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STADIO: Sfumato il salto di qualità, Donadoni rifà il Bologna: difesa “greca” e attacco senza punte – 15 feb

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Un tifo senza fine, capace di riempire le tribune del Dall’Ara in vista del big match contro l’Inter nonostante da tempo le prestazioni della squadra non siano certo memorabili. L’amara constatazione che, se salto di qualità doveva esserci, non c’è stato in una stagione partita con ben altre aspettative. La presa di posizione di Roberto Donadoni, che a questo punto prova a scuotere e cambiare il Bologna togliendo ad ogni giocatore certezze e alibi: chi vuole restare nel progetto lo dimostri da qui a fine stagione. Questi i temi toccati da il “Corriere dello Sport – STADIO” nella sua edizione di oggi.

In 25.000 contro l’Inter

A fronte di 13.746 abbonati, e con quattro giorni di anticipo dal “lunch match” di domenica contro l’Inter, siamo già a quota 10.000 biglietti venduti in vista di una gara di campionato, la prossima, che potrebbe ricucire lo strappo tra squadra e tifosi così come accentuarlo. Molto dipenderà da come il Bologna affronterà i nerazzurri dell’ex-Pioli, con il pubblico che continua a mostrare entusiasmo ma davvero non può scordare le ultime due pesanti sconfitte casalinghe: prima l’1-7 contro il Napoli di Sarri, partita disgraziata al termine della quale erano comunque piovuti applausi da parte della curva Bulgarelli. Impossibile continuare ad applaudire quando tre giorni dopo, con un Milan ridotto in 9, il Bologna non solo non è riuscito a colpire ma addirittura si è fatto male nel finale, perdendo una gara incredibile giocata con due uomini in più. L’unico dato positivo registrabile in società, dunque, è attualmente la risposta dei tifosi: domenica alle 12,30 – un orario spesso contestato da chi è contrario al “calcio moderno” ma che evidentemente piace – si dovrebbe puntare sulle 30.000 presenze, numeri importanti che meritano una risposta all’altezza sul campo.

Il confronto con il 2015/2016 vede il Bologna di oggi in perdita

Lorenzo Longhi, il concetto, lo riassume così: “Peggio di un anno fa, niente salto di qualità”. E diventa difficile dargli torto leggendo i numeri che il giornalista snocciola a supporto della sua analisi. “Peggio di un anno fa” è il Bologna attuale, che con il suo 14° posto in classifica frutto di 27 punti in 24 gare si gode una salvezza anticipata solo per mancanza di competitività da parte delle ultime tre in classifica. Se però si guarda quello che era l’obbiettivo stagionale, e cioè un consolidamento del progetto attraverso crescita, punti e gioco c’è poco da stare allegri: il Bologna 2016/2017 ha al momento tre punti in meno rispetto a quello dello scorso anno, confronto che non solo è perduto ma diventa ancora peggiore se si considerano i diversi obbiettivi. Il Bologna della scorsa stagione aveva come obbiettivo la salvezza, era neopromosso in A, aveva ovvie giustificazioni e scontava inoltre una partenza a dir poco negativa, 6 punti nelle prime 10 giornate, quelle cioè con Delio Rossi in panchina. Con l’arrivo di Donadoni la musica era cambiata, e se quest’anno la squadra è partita senz’altro meglio si è alla fine sgonfiata alla distanza. Non tutto è perduto però: la scorsa stagione un Bologna in gran forma cominciò il 19 febbraio una crisi di risultati (9 gare senza vittorie) proprio intorno a questo periodo, il 19 febbraio. Per cui tempo di recuperare ce n’è. Ci sarà anche la voglia?

Contro l’Inter una formazione inedita

Un po’ per disperazione e molto per causa di forza maggiore (leggasi infortuni a catena) Roberto Donadoni contro l’Inter sarà costretto ad inventarsi un Bologna tutto nuovo. Fuori per infortunio Mirante, Gastaldello, Maietta e Destro, il tecnico si trova così senza la difesa titolare e senza l’uomo più rappresentativo dell’attacco. Due reparti, quello difensivo e quello offensivo, che sono purtroppo i quint’ultimi del campionato per reti fatte e e subite. Ecco dunque che una rivoluzione, comunque inevitabile, potrebbe pure portare a nuove risposte: Da Costa al posto di Mirante tra i pali, centrali giocheranno Oikonomou e Torosidis, nato terzino ma che si è ben distinto contro la Sampdoria dopo l’uscita dal campo di Maietta. Sulla fascia sinistra sicuro del posto Masina, a destra la situazione è più ingarbugliata: non convincono né Krafth né Mbaye, ma uno dei due dovrà giocare. In attacco infine ecco nuovamente Verdi nel ruolo di centravanti, ruolo che forse non gli si addice ma dove giostrava l’idolo di gioventù Ronaldo, “il Fenomeno” dell’Inter. Ai suoi fianchi Krejci e Di Francesco, che ha iniziato il 2017 da titolare e poi è scivolato nelle retrovie.

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