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Troppi infortuni: alta tensione tra FIFA e giocatori

Il FIFPRO protesta contro le decisioni della FIFA che minano la sicurezza e la salute dei giocatori

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Lewis Ferguson, torna dal primo minuto in Champions League
Lewis Ferguson infortunio (© Damiano Fiorentini)

«Il calendario internazionale di calcio, eccessivamente saturato, mette a rischio la sicurezza e la salute dei giocatori, e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali apprezzate per generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo».

Questa la denuncia, o meglio il grido d’allarme, del Fifpro e l’associazione delle leghe europee sul tema infortuni.  Il sindacato dei calciatori professionisti e l’associazione delle Leghe europee contro la FIFA hanno di fatto detto basta con l’aumento delle partite.

Il reclamo, presentato alla Commissione UE, è stato aperto per abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario per le partite internazionali. Una protesta che prende le mosse dall’istituzione del Mondiale per club 2025 e l’aumento delle gare del Mondiale 2026.

In particolare, si denuncia, oltre all’aumento del rischio di infortuni per i giocatori, anche il mancato coinvolgimento di Fifpro e Leghe europee nelle decisioni sul calendario. Questo a conferma del fatto che la FIFA tende sempre di più a fare la “voce grossa”, abusando del suo potere e interessandosi sempre di più alle questioni economiche e sempre di meno alla salute dei calciatori.

Infortuni, la parola degli esperti

Solo in questo inizio di stagione si registrano numerosi infortuni al ginocchio per diversi calciatori in tutta Europa. Tra gli ultimi l’infortunio choc di Carvajal, oltre a quelli di Zapata e Bremer, e del candidato al pallone d’oro Rodri. Ma questi campioni, purtroppo, sono in buona compagnia: basti pensare che in Italia ogni anno si registrano più di 80mila ricoveri per lesioni al legamento crociato del ginocchio (Dati Siot 2018).

Ma allora, se anche tra gli amatori ci si rompe il ginocchio, è solo colpa del fitto calendario? Molti esperti negli ultimi mesi hanno approfondito l’argomento, con opinioni abbastanza condivise. Da una parte molti confermano che le tante partite sicuramente non aiutano i calciatori che, anche a causa delle lunghe trasferte, hanno livelli di stress e stanchezza molto alti che impattano in maniera negativa sul corpo.

Numeri esagerati

Un dato impressionante in questo senso è quello che ci lascia Repubblica in un suo articolo. Nell’ultima stagione, tra nazionali e club, un giocatore che abbia partecipato agli Europei in Germania ha passato 323 giorni di lavoro, con solo 42 giorni di riposo. Se si pensa che, in media, un dipendente “normale” ha 26 giorni di ferie pagate e 54 domeniche l’anno il dato lascia senza parole. Giusto per fare un esempio: Mbappè, a 25 anni, ha già giocato le stesse partite giocate da Platini al momento del suo ritiro.

Oltre alle troppe partite c’è però un altro dato che non viene preso in conto, ovvero il modo di giocare. È vero che il tempo effettivo medio di una partita è diminuito notevolmente, ma questo comporta anche un tipo di calcio diverso. Il modo di giocare si è evoluto, comportando l’aumento di salti per colpire di testa e di continue situazioni di 1 contro 1 con scatti e cambi di direzione. L’insieme di tutte queste azioni sforza in maniera significativa l’articolazione del ginocchio, che prima o poi cede.

Situazione infortunati complicata anche in casa Bologna

Karlsson e El Azzouzi si rinfrescano sotto il sole di Bologna

Karlsson e El Azzouzi (Fonte immagine: Bologna FC 1909)

L’aumento degli infortuni ha impattato anche la squadra rossoblù tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di questa. In casa Bologna sono infatti tre i giocatori che hanno riportato infortuni al ginocchio. El Azzouzi non ha ancora giocato un minuto in stagione. Oussama è fermo dall’estate per una distorsione al ginocchio subita alle Olimpiadi. E ora ha anche deciso di operarsi. Alla distorsione peraltro si è aggiunta un’ernia cervicale che lo terrà fuori altri due mesi almeno. Che tutti questi infortuni siano causati dalla lunga stagione dello scorso anno del marocchino?

Tra i lungodegenti dell’infermeria c’è anche Ferguson che, dopo aver riportato la rottura del legamento crociato lo scorso aprile, è ora sulla via del rientro in campo. A fargli compagnia in questo mese c’è stato anche Nicolò Cambiaghi, 37 partite su 38 lo scorso anno. Arrivato come promettente esterno d’attacco, l’ex atalantino è durato solo 14 minuti contro l’Udinese, per poi andare direttamente sotto i ferri a causa di una lesione del crociato anteriore sinistro.

Ma quindi, meglio continuare a giocare così tante partite, magari ampliando le rose delle squadre? Oppure conviene di più diminuire le partite, così da mantenere l’integrità fisica dei giocatori, evitando ulteriori problemi fisici?

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