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Bologna

STADIO: Finalmente al completo – 02 set

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“C’è il presente, abbiamo pensato a quello. Ma anche al futuro.” Con queste parole Pantaleo Corvino ha “battezzato” il nuovo Bologna, ed è cavalcando queste parole che Furio Zara su “STADIO” in edicola oggi si diverte ad analizzare una squadra finalmente completa e che può vantare alternative in ogni ruolo. Anzitutto il modulo: Rossi cambierà strada, e dopo aver inseguito il 4-3-1-2 virerà sul 4-3-3, il primo amore, quello imparato studiando Zeman quando era un giovane allenatore di belle speranze. Sarà un 4-3-3 elastico, dove gli esterni offensivi ripiegheranno come ali per avere una squadra compatta. In difesa tutto a posto: i portieri sono due e affidabili entrambi, tra i centrali c’è solo l’imbarazzo della scelta, mentre Zara sottolinea come sugli esterni le incognite non manchino, soprattutto a destra con Mbaye. Rossi attende di recuperare Krafth per capirne il potenziale fino in fondo. Il centrocampo piace per gioventù e dinamismo, l’esperienza la portano Brighi e Taider e le geometrie Crisetig, che però non ha alternative se non il giovane Diawara, che Rossi inizialmente voleva destinare alla Primavera e che invece resterà nel giro della prima squadra e Donsah e Rizzo sono forti e più che futuribili, mentre in attacco si è puntato sull’esperienza per chi sarà chiamato a rifornire Destro: Giaccherini e Mounier garantiscono velocità e adattabilità, oltre a quei cross che serviranno come il pane per mettere il centravanti nelle condizioni di segnare, traducendo in gol il lavoro della squadra. Eh già, eccoci a Destro: Rossi aveva chiesto di non caricarlo di troppe responsabilità, ma è chiaro a tutti che sarà dai suoi gol che dipenderanno le fortune della squadra. Destro è un predatore d’area, uno che vive di istinti, di movimenti, di occasioni, mentre la sua riserva Mancosu è più contropiedista. Insomma, la squadra c’è, il potenziale pure (Zara si diverte a formare una formazione esclusivamente “Under 24” e viene fuori una squadra molto interessante) e adesso non resta che lasciare lavorare Rossi: che sa che il futuro aspetta, ma il presente è adesso.

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