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The Day After: “Impressioni di Settembre” – 7 set

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Impressioni di settembre

Almeno se n’è andato quell’orribile meno uno. Magra consolazione, sia chiaro. Ma del resto che vuoi farci: in tempi di magra, per rallegrare la giornata, tocca arrangiarsi come si può. Anche se, per stare sereni e fiduciosi dopo una giornata del genere, servirebbe più di un bicchiere di vino. In effetti, servirebbe un intero otre!

I fatti son questi. Il Bologna è questo: o forse no, ha ancora bisogno di carburare. Diverse ipotesi e teorie su questo punto collidono, con pensieri ed argomentazioni talvolta opposte che, sul citato punto, rischiano talvolta lo scontro. Verbale, sia chiaro e senza alcuna pretesa scientifica.

Di certo c’è solo una cosa: che attualmente il Bologna non è squadra. Vai a capire il perché: colpa dei soliti ed ormai immancabili problemi societari, di una preparazione fisica troppo dura o per un improbabile senso di soggezione nei confronti del grande Entella da Chiavari. Ironia a parte: la squadra ligure, al di dei facili sfottò per le dimensioni non propriamente da metropoli, è una realtà solida e seria che, nonostante le vesti di matricola, ha già capito come affrontare la serie B.

Del resto, se l’arbitro non avesse avuto quella clamorosa svista di moggiana memoria (e lasciate stare almeno per una volta la massima boskoviana sui calci di rigore) gli azzurri entelliani ( o chiavaresi?) avrebbero con ogni probabilità portato a casa una storica vittoria, da raccontare ai nipotini. Anche se, a dirla tutta, vincere contro il Bologna odierno non contiene nulla di epico in sé, a parte il nome di una vecchia gloria caduta da tempo in disgrazia.

Ma lasciamo stare il passato, per non farci prendere da una fastidiosa malinconia: è cominciato un nuovo campionato, tra pareggi immeritati, sconfitte preventivate e vittorie ancora lungi dall’arrivare (al Dall’Ara non si vince da marzo). Nel mezzo, una squadra che, nel caso in cui Cacia si assentasse per qualsiasi motivo, finirebbe a lottare per non retrocedere ed una società sul piede di partenza, per l’ennesima volta a dirla tutta: occhio dunque a lasciarsi andare a voli pindarici. Da queste parti lo sappiamo bene: “ accordo è raggiunto quando penna firma” per dirla alla maniera del grande maestro. Sognare, però, non costa nulla: che gli americani quasi settant’anni dopo liberino di nuovo Bologna?

Per la prima volta dopo mesi una fioca luce s’intravede dal tunnel: aspettiamo e speriamo. Senza però montarci troppo la testa. Il risveglio, altrimenti, sarebbe davvero traumatico.

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