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STADIO: Il Bologna beffato perde la partita e Destro – 13 feb

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Cronaca di un pomeriggio da dimenticare. La sconfitta contro la Sampdoria, la terza in una settimana, apre pesanti interrogativi su quello che sarà il futuro di questa squadra da qui a fine campionato. Ma dopo due sconfitte casalinghe storiche e brucianti, stavolta ci si mette di mezzo la direzione di gara, ed ecco dunque che i nervi vengono allo scoperto, così come la sensazione di non essere tutelati da chi dovrebbe garantire imparzialità al campionato. A questo si aggiungano i diversi infortuni che il Bologna rimedia a Marassi ed ecco la cronaca di una giornata da dimenticare.

La partita

Per raccontare la sconfitta di ieri, Furio Zara parte dalla fine o quasi, dal rigore che l’addizionale Livio Marinelli fa notare al direttore di gara Fabbri e che, alla riprova dei fatti, è inesistente. Bereszynski fugge sulla destra e crossa, Pulgar respinge con il braccio attaccato al corpo, girato praticamente di spalle. Impossibile dare il rigore, ma non per Marinelli, che condanna così il Bologna alla rete del pari doriano, che arriva dagli undici metri grazie al (fenomenale, a tratti) Muriel. Il vantaggio rossoblu era arrivato nel primo tempo grazie a un’invenzione di Destro, che aveva ridato senso a un pallone condannato sul fondo dandolo a Verdi, a sua volta bravo a scaricare per Dzemaili che con una botta da fuori aveva portato in alto il Bologna. Un vantaggio legittimato anche da un palo di Donsah e da una traversa su punizione di Verdi, un gol che aveva illuso i tifosi rossoblu di un pronto riscatto in uno stadio, il Marassi, dove la Sampdoria ha eretto un fortino: nelle ultime dieci uscite casalinghe i blucerchiati hanno centrato sei vittorie e tre pari a fronte di un’unica sconfitta. Raggiunto, in questo rocambolesco modo, il pari, la Samp sfonda: il 2-1 lo segna Schick, uno specialista dei gol da subentrato (5 su 6 li ha realizzati partendo dalla panchina) mentre il 3-1 è un’autogoal, il secondo stagionale, di Mbaye. Peccato, perché un Bologna così, volitivo nonostante le perdite di Gastaldello, Maietta e Destro – il primo nel riscaldamento, gli altri durante la gara – meritava sicuramente qualcosa di più.

Le pagelle

Partiamo subito dall’arbitro Fabbri: l’inviato gli assegna un 4 perché anche se l’errore è dell’assistente Marinelli (sul giornale chiamato Mazzitelli) lui lo ascolta. E cos’altro poteva fare? Niente, ma bisogna pur rispondere di un errore che cambia la gara. Prima, a cambiarla, ci aveva pensato l’allenatore della Sampdoria Giampaolo, che si prende un bel 7 grazie ai cambi che mettono alle corde il Bologna: entrano Djuricic e Schick e la partita cambia, con i due che sono i migliori doriani insieme al “trottolino pensante” Torreira: anche per i tre un bel 7. Lo stesso voto che va ai due rossoblu migliori, Torosidis e Dzemaili: il primo gioca una splendida partita in un ruolo non suo, centrale di sinistra, il secondo è autore del sesto gol stagionale e fa sognare. Ordinari gli altri protagonisti in campo, male Krejci, che “si sgonfia presto”, e un Sadiq in ritardo di condizione e che non ne indovina una che sia una. Il nigeriano prende 5, così come il senegalese Mbaye, responsabile del 2-1 di Schick e del 3-1 che firma con un’autorete. Donadoni almeno merita la sufficienza: un 6 che premia lo spirito di reazione mostrato dalla squadra dopo la doppia debàcle contro Napoli e Milan.

Le parole di Donadoni e Fenucci

Roberto Donadoni non le manda a dire dopo una sconfitta che non sente di aver meritato. Non le manda a dire all’addizionale Marinelli, l’unico ad aver visto un inesistente fallo di mano di Pulgar e ad aver così cambiato la gara con un rigore che non c’era. “Forse voleva giustificare la sua presenza con una sciocchezza” dice il tecnico, che poi sottolinea come gli arbitri “non sbaglino così quando dirigono le grandi”. Il mister chiude sull’aiuto della tecnologia: non ne era un promotore, non era convinto, ma certo è che “a questo punto meglio un robottino che decide tutto. Perché qui l’errore umano è clamoroso.” Gli fa eco l’AD Fenucci, che sottolinea come gli errori ci siano sempre stati ma che se questi capitano alle cosiddette “grandi” hanno un’eco maggiore che se capitano al Bologna. Ecco perché la strategia cambia, stavolta si parla di arbitri, se ne sottolineano gli errori e si chiede più attenzione e professionalità. “Dobbiamo farci aiutare dalla tecnologia”, ripete Fenucci. 

foto: sportal.it

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