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Stadio – Danilo: “Sarei rimasto ancora. Bologna è un posto stupendo, si merita tutto”

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crediti immagine: Damiano Fiorentini - 1000 Cuori Rossoblu


Lunga intervista concessa da Danilo al Corriere dello Sport-Stadio. Tanti i temi toccati, uno fra tutti il perché del suo addio al Bologna, non privo di qualche rimpianto. Alla domanda, ci si può permettere di lasciar andare via uno che ha fatto 102 partite in tre anni, Danilo risponde così: “Non lo so, non so cosa passa nella loro testa. Magari Siniša va via o magari vuole fare un altro tipo di calcio“. Nessuna polemica per l’esperto difensore brasiliano, che manda segnali d’amore alla città e ai bolognesi: “I bolognesi sono tutte persone serie, brave persone. Bologna si merita tutto“. 

Infondate le voci sulle richieste di un contratto biennale da parte di Danilo, che sentenzia: “Ho 37 anni, come facevo a chiedere più soldi? Io gioco dove mi sento bene, dove c’è un ambiente di lavoro sano. Il rammarico è di non aver giocato queste ultime partite, ho avuto un problema al piede dopo la partita con lo Spezia“. Rammarico dicevamo, quello che pervade l’ex difensore rossoblù alla domanda sul rapporto tra lui e Mihajlović: “Un rapporto normale, di fiducia tra persone serie. Lui è così: serio e franco, uno che ti dice le cose in faccia. […] Il mio unico rammarico è stato non averlo prima, Mihajlović. Magari a 25 anni. Avrei potuto fare una carriera diversa“. Sul rapporto extracalcio: “Anche il periodo della malattia mi ha segnato tanto. Siamo stati sempre una squadra, nei periodi belli e in quelli brutti. Nella vita, con la sua malattia, Siniša mi ha insegnato a godere di ogni momento. E anche adesso, mentre c’è la pandemia, vedo le cose in un’altra forma. Dai valore alle piccole cose. Durante la malattia diceva sempre che voleva prendere un po’ di sole“. Sui principi di gioco di Mihajlović: “Il coraggio, provare sempre a fare la partita. Per giocare, non per guardare gli altri che giocano. […] Mi ha fatto prendere anche un po’ di critiche, giocare uno-contro-uno con la difesa alta non è stato così facile. Ma provare è giusto, anche perché il Bologna poteva fare molto di più. Una cosa è certa, abbiamo sempre giocato a calcio”. 

Le riserve sul futuro del mister non vengono sciolte, lo stesso Danilo ribadisce come Mihajlović abbia ancora due anni di contratto. Alla fatidica domanda su cosa manchi per l’Europa League, Danilo è sicuro: “Ci vogliono i giocatori. Vuoi fare un paragone con l’Atalanta? Ha dei giovani bravi ma ha anche dei giocatori nell’età giusta, e quelli alla fine devi trovarli. Sui veterani: “Abbiamo sempre portato la nave in porto, noi vecchi. Anche Poli, nonostante abbia giocato meno. Il Bologna fa uscire fuori tanti ragazzi giovani perché ci sono anche le spalle di giocatori più esperti su cui contare”. 

E Saputo? “Mi ha salutato domenica. Lui è il presidente giusto per il Bologna, è giusto per far fare il salto di qualità al club, alla squadra. È ambizioso, ma serve pazienza”. 

Alla domanda su quale giocatore lo abbia impressionato di più, Danilo non ha dubbi: “Svanberg, è fortissimo”. Parole al miele anche per Vignato: “Ha i colpi da brasiliano vero. […] È un ragazzo molto intelligente, molto umile, farà una carriera da grande”. Su Orsolini, Barrow e Soriano: “Orsolini è puro istinto, è uno di quelli a cui manca tanto lo stadio pieno. Barrow lo vedo bene da seconda punta, prima punta invece no. Soriano meritava la convocazione all’Europeo, è più forte di almeno due o tre che sono in rosa adesso”

Inevitabile tornare sul rapporto con la città, il club e i tifosi, la squadra che ha creduto in lui dopo sette anni all’Udinese: “È stato Inzaghi a credere in me, lui mi ha telefonato, mi ha parlato del progetto: lo ringrazierò per sempre. Bologna è un posto stupendo. La città, i tifosi, ogni cosa. Sono sincero. Bologna era nel mio destino. L’altro giorno stavo facendo un po’ di ordine ed è saltato fuori un ritaglio di giornale del 2007. Era venuto un osservatore del Bologna a vedermi, giocavo nell’Atletico Paranense”. 

Sul futuro: “Voglio continuare a giocare, un anno ancora. O finché il corpo mi dà segnali positivi. Mi piacerebbe in Italia, ma vediamo”. 

Fonte: Giorgio Burreddu – Corriere dello Sport – Stadio

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