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STADIO: Bologna, esame da grande – 17 mag

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Nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport – STADIO” si parla di grande calcio: della finale di Champions League e la conseguente corsa ai biglietti, della finale di Coppa Italia che stasera vedrà scendere in campo la Juventus di Allegri e la Lazio di Simone Inzaghi…e del Bologna. Già, perché il tema che ci propongono oggi Furio Zara e Lorenzo Longhi è quello di una squadra, quella rossoblu, che scenderà in campo nelle ultime due giornate della Serie A 2016/2017 con un solo, grande, obbiettivo: trovare una vittoria di prestigio contro una “big”, risultato sfuggito in questo campionato e a cui puntano sia il mister Roberto Donadoni che il ritrovato bomber Mattia Destro, mai a segno contro una grande in questo campionato. Obbiettivo non facile, ma i precedenti non mancano.

Destro, si sale di livello

L’esame è soprattutto per lui, per Mattia Destro. Un esame di credibilità, come ci racconta Furio Zara. Il bomber ritrovato infatti ha ripreso a segnare con regolarità negli ultimi tempi, ha impallinato diverse difese e si è issato in doppia cifra (quota 11 gol stagionali, 19 totali in rossoblu) con la doppietta di domenica rifilata al malandato Pescara di Zeman. Che sia vera gloria però è presto per dirlo: vero è che il Destro attuale lascia intravedere grandi cose, vero è che è pensabile che il lungo periodo nero che da centravanti rivelazione della A lo ha portato dalla Roma al Bologna – piaccia o non piaccia, dice Zara, un passo indietro – sembra essere ormai alle spalle. Vero è che una rinascita significherebbe molte cose, per lui e per il Bologna. Ma per parlare di rinascita vera bisogna che il gol arrivi anche contro una grande: delle 11 reti segnate in questa stagione una sola è arrivata contro una presunta “big”, l’Inter, entrando poi nel tabellino contro un’aspirante grande, l’Atalanta, e poi solo con squadre di medio e basso calibro: Crotone, Pescara, Palermo, Sassuolo, Udinese e Cagliari. Adesso ci sono Milan e Juventus: i rossoneri per Mattia ricordano un periodo nerissimo, cinque mesi in prestito conditi da appena tre gol e un certificato scadimento nell’opinione pubblica invece dello sperato rilancio, ai bianconeri non ha mai segnato in nove gare. È giunta l’ora di rimediare, per prendersi un futuro che lo vedrà ancora nel Bologna ma che lui vuole viversi da protagonista assoluto.

Donadoni vuole lo scalpo di una “big”

Che Bologna, quello 2015/2016, l’anno del ritorno in A. Un anonimo piazzamento finale, è vero, ma alcuni spunti davvero belli per il futuro, le vittorie 3-2 contro il Napoli allora capolista, l’1-0 a San Siro contro il Milan, il 2-2 contro la Roma in rimonta, l’impresa di fermare la Juve che veniva da quattordici vittorie di fila. Tutto molto bello, peccato però che – come sottolinea ancora Furio Zara – si parli dell’anno scorso. Quest’anno la musica è purtroppo molto diversa: sono appena due i punti ottenuti contro le cosiddette grandi (o aspiranti tali) del nostro calcio in questa stagione, i pareggi in casa della Lazio e dell’Inter all’andata, entrambi per 1-1. Al ritorno sono arrivate due cadute, mentre sempre sconfitti i rossoblu sono stati, con anche punteggi memorabili (in negativo) contro Roma (0-3 e 0-3), Napoli (1-3 e addirittura 1-7) Atalanta (0-2 e 2-3) e Fiorentina, doppio 0-1. Rimangono due gare per rimediare: all’andata il Milan ha sbancato il Dall’Ara in nove, la Juventus invece si è imposta allo Stadium con un perentorio 3-0. E se come sottolinea Zara una vittoria contro una grande vale il giusto – sempre tre punti sono – a livello di morale, di crescita, di convinzione nei propri mezzi e (perché no?) di felicità dei tifosi non c’è paragone rispetto alle vittorie arrivate per i rossoblu in questo campionato: tutte contro squadre di piccolo-medio cabotaggio, mai una vera continuità, la sensazione di un lavoro ancora inespresso. A Donadoni e ai suoi il compito di riscrivere la storia di questa stagione nelle due partite che restano.

 

Valiani, Di Vaio, Giaccherini, Ramirez e Locatelli: luci a San Siro

Lorenzo Longhi ci riporta invece indietro nel tempo, raccontando di Bologna corsari capaci di sbancare San Siro anche quando il Milan era una squadra che dominava l’Europa e non una “big in transito” come oggi. Gol memorabili, come quello che Valiani si fece addirittura tatuare e che recitava la data 31 agosto 2008: i rossoneri presentavano Ronaldinho all’Italia, ma il fenomeno fu lui, con una botta clamorosa che certificò l’1-2 di un Bologna corsaro, già passato in vantaggio con Marco Di Vaio. Il Bologna a San Siro trova a volte energie, forze, insperate: l’ultima volta è accaduto la scorsa stagione, gennaio 2016, assist di Mounier e gol di Giaccherini, Milan 0 – Bologna 1. Da ricordare anche un gol di Gaston Ramirez per l’1-1 del 2012 e soprattutto una combinazione Locatelli-Zagorakis (di tacco) e ancora Locatelli con tiro dell’ex-Primavera del Milan che gelò quella che molti chiamano “la Scala del calcio” e che quel giorno vide i rossoblu uscire vittoriosi per 1-0. Insomma, i precedenti non mancano, per cui sotto con il Milan, sotto con San Siro, con fiducia.

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