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Un anno di Vincenzo Italiano

Il 13 giugno 2024 il tecnico si presentava alla stampa e alla città sognando un’altra festa in piazza

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Vincenzo Italiano portato in trionfo dai giocatori del Bologna

Il 13 giugno 2024, esattamente 365 giorni fa, Vincenzo Italiano si presentava alla città di Bologna come nuovo allenatore, l’allenatore che avrebbe condotto i rossoblù in Champions League dopo 60 anni. Un eredità importante da raccogliere ed un paragone con Motta fin troppo reiterato nel tempo che lo stesso mister ha saputo a suon di vittorie rispedire al mittente. Un anno dopo, la stagione 2024/25 parla da sola.

Il sogno di un’altra festa

In un clima di massima festa, Italiano aveva rilanciato subito, raccogliendo il guanto di sfida, il sogno di un’altra impresa da celebrare in Piazza Maggiore con tutta la città. Un obiettivo quasi impossibile da ripetere secondo quasi tutti i tifosi…E invece, è successo di nuovo. La voglia di successo dopo tre finali perse hanno accompagnato quel “Fire and desire” di saputiana memoria culminato un mese fa. Nel mezzo, però, tanti picchi di emozioni nonostante un inizio in salita.

Un lungo paragone

L’ostacolo più lungo è certamente stato quello di scrollarsi di dosso il continuo paragone con la gestione precedente. “Come Thiago Motta”, “Rispetto a Thiago Motta” quante frasi sono iniziate così per parlare di una qualsiasi statistica legata alla stagione in corso dei rossoblù, soprattutto all’inizio quando i punti persi per starda superavano le soddisfaizoni. Ad inizio novembre la squadra ha però realmente iniziato ad ingranare trasformando i pareggi in vittorie e cominciando a trovare anche la giusta personalità per affrontare gli impegni europei.

Il paragone si è lentamente allonanato fino a che lo stesso tecnico ha dichiarato di non gradire il continuo confronto. Parole che hanno chiuso il ponte nostalgico con il passato e il Bologna ha scalato la classifica chiudendo anche con il botto l’avventura in Champions.

La gestione del gruppo e le intuizione tattiche

I risultati sono passati dal protagonismo dell’uomo in panchina, sempre più coinvolto emotivamente dall’atmosfera bolognese ma al tempo stesso capace di rimanere concentrato sul campo. Proprio la gestione dello spogliatoio e alcune sue intuizioni tattiche si sono rivelate fondamentali. Oltre allo studio delle rotazioni sapientemente orchestrato, su tutte emerge l’adattamento sulla trequarti di Odgaard, assenza infatti pesante nel finale di stagione. Ha reso ogni giocatore (o quasi) importante per il gruppo senza elevare nessuno a superstar ma sfruttando proprio la forza della squadra, elemento per nulla banale quando il livello della competitività si alza.

Vincenzo Italiano(© Bologna FC 1909) Atalanta

Vincenzo Italiano crediti Bologna Fc 1909

Il trionfo

Su questo livello il Bologna si è mantenuto, rimanedo attaccato al treno europeo in campionato e inseguendo quell’obiettivo Coppa Italia che prendeva corpo setitmana dopo settimana fino al trionfo che chiunque ricorda e ricorderà per sempre. «Voglio portare 30 mila tifosi a Roma». Beh Vincenzo, ci sei riuscito.

Essere in finale era un sogno già esaudito per tutti ma nessuno più di lui voleva sollevare una Coppa dopo averla sfiorata fin troppe volte. Il trionfo è di una città con lui in copertina, premiato poi con il Nettuno d’oro. Italiano con la Coppa sul pullman scoperto ben stretta a sé, occhi carichi di emozione mentre,tramont alle spalle, guarda quella Piazza che è riusciuto a riaffollare: è questa l’immagine dalla quale ripartire senza paragoni con il passato ma il desiderio proiettato nel futuro.

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia (©Bologna FC 1909)

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia (©Bologna FC 1909)

 

 

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