano ad un evento che altrimenti sarebbe una semplice sfida tra 22 persona pagate per giocare a calcio.

Bologna-Brann e un modello che non funziona

L’Europa insegue un modello inapplicabile in questo periodo storico. Il modello americano, quello della NBA, dove si gioca tutti i giorni a tutte le ore. Un modello virtuoso che non ha bisogno dei biglietti delle gare per essere profittevole.

Un’arena mezza vuoto in NBA rovina lo spettacolo, un pubblico disinteressato rovina lo spettacolo. Ma non il profitto. Quello va avanti e se lo spettacolo non cammina di pari passo col profitto: poco male, si cambia città e nome. Chiedere a Seattle o a Vancouver. Un modello che nel calcio, così come nel basket europeo non è assolutamente applicabile. Anzi, rischia di far implodere tutto il sistema.

Lo sport deve scendere a patti con la realtà. Non c’è altro modo per sopravvivere.

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