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Stelle del passato – Milan: palloni d’oro e bandiere
Baresi, Shevchenko e tanti altri. Il Milan ha avuto tante stelle che ne hanno segnato il passato, anche piuttosto recente.

Il cammino del Bologna si incrocerà con quello del Milan per 2 volte nel giro di 5 giorni, per 2 traguardi importanti. I rossoneri stanno vivendo una stagione negativa, con la possibilità di darle un’importante svolta proprio in queste ultime settimane. Il Milan nel passato ha avuto stelle in ogni epoca, giocatori passati alla storia del calcio. Dopo aver parlato di Rossi, Maldini, Rivera e Van Basten, ecco altri personaggi iconici della storia rossonera.
Stelle del passato Milan: Dida
Il portiere brasiliano fu protagonista di una parte di storia molto importante per i rossoneri. Acquistato dal Milan nel 1999, venne subito girato in prestito in Brasile. Qualche presenza nell’annata 2000/2001, un altro prestito un patria e poi l’approdo definitivo ai rossoneri nell’estate del 2002.
Dal momento del suo ritorno definitivo, scalò rapidamente le gerarchie. Partito come riserva di Abbiati, riuscì a sopravanzarlo grazie all’ottimo secondo tempo disputato nel match di Champions League contro lo Slovan Liberec. Grazie a quella partita, fu poi proprio lui il portiere dei rossoneri nella storica finale di Champions League vinta ai calci di rigore contro la Juventus, occasione in cui Dida ne parò addirittura 3.
Nella stagione successiva subì appena 20 gol in campionato e il Milan divenne campione d’Italia. Nel 2004/2005, in Champions League, mantenne l’imbattibilità per ben 623 minuti. I rossoneri però vennero sconfitti nella leggendaria finale di Istanbul ai calci di rigore. Dida fu anche il portiere della terza finale di Champions League nel giro di pochi anni. Nel 2007, il Milan si prese una bella rivincita proprio contro il Liverpool, sconfiggendolo ad Atene per 2-1.
Nelle ultime 3 stagioni, il suo minutaggio calò sensibilmente, fino all’addio al termine della stagione 2009/2010. Dida chiuse la sua esperienza rossonera dopo: 302 presenze, 245 gol subiti e 132 clean sheets. Con il Milan vinse 1 campionato, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Mondiale per Club, 2 Supercoppe Uefa e 2 Champions League.
Franco Baresi, la garanzia
La carriera di uno dei più grandi difensori nella storia del calcio italiano (per molti il più grande) è stata legata alla maglia rossonera in modo indissolubile. Franco Baresi giocò nel Milan per oltre 20 anni, divenendo il simbolo di tantissimi successi del “Diavolo”. Difensore dotato di un’aggressività e una sicurezza tali da permettergli di tenere a bada molti dei giocatori più forti di quegli anni.
Fatta tutta la trafila nelle giovanili del Milan, Baresi esordì in prima squadra nella stagione 1977/1978. Nell’annata successiva divenne il libero titolare dei rossoneri e vinse anche il suo primo campionato. Nel 1980, a causa dello scandalo scommesse, i suoi vennero retrocessi in Serie B. Baresi fu uno dei pochi a rimanere, diventando definitivamente uno dei simboli dello spogliatoio. Dopo l’immediata promozione, la squadra retrocedette di nuovo, anche a causa dell’assenza prolungata proprio di Baresi.

Franco Baresi (© AC Milan)
Proprio alla vigilia della seconda stagione in Serie B degli ultimi 3 anni, Franco Baresi, a 22 anni, diventò il nuovo capitano del Milan. Verso la fine degli anni ’80, i rossoneri divennero una squadra quasi inarrestabile e aprirono un ciclo di vittorie nazionali e internazionali molto lungo. In prima linea ci fu sempre lui, il capitano che, dopo le sofferenze della Serie B, guidò il club nell’ascesa verso l’olimpo del calcio mondiale a suon di prestazioni strabilianti. Tanto da essere ricordato e riconosciuto come uno dei calciatori più forti del XX secolo. Si ritirò nel 1997 dal calcio giocato.
Terminò la sua carriera milanista dopo: 716 presenze, 33 gol e 24 assist. Durante questi anni vinse: 6 campionati, 4 Supercoppe Italiane, 2 Serie B, 2 Coppe dei Campioni, 3 Supercoppe Uefa e 1 Coppa Mitropa.
Ruud Gullit
Un altro dei protagonisti principali dell’inizio del dominio rossonero. Uno degli acquisti che permise al Milan di fare un enorme salto di qualità verso la fine degli anni ’80 fu proprio quello di Ruud Gullit. Il centrocampista olandese arrivò nell’estate del 1987 dal PSV rinforzando in modo importante il centrocampo rossonero. Le sue qualità di tuttocampista lo resero fin da subito un perno della squadra.

Ruud Gullit (© AC Milan)
Nella sua prima stagione al Milan diede subito un grande contributo alla vittoria dello scudetto, oltre ad ottenere nel dicembre 1987 il riconoscimento del Pallone d’Oro, grazie anche alle prestazioni mostrate la stagione precedente con il PSV. La stagione successiva invece giocò una Coppa Campioni di altissimo livello. Con 4 gol e 2 assist in 8 partite, fu lui il trascinatore dei rossoneri verso la vittoria, grazie soprattutto alla doppietta in finale. L’anno successivo non partecipò al bis europeo dei suoi a causa di un brutto infortunio.
Dopo aver vinto ancora 2 scudetti e 1 Supercoppa Europea, Gullit venne ceduto alla Sampdoria, dove restò solo 1 anno. Fece poi ritorno a Milano nel 1994. In rotta con la società, la sua seconda avventura rossonera durò appena qualche mese. Lasciò definitivamente i rossoneri dopo 171 presenze, 56 gol e 38 assist. Vinse 3 campionati, 2 Supercoppe Italiane, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe UEFA e 1 Coppa Intercontinentale.
Tra le stelle del Milan, il bomber: Andriy Shevchenko
Uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi. Andriy Shevcenko fu uno dei principali artefici delle fortune rossonere di inizio anni 2000. Dotato di corsa e di grande forza fisica, l’ucraino era anche noto per la sua freddezza e la sua abilità con entrambi i piedi. Caratteristiche che gli permisero di diventare in poco tempo uno dei centravanti più forti della sua generazione. Nel 2004 vinse anche il Pallone d’Oro.
Arrivò a Milano nell’estate del 1999 dalla Dinamo Kiev. Il suo impatto con la nuova realtà fu eccezionale, chiuse la prima stagione in Serie A con 24 gol in 32 partite, che gli valsero il titolo di capocannoniere. Nonostante altre stagioni molto prolifiche, per il primo titolo dovette aspettare il 2003. In quell’anno il suo Milan vinse Coppa Italia e Champions League. Nella finale di Manchester fu proprio di Shevchenko il rigore decisivo per la coppa dalle grandi orecchie.

Andriy Shevchenko (© AC Milan)
L’anno dopo arrivò lo scudetto, oltre al secondo titolo di capocannoniere, di nuovo con 24 centri. Nella sua ultima stagione in rossonero, quella 2005/2006, segnò 9 gol in Champions League, conseguendo così il titolo di capocannoniere della competizione. Entrò nella storia anche per il poker rifilato al Fenerbache nella vittoria per 0-4 ai gironi. Il suo Milan però uscì in semifinale nel doppio scontro con il Barcellona.
In quell’estate passò al Chelsea, dopo una travagliata trattativa che si concluse verso fine mercato. Nel 2008 tornò al Milan, ma senza lasciare il segno. Andriy Shevchenko chiuse la sua lunga parentesi rossonera con 322 presenze, 175 gol e 46 assist.
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