Bologna FC
Un ringraziamento al passato: Angelo Da Costa
Un’ode al passato per non dimenticare chi, nel periodo recente, ha aiutato il Bologna a risorgere dalle ceneri, senza però riuscire a festeggiare nulla di concreto.

“Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato per dare il giusto valore al presente.”
Dumitru Novac
Non è sempre chi gioca di più, chi segna di più o chi vince di più ad essere anche il più ricordato. Certo, sicuramente l’insieme di queste cose aiuta un giocatore a rimanere impresso nei ricordi di tifosi, ma spesso per entrare nel cuore della gente basta essere sé stessi. «Quando sono arrivato a Bologna e ho visto i tifosi, la città e tutto il resto, mi sono detto: anche se non gioco io devo rimanere qua per tutta la vita, per me il Bologna è come il Real Madrid». Parole vere, sincere, di un uomo che a Bologna ha regalato 7 stagioni della sua carriera, senza chiedere nulla in cambio. E allora, come per gli altri ragazzi di questa rubrica, anche Angelo Da Costa merita un ringraziamento per i successi odierni del Bologna.

Angelo Da Costa in campo durante il periodo Covid (© Damiano Fiorentini)
Un arrivo inaspettato, ma un successo immediato
Gennaio 2015. Il Bologna, appena retrocesso dalla Serie A, ha da poco cambiato la guida societaria. Da qualche mese, infatti, lo storico club emiliano è passato nelle mani dell’imprenditore canadese Joey Saputo. L’obbiettivo del nuovo direttivo rossoblù, ovviamente, è quello di tornare il prima possibile nel massimo campionato italiano.
Ecco che, allora, nella sessione di mercato di gennaio si sceglie di fare alcune modifiche, in primis dalla porta. Fuori Stojanovic, dentro Angelo Da Costa, in arrivo dalla Sampdoria, per cercare di centrare subito l’obbiettivo promozione. Una scelta facile per Angelo che, consigliato anche dall’ex compagno Gabbiadini, si lascia convincere dal progetto di Saputo: «Mentre arrivavo a Bologna, chiamai il mio amico Gabbiadini, che mi disse “vedrai che ti troverai bene a Bologna, in un ambiente ed una città fantastiche, e vedrai che tornerete in Serie A”».

Il Bologna festeggia la promozione in Serie A nella stagione 2014/15 (© Bologna FC 1909
Detto, fatto. Dopo una difficile cavalcata, il Bologna di Da Costa e compagni vince nella doppia finale col Pescara i playoff di Serie B e realizza il sogno di tornare in A «nonostante una sofferenza incredibile, ma con la voglia di fare felici i nostri tifosi».
Da Costa – Bologna, il connubio della crescita
Da quel momento l’impero di Saputo si ingrandisce «cambiando qualcosa ogni anno, facendoci sempre sentire parte del cambiamento e senza mai fare un passo più lungo della gamba». Così vive da dentro questo cambiamento anche Da Costa che, nonostante la “retrocessione” a secondo portiere continua a mettere tutto sé stesso al servizio dei colori Rossoblù. Un ruolo di “padre”, sempre pronto a dare consigli ed a trasmettere ai più giovani l’amore e la passione che Bologna dà, e che al Bologna bisogna dare.

Angelo Da Costa in allenamento (© Bologna)
Nei suoi sei anni e mezzo in Emilia-Romagna, infatti, Angelo, nonostante i pochi minuti, è sempre considerato parte integrante del gruppo squadra. Non solo per la sua figura, quanto piuttosto per l’umiltà che lo contraddistingue. Prima con Mirante, poi con Skorupski, ed infine anche con Ravaglia, Da Costa nei suoi anni a Bologna ha aiutato e supportato tutti questi ragazzi, senza mai chiedere nulla in cambio. «Con Ravaglia mi sento ancora e scherzo con lui. Gli dico che non gli do più consigli, siccome gliene ho dati talmente tanti quando eravamo insieme.»
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