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Zuppi: «Bologna, è una vittoria di comunità» (Il Resto del Carlino)

Il cardinale è rientrato a Bologna dopo il Conclave e ha celebrato il trionfo in Coppa Italia: un momento di felicità e coesione per tutta la comunità

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Il Cardinale, arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi
Matteo Maria Zuppi sul canale YouTube della CEI (© CEI)

Il Cardinale Zuppi ha fatto ritorno a Bologna, dopo il Conclave, è tornato a casa. A distanza, senza vederla, ha seguito la finale della Coppa Italia vinta dal Bologna. Non è la vittoria dello scudetto, chiaramente, ma è un momento di grande gioia ed emozione per tutti i tifosi rossoblù.

L’arcivescovo di Bologna aveva risposto che non sarebbe andato via dalla città almeno finché il Bologna non avesse vinto lo Scudetto. È arrivata una Coppa Italia, un successo incredibile dopo 51 anni di attesa. Intanto, il cardinale è tornato a Bologna e attende ancora lo scudetto e chissà che un giorno non arrivi.

Zuppi: «Bologna, che gioia!»

Intanto, dopo la gioia spirituale dell’elezione dell’elezione del nuovo Pontefice, si gode quella profana della vittoria della Coppa Italia: «Non ho visto la partita – ammette – sennò mi coinvolgo troppo, poi devo andare allo stadio. Non sono mai andato. È stata un’emozione straordinaria. L’emozione di una comunità che si ritrova. L’emozione di 30 mila bolognesi a Roma e tutti quelli che sono rimasti qui. Tutto questo ha creato comunità e senso di unità. Ma soprattutto qualcosa di fondamentale: la fedeltà».

Nella vittoria, il cardinale è rimasto colpito da alcune figure in particolare: «L’allenatore, Vincenzo Italiano, mi ha colpito. La sua determinazione era netta. Prima però aveva spiegato che nessun risultato avrebbe intaccato il senso del gruppo e la speranza. Ci ha insegnato che si vince insieme». L’altra figura che ha lasciato il segno in Zuppi è il presidente del Bologna, Joey Saputo: «Ha avuto un coinvolgimento discreto, senza luccichii. Attaccamento e riservatezza, la delicatezza dell’uomo che si fa grandezza. Non a caso questa è stata una festa di tante famiglie».

«Nessuno l’aveva Prevost!»

In città, tra i festeggiamenti, è comparso uno striscione ironico che svela la sorpresa del tifoso che ha vissuto questa grande emozione in maniera appunto ironica: «Nessuno l’aveva Prevost!». Un gioco di parole, a tema Conclave, che ironizza sul cognome secolare del nuovo Pontefice: «Dietro quella scritta c’è tanto amore. La vicinanza dei bolognesi al nuovo Papa, che non a caso in passato ha visitato la Madonna di San Luca. E c’è il calcio vissuto non solo come sport, agonismo e soldi».

Zuppi ricorda Mihajlovic

L’atmosfera creata dai bolognesi all’Olimpico, secondo Zuppi ha mitigato le derive affaristiche del pallone: «In quella gente ho visto il volto di Sinisa Mihajlovic. Anche lui ha contribuito tanto in questa esperienza. Ha mostrato le sue sofferenze, le sue lacrime, lui che sapeva essere duro, fiero, riservato e di poche parole. Ha mostrato il lato più vero dello sport».

Zuppi e il segreto del Bologna

Infine, il Cardinale sottolinea l’importanza del gruppo e l’essere tutti uniti sotto un unico intento: «Il Bologna non ha un solo uomo al comando. È questo il segreto della squadra, della città, della comunità – dice Zuppi –. Ed è un’analogia che non posso non fare con le nostre vite. Funziona dappertutto così: no a uomini soli al comando, la festa sia di tutti».

Fonte: Valerio Baroncini, Il Resto del Carlino / Quotidiano Nazionale

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