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VERSO JUVENTUS-BOLOGNA – Ivano Bonetti: “Determinante l’approccio iniziale. Barrow può fare la punta”

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wired.it


Manca sempre meno alla sfida tra Juventus e Bologna, in programma domani all’ora di pranzo. Ci siamo avvicinati a questa gara con Ivano Bonetti, doppio ex delle due squadre.

Juventus-Bologna è una delle sue partite del cuore?

“Sì. Alla Juventus arrivai molto giovane e ho avuto la fortuna di condividere quell’esperienza con grandi calciatori. Al Bologna raggiungemmo obiettivi impensabili, sono rimasto molto affezionato alla piazza”.

Che gara si aspetta?

“Il Bologna se la può giocare come fa sempre e come succede in questo periodo: il Covid ha alterato i valori, giocare con gli stadi vuoti è difficile e spesso manca attenzione. Tutto dipenderà dall’approccio che avranno le due squadre, quello non si può sbagliare”. 

La sconfitta contro l’Inter ha ridimensionato gli obiettivi dei bianconeri?

“Credo che la Juventus cerchi il bando della matassa per cercare il nuovo modo di esprimersi: è questo l’obiettivo di quest’anno. Una volta che troveranno tutto ciò, saranno nuovamente in grado di lottare fino alla fine. Le difficoltà iniziali non dico che erano inaspettate, ma nemmeno così evidenti”.

La vittoria della Supercoppa ha riscattato la brutta prestazione di Milano?

“Sicuramente sì, la vittoria contro il Napoli è stata fondamentale e darà fiducia per il prosieguo della stagione. Ora la Juventus deve cercare continuità, ha vinto un trofeo e questo è molto importante: adesso è il momento di trovare risultati in campionato”.

Come giudica questo periodo negativo di Dybala?

“L’argentino rientra in un contesto in cui tutti cercano di esprimersi al meglio: quest’anno, a differenza delle scorse stagioni, ha meno libertà di movimento e deve cercare di muoversi bene insieme agli altri attaccanti”. 

Paratici ha confermato che al momento non stanno cercando un nuovo attaccante. Scelta giusta?

“Sicuramente un attaccante farebbe comodo alla squadra, anche perché i problemi di Dybala erano inaspettati: i bianconeri non hanno un vero attaccante, c’è Morata ma serve un’altra pedina”.

Alcuni hanno creduto, dopo diversi risultati negativi, che il ciclo di Mihajlovic fosse finito. Cosa ne pensa? 

“No, assolutamente. Mihajlovic è molto determinato e il suo apporto psico-mentale è indispensabile per questo Bologna. Anche i rossoblù sono stati molto altalenanti, ma un pò è colpa del periodo che stiamo vivendo. Il ciclo del serbo non sta finendo, ogni squadra deve cercare di trovare continuità in un momento storico difficile”.

Anche il Bologna è a caccia di una punta, una soluzione potrebbe essere lo spostamento di Barrow in avanti. Sarebbe una decisione saggia o i rossoblù hanno bisogno di una vera punta?

“A me Barrow piace, bisogna dare fiducia ai calciatori che le squadre già hanno. Gli allenatori devono diventare dei formatori: se non hai alternative devi farti bastare il materiale che hai in mano. A certi livelli un calciatore deve essere capace di adattarsi”. 

Tra le fila felsinee c’è qualche giocatore che, fino a questo momento, l’ha colpito particolarmente?

“Hickey, mi piace molto. E’ un buon difensore, ha una buona personalità e credo che con il tempo crescerà molto”.

Domani cosa dovrebbe fare il Bologna per cercare quanto più possibile di arginare le offensive bianconere?

“Non deve aspettare l’avversario, deve giocarsela sin dall’inizio: questo è quello che dovrebbero fare tutte le squadre. Se stai lì a difendere alla fine vieni punito”.

Qual è il ricordo più felice con entrambe le squadre che conserva?

“Ne ho parecchi. A Torino il primo anno fu meraviglioso, vincemmo lo Scudetto e la Coppa Intercontinentale; i ricordi sono legati anche agli allenamenti, ti trovavi in un gruppo di campioni, su tutti Scirea. Una grandissima persona. Anche a Bologna avevamo un gruppo fantastico capitanato da Eraldo Pecci, quindi immaginati lo spirito in quel gruppo: poi mi trovavo in una città magica, quindi è andata davvero bene”.

 

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