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Trent’anni di Sartori: non solo uomo mercato

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Fonte immagine: Twitter


La storia di Sartori è lunga e tortuosa, fatti di grandi intuizioni, imprese, ma anche qualche caduta. La bravura, la competenza e la forza d’animo sono le virtù che aiutano chi studia, si impegna a rialzarsi e così è stato per l’avventura del Chievo Verona di Sartori in Serie A. 

Nelle prime stagioni in Serie A, il Chievo lancia diversi giocatori verso palcoscenici più importanti. Durante la prima sessione dopo la promozione, in entrata spiccano i nomi del futuro Campione del Mondo Simone Perrotta, centrocampista allora in cerca di rilancio, Massimo Marazzina poi in grado di conquistarsi anche un posticino in Nazionale ed essere protagonista del gol che vale la promozione al Bologna nel 2008, contro il Pisa, dopo tre anni di Serie B, Nicola Legrottaglie venduto nel giro di 2 stagioni alla Juventus per circa 8 milioni, l’esterno Christian Manfredini che fece molto bene anche alla Lazio.

Sartori nel corso degli anni ha intercettato il talento di giocatori come Diomansy Kamara, che al Chievo non si impose e fece la differenza in Serie A solo con la maglia del Modena, Amauri venduto per 9 milioni al Palermo o anche Franco Semioli, anche lui in futuro in grado di ritagliarsi spazio in squadre di media classifica in Serie A e soprattutto la Nazionale.

Dal punto di vista dei risultati, il Chievo nei primissimi anni di Serie A raggiunse subito una qualificazione in Coppa UEFA e negli anni successivi anche i preliminari di Champions League, raggiunti a spese della Juventus, nella stagione dello scandalo Calciopoli furono la massima espressione del suo progetto clivense. Nella stessa stagione però arrivarono anche grandi dolori. Eliminato ai preliminari di Champions dal Levski Sofia, il Chievo è Sartori decisero di procedere alla cessione del brasiliano Amauri al Palermo affidandosi ai soli Pellissier e Obinna. La stagione fu disastrosa portando la squadra veronese dalla Champions alla Serie B. È in questa stagione che Sartori, col peso dell’intera gestione sportiva e per la prima volta con la pressione di dover conseguire un risultato, compie uno dei suoi migliori lavori vincendo il campionato di Serie B e riconquistando immediatamente la Serie A

Le stagioni successive furono perlopiù di sopravvivenza i, con alcune scelte di mercato interessanti come il definitivo lancio di Victor Obinna, poi venduto all’Inter. Tuttavia il risultato più importante dal 2008 al 2014 è quello conquistato come Responsabile dell’intera Area Sportiva della società gialloblù. In questi anni Sartori completa la costruzione di Settore Giovanile funzionante e di alto livello, che ancora oggi prosegue le sue attività nonostante la rinuncia ad iscrivere la squadra ai campionati per problemi finanziari. E così l’ultimo risultato di altissimo livello lo raggiunge proprio grazie al settore giovanile e come capo dell’intera area sportiva. Al culmine della stagione 2013/14 il Chievo Verona Primavera allenato dall’attuale CT della Nazionale under 21, Paolo Nicolato, vince lo Scudetto di categoria. Un’impresa senza precedenti per la formazione giovanile di una società che rappresenta un piccolo quartiere. Un miracolo equiparabile a quello compiuto con la prima squadra nel 2001 con la promozione in Serie A. Il motivo per cui Giovanni Sartori non è un semplice Direttore Sportivo, abile sul calciomercato, bravissimo nello scouting dei calciatori, ma in grado di creare strutture e ed “ecosistemi” tecnici funzionanti e funzionali ad ogni livello societario.

È l’ultimo successo da dirigente del Chievo Verona. La chiusura di un ciclo lungo 22 anni, un progetto partito dalla C1 e arrivato fino alla Coppa UEFA e ai preliminari di Champions League. Un capolavoro, il primo, lasciato col ricordo di una vittoria clamorosa, al momento giusto, quando era evidentemente impossibile fare ancora meglio vista anche la sorte futura del Chievo Verona.

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