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Il doppio ex Maietta: «Tengo a entrambe le squadre, ma il Bologna può sfatare il tabù Verona. Il prossimo step rossoblù…»

L’ex difensore centrale, protagonista rossoblù delle prime stagioni della proprietà Saputo, ci parla della sfida tra le sue due x squadre. Il centrale ci ha parlato a tutto tondo della stagione delle due squadre in vista della gara di domani alle ore 12:30

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Maietta in azione con la maglia del Bologna
Maietta in azione con la maglia del Bologna (© Bologna FC 1909)

Domani alle 12:30, il Bologna sarà ospite al Bentegodi per la sfida contro l’Hellas Verona. Per l’occasione abbiamo intervistato il doppio ex Domenico Maietta, che ha vestito la fascia da capitano sia del Bologna sia quella dell’Hellas Verona.

Il Bologna ha vinto l’ultima volta contro il Verona a Verona, nel 2017. Tu sedevi in panchina e in campo c’erano Gonzalez e Helander…
«Mi ricordo che abbiamo vinto 2-3, andando in vantaggio e poi abbiamo segnato nel finale il 2-3. Era una partita importante perché loro quell’anno si stavano giocando la salvezza, che alla fine non hanno raggiunto. E poi Verona è sempre un campo molto ostico. Mi ricordo ovviamente che quando sono entrato in campo sono stato accolto alla grande».

Lo scorso anno il Bologna di Thiago Motta, in questo stesso periodo sfatò il tabù vittoria ad Empoli. Pensi farà lo stesso a Verona?
«Penso si possa fare. D’altronde, tutti i record sia negativi che positivi sono fatti per essere battuti o abbattuti. Quindi, come ad Empoli non aveva mai vinto, domani ha l’occasione di vincere per la prima volta da 7 anni. Spero e mi auguro che si possa ripetere anche col Verona, come con l’Empoli. Poi io ho sempre detto di tenere per tutte e due le squadre. E spero che il Verona si salvi in maniera tranquilla e veloce. Ma anche che il Bologna possa raggiungere di nuovo l’Europa, anche la Champions, perché secondo me è quella che se la merita più di tutte».

A inizio stagione, quando i rossoblù non andavano bene come ora, avevi esortato alla pazienza nei confronti di Italiano. Che cosa ti sta piacendo di più di questo suo Bologna?
«Il Bologna mi sta piacendo tantissimo. Più dell’anno scorso. La scorsa stagione è stata la squadra rivelazione, faceva un gioco spettacolare vincendo contro le altre big, perché secondo me ora c’è anche il Bologna tra queste. E quest’anno invece è diverso, è una cosa nuova. Deve ripetersi e quindi devi fare qualcosa di nuovo. E da questo punto di vista apprezzo anche di più il lavoro di Italiano. A mio avviso, è vero che sono andati via Calafiori e Zirkzee, ma ne ha acquistato altri forti. Pobega, Cambiaghi che si può dire sia arrivato a gennaio, Odgaard è come un nuovo acquisto e ora forse è il giocatore più importante della rosa».

Chi ti sta impressionando di più, tra quelli che stanno emergendo e coloro che stanno migliorando nel loro prestazioni rispetto all’anno scorso?
«Faccio tanta fatica a soffermarmi su un solo giocatore, soprattutto davanti dove tanti stanno facendo bene. Dominguez, Ndoye, Castro ecc.. è difficile dirne uno. Ma se devo guardare al mio reparto, la difesa: Beukema. Con o senza Beukema, il Bologna è una squadra diversa. Per come legge le giocate, per come imposta, per come richiama i compagni di reparto, come fa salire la squadra, non riesco a vedere questa squadra senza di lui. Gli altri poi possono ruotare perché stanno facendo bene sia Lucumí che Casale».

In questo momento, il difensore più in difficoltà è Lucumí. Che cosa gli suggeriresti per superare il periodo difficile?
«È capitato anche a me ed è un momento in cui devi recuperare la fiducia nelle tue giocate. Capita a tutti, a tutti calciatori, anche attaccanti. Le parole giuste e la chiave giusta di solito te le dà l’allenatore. In questi momenti devi fare le cose semplici: giochi il pallone subito al compagno vicino, stai attaccato all’avversario, faccio impostare di più al mio compagno. Poi pian piano riprendo a fare le cose che so e riprendi fiducia e personalità. Perché ci sono momenti in cui ti ti riesce tutto e altri in cui non riesce niente».

Il Verona alterna partite in cui lotta, si difende e tiene duro, pur rinunciando ad attaccare. Ma anche in queste partite finisce per prendere passivi importanti.
«Mi aspetto un Verona arroccato come sempre, con qualche sortita offensiva. L’annata è stata difficile già dal punto di vista societario, con il tira e molla sulla vendita. Poi c’è stato appunto questo cambio di proprietà. L’incertezza continua su Zanetti, i soliti movimenti in entrata e in uscita anche a gennaio. Quindi una stagione difficile come sottolineano anche i numeri. Infatti è la peggior difesa del campionato. E questo non è solo un problema difensivo, ma proprio di approccio alla gara. In altre partite, soprattutto nel periodo recente, è sembrata trovare una quadra. E soprattutto sanno bene che la salvezza passa soprattutto dalle gare in casa. Anche se quando penso che abbia trovato l’equilibrio, crolla».

Quale è il prossimo step che deve compiere il Bologna?
«Probabilmente deve maturare e capire che in qualche gara deve essere più attendista. Non sempre riesci ad imporre il tuo gioco e magari talvolta sarebbe utile abbassare il baricentro, attendere e sfruttare gli spazi. Ad esempio col Parma sarebbe stato un atteggiamento che avrebbe pagato».

Ricordi qualcosa di qualche tuo Verona-Bologna da rossoblù?
«Mi ricordo un Verona-Bologna, prima volta da ex al Bentegodi. Era la seconda di Donadoni e vincemmo 0-2. Mi ricordo che in settimana Gotti mi raccomandò di giocare il filtrante alle spalle del difensore e la programmo tutta la settimana. E infatti alla fine quella giocata riuscì. Il secondo gol arrivò così: palla per Masina, alle spalle del centrocampista, che mise al centro e poi Donsah fece gol».

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