Bologna FC
Heggem si racconta: «Ho visto le foto della Coppa Italia: sono emozioni che voglio vivere a Bologna»
Il difensore rossoblù si racconta: «Italiano? È un martello con ognuno di noi, penso che tutto sulle tribune sentano le sue urla»
Torbjorn Heggem: pochi giorni fa lo abbiamo definito l’underdog del Bologna e della sua Nazionale, ma quatto quatto è diventato un perno difensivo della Norvegia e adesso lo sta diventando anche del Bologna.
Heggem vero il Mondiale
La sensazione di avere in mano un biglietto per gli USA – «Fantastica, un sogno che si avvera. C’erano oltre 50.000 tifosi a celebrarci alla Oslo City Hall. Abbiamo sentito il sostegno del nostro popolo durante il girone, ma quella festa dimostra quanto fosse importante per i norvegesi tornare al Mondiale dopo tanto».
Lui non era nemmeno nato. 27 giugno 1998, Italia-Norveglia 1-0 gol di Vieri: dagli azzurri agli azzurri – «È così. Anche se siamo una buona squadra abbiamo avuto tante difficoltà negli anni scorsi, come quando abbiamo fallito la qualificazione all’ultimo Europeo. In quel ciclo non giocavo, ma era quasi la stessa squadra di adesso».
In cosa siete più forti dell’Italia? – «Io credo che, giocatore per giocatore, l’Italia sia migliore di noi. Ma noi siamo un gruppo cresciuto insieme, che ha lavorato negli ultimi cinque anni conto stesso ct e abbiamo costruito passo dopo passo questa nuova generazione».
Riccardo Orsolini (© Bologna FC 1909)
Vi temeranno al Mondiale? – «Non saremo i favoriti, ma non andremo lì solo per partecipare. Abbiamo buone possibilità di fare strada continuando a giocare così: abbiamo ottimi attaccanti, individualità importanti, la nostra intesa si affina di gara in gara, cresciamo costantemente come collettivo. Per certi versi la Norvegia è molto simile al Bologna».
L’Italia può farcela a qualificarsi? – «Ha buone chance, anche se le gare secche sono sempre insidiose. Credo che ora sia migliore risiero a quella che avevamo battuto all’andata per 3-0, contanti anche che al ritorno mancavano Tonali e Calafiori. Però occhio già all’Irlanda del Nord: Isaac Price ha giocato con me al WBA, un numero 10 abile, state attenti».
Una carriera in ascesa
Da ottobre 2024 ad oggi: esordio in Nazionale, Serie A e Mondiale. È il momento più bello della tua carriera? – «Al 100%. L’ultimo anno è stato il migliore della mia vita. gruppi positivi, sto trovando tanto spazio e i risultati stanno arrivando. Sono felice».
All’età di 25 anni non eri ancora mai uscito dalla Scandinavia: sei esploso tardi – «Un pò entrambe. Il potenziale l’ho sempre avuto, ma l’ho tirato fuori un pò più tardi del previsto. Di recente ho fatto ottime scelte relative al club: al Brommapojkarna mi ha allenato un ex difensore centrale che mi ha insegnato tanto. Ora a Bologna con Italiano sto crescendo».
Il calcio: una grande passione, ma non l’unica – «Ho fatto ginnastica, pallamano, poi soprattutto sci di fondo e atletica, tra lancio del giavellotto e salto in lungo. Il calcio è sempre stato il sogno, ma praticare tanti sport mi ha aiuraro a costruire il mio atletismo. Ho sempre voluto prepararmi al massimo per essere il miglior atleta possibile. In garage avevo dell’erba sintetica per potermi allenare quando i campi erano innevati».
La tua miglior qualità? – «Saper usare bene entrambi i piedi. Ci ho lavorato tanto e riflette la mia infanzia, dove ho sempre cercato di massimizzare il mio potenziale. sartori ha ragione: cerco sempre di essere attento sul campo anche per il modo in cui giochiamo. Siamo offensivi, portiamo pressione alta e noi centrali siamo spesso uno contro uno».
Tutto l’amore di Heggem per Bologna
Bologna e Norvegia sono simili? – «Sento lo stesso spirito di squadra, un’unione che trascina. Ci sono ovviamente qualità tecniche diverse, ma l’atmosfera intorno è straordinaria».
L’attaccante più complesso che hai sfidato in Serie A? – «Kean. Ha fisico, è veloce ed esplosivo. Ma anche contro Nico Paz è stata dura. Il salto della Championship c’è stato, anche se la seconda serie inglese non è un campionato fatto solo di palle lunghe e lotta fisica come tanti pensano».
Cos’ha di speciale il Bologna? – «Abbiamo uno stile di gioco che richiede tanto ad un difensore, non siamo la tipica squadra du Serie A italiana, tattica e pronta a chiudersi. Siamo molto europei: Italiano sta facendo un grande lavoro, ha un ottimo staff e credo si sia percepito durante la sua assenza forzata, dove tutti sapevamo comunque cosa fare. È un martello con ognuno di noi, penso che tutto sulle tribune sentano le sue urla».
Dove può arrivare il Bologna? – «Pensiamo alla prossima gara per ora. Ma ho visto le foto della vittoria della Coppa Italia e sono emozioni che vorrei vivere anche io in rossoblù. Vogliamo centrare traguardi e lavoriamo duro per farlo».
Coppa Italia (@Damiano Fiorentini)
Domenica c’è l’Udinese: come reagite agli infortuni? – «L’Udinese è simile a una squadra di Championship. Ci mancano alcuni pilastri, ma siamo una squadra che ruota tanto: diversi giocatori hanno minuti nelle tante, è più facile per loro cogliere l’occasione giusta».
Dove vivi in città? – «Vivo in centro con la mia ragazza Kariianne. Bologna è una città stupenda, perfetta per me. Non è troppo grande, persone gentili, una storia da ammirare, è la capitale del cibo. Quando giochi a calcio non puoi scegliere la città dove vivrai, ma questa è per distacco la migliore dove sono stato. Devo ancora andare a San Luca, è mancato il tempo giocando ogni tre giorni ma rimedierò».
Piatto preferito? – «Ho imparato che ci sono regole sul cibo: prima di venire qui mangiavo pasta e pollo nella stessa portata, ora so che non bisogna mischiare. Sto mangiando tanta pasta: le tagliatelle al ragù, ma amo quelle prosciutto e parmigiano».
Dove ti vedi tra 2/3 anni? – «Bologna è il posto perfetto per me per diventare un giocatore migliore. Vogliamo conquistare qualcosa insieme qui in rossoblù. Poi i traslochi sono sempre complessi, le ultime cose dall’Inghilterra mi sono arrivate solo questa settimana».
(Fonte: Alessandro Mossini, Corriere di Bologna)
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