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Sporting Lisbona, una stagione particolare: tre allenatori e un solo esonero
È possibile cambiare tre allenatori in una stagione con un solo esonero? Sì, e senza incarichi ad interim. È la situazione che vive il prossimo avversario rossoblù in Champions League

Mercoledì sera il Bologna si presenterà al José Alvalade di Lisbona per affrontare la formazione di casa dello Sporting. In molti, per comodità, chiamano il club Sporting Lisbona, ma il suo vero nome sarebbe Sporting Club de Portugal. Niente a che vedere con Lisbona, se non per la sede.
Nonostante il nome evochi direttamente il Paese d’appartenenza, la squadra lusitana ha ripreso fama e potere in patria solo negli anni recenti. Merito soprattutto di Ruben Amorim, ex discreto centrocampista tra il 2003 e il 2017 ha giocato soprattutto nel Benfica. Finita la carriera da calciatore, già nel 2018 ha iniziato ad allenare, scalando velocemente la piramide: Casa Pia, Sporting Braga B, Sporting Braga, Sporting Lisbona e oggi Manchester United.
Sporting Lisbona, l’addio dell’eroe
Perché ripartire dall’attuale allenatore del Manchester United per parlare dello Sporting Lisbona? Beh, semplice. Perché Ruben Amorim ha riportato il titolo di Campione di Portogallo in casa dei “Leoni rampanti” dopo 19 anni. Correva la stagione 2020/21 e lo Sporting di Amorim riportava nella Lisbona biancoverde un titolo che mancava dal 2001/02. Un’attesa estenuante che ha portato lo Sporting ad inseguire da lontano Porto e Benfica, rivali storiche, spesso battute.
Il Manchester United
Il titolo Amorim e il suo Sporting Lisbona lo avevano bissato l’anno scorso, grazie al contributo incredibile del bomber svedese Gyokeres. E sembravano avviati a fare altrettanto in questa stagione. Sennonché, a novembre il tecnico è stato attratto dalle sirene della Premier League, dal fascino quasi irresistibile del Manchester United. Una calamita per tanti, che sperano di poterne cambiare le sorti da 12 anni ormai “compromesse”. Il club più famoso del mondo (statistiche alla mano anche più del Real Madrid), ma al momento anche il più autodistruttivo. Chi passa di là, fallisce. La misura di questi fallimenti è varia e dipende dal talento e dal carattere dei giocatori e degli allenatori.
I Red Devils hanno messo, come sempre senza alcuna difficoltà, 11 milioni puliti sul piatto. Hanno trovato l’accordo personale con Amorim e lo Sporting Lisbona non si è potuto in alcun modo opporre. Una pratica comune. Lo stesso Amorim era arrivato con le stesse modalità dal Braga nel 2020. Niente a cui in Portogallo non si è abituati. Anzi. Ma l’addio di Amorim è stato come un granello di sabbia in un ingranaggio perfetto. Forse qualcosa più di un ingranaggio. Ma resta un momento centrale per la stagione biancoverde, un turning point.
Il paradosso: tre allenatori, un solo esonero
Al posto di Amorim a novembre, è stato promosso il tecnico della squadra B João Pereira. Il suo periodo in panchina dura un mese e mezzo e poco più. Dopo Natale, ecco l’esonero. Lo Sporting ha perso la sua anima, ma squadra non gira, ha perso il vantaggio in campionato (dove con Amorim aveva collezionato 33 punti su 33), e in Champions non gira più. E dire che poco prima di andare via Amorim aveva rifilato uno storico 4-1 al Manchester City di Pep Guardiola.
Un calcio diverso
Se pensate che in Italia il calcio sia diventata solamente una questione di soldi, pensate a che cosa sia in Portogallo. Come detto, João Pereira è l’unico esonerato. Ad Amorim è bastato un accordo che lo soddisfacesse per andarsene a fronte di 11 milioni di euro di clausola rescissoria. E prima ancora lo Sporting Lisbona lo aveva fatto per lo stesso Amorim con lo Sporting Braga: soldi sul tavolo e allenatore sottratto.
E lo Sporting Lisbona come ha reagito alla necessità di esonerare João Pereira? Ma certo, ingaggiando un allenatore sotto contratto.
A gennaio, a guidare lo Sporting è arrivato Rui Borges. 43 anni, portoghese, ex calciatore di basso livello, l’attuale tecnico dello Sporting è arrivato in sella, venendo liberato tramite pagamento della clausola al Vitoria Guimarães. Il paradosso è che Borges sedeva sulla panchina dei bianconeri solamente dall’inizio della stagione.
Tuttavia, Borges, già autore di ottime stagioni in piccole società come la Moreirense (con cui ha fatto registrare il record di punti), ha rimesso un po’ in piedi la baracca. Lo Sporting Lisbona veleggia in testa in campionato, anche grazie ai punti fatti in precedenza. In Champions League, invece, la questione è diversa: pesano i 14 punti fatti nelle prime giornate con Amorim alla guida. Ma oggi la squadra non più collezionato punti né con Pereira, né con Borges e domani si gioca l’ultima possibilità di accede clamorosamente direttamente agli ottavi.
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