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STADIO: Ci sono pochi soldi, ma forse arriva Cerci

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Nonostante la sfida con il Pescara sia decisiva per capire che margini di crescita ha la squadra, e fino a che punto può autorevolmente dichiararsi matura per inseguire un piazzamento in classifica decoroso – detto che dietro c’è chi cammina troppo lentamente per far salire ansie da retrocessione – i quotidiani sportivi che parlano di Bologna sono già proiettati a gennaio e ad un mercato di riparazione che sicuramente è tema più affascinante – per quanto fumoso – della sfida di Pescara. 

Cerci-Bologna, prima opzione

“STADIO” non fa eccezione, titolando in prima pagina “Cerci ci riprova, Bologna aspetta” e andando poi ad approfondire all’interno con un articolo a firma Furio Zara. Per l’esterno dell’Atletico Madrid, cresciuto nella Roma ed esploso con il granata del Torino, Bologna rappresenta la prima opzione per un rilancio calcistico che certo non può accadere in Spagna, dove Simeone non lo vede più. E pensare che appena due anni fa Cerci era uno dei nomi più caldi del calcio italiano: dopo due stagioni con numeri pazzeschi in coppia con Immobile (8 gol e 12 assist la prima stagione, 13 gol e 12 assist la seconda) si era guadagnato la chiamata per i Mondiali in Brasile e l’attenzione di numerose squadre, con l’Atletico Madrid che aveva finito per accaparrarselo. Da allora niente è andato bene, Cerci e Simeone non si sono mai presi, i tentativi di rilancio in Italia sono andati in fumo prima al Milan e poi al Genoa, l’ultima squadra con cui ha giocato una gara lo scorso aprile. 

Già, perché da allora Cerci, colpito da un infortunio al ginocchio, non è più sceso in campo. Per questo è sfumato sul filo di lana (il 31 agosto) il passaggio al Bologna: il suo entourage aveva garantito su un ritorno in campo a fine settembre, ma lo staff medico rossoblu aveva un’opinione diversa – e veritiera, oggi lo sappiamo. Cerci ci prova ancora: vuole rilanciarsi, vuole farlo in Italia, lo farà a Bologna se il Bologna glielo permetterà. Da parte del club la disponibilità a parlarne c’è, ma nessuna promessa: se si stesse parlando dell’esterno offensivo – che però ha avuto le migliori stagioni come seconda punta, come ricorda Zara – di due anni fa non ci sarebbero discussioni. Ma i dubbi sul fatto che Cerci sia lo stesso rimangono.

Donadoni lo sa: a gennaio ci saranno pochi soldi

Ancora “STADIO” riporta con Matteo Fogacci le parole che Roberto Donadoni ha detto durante il ricevimento “Torre di Maratona” che annualmente viene assegnato al personaggio sportivo più in vista di Bologna. Stuzzicato su vari argomenti, il tecnico rossoblu non si è certo tirato indietro, raccontando di come nel calcio – e nella vita – ci siano momenti belli e momenti brutti, difficili, che però vanno affrontati con positività. Ogni giocatore, dice Donadoni, va motivato in modo diverso, e magari anche la stampa potrebbe aiutare, parlando con più equilibrio: quando le cose vanno bene ci si esalta, quando vanno male ci si deprime, difficilmente si guarda nel lungo periodo, questo il senso del discorso. Le parole più interessanti sono quelle che riguardano il calciomercato prossimo venturo: a gennaio il Bologna farà qualcosa, ma si parlerà di piccole operazioni, di poche cifre, ché Saputo ha già speso molto negli anni scorsi e questa era nei piani come una stagione interlocutoria. Due parole anche sul modulo, che qualcuno propone vada cambiato: il mister si adegua al materiale umano di cui dispone, e avendo in rosa molti esterni offensivi il 4-3-3 rimane la prima opzione. Ma Donadoni non è integralista, e ricorda che già in passato, come allenatore, ha cambiato modulo e idee. Dopo aver parlato di Bologna città, che è bellissima e purtroppo non sempre curata come meriterebbe, l’attuale allenatore rossoblu chiude con la Nazionale: se fosse tornato CT sarebbe stata una rivincita? Niente affatto. Quando Donadoni fu mandato via l’Italia era la seconda forza al mondo. E poi, a chi gli ha parlato di azzurro nei mesi scorsi, lui ha risposto che, semplicemente, si era preso un impegno con il Bologna.

foto: espnfc.com

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