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Calcio

Band of Brothers: quando il tifo gioca in trasferta – 29 apr

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Siamo Federico e Davide Mariani, due fratelli che vivono a Castelnuovo Bocca d’Adda, un piccolo paese in provincia di Lodi. Per quale motivo vi scriviamo oggi? Semplicemente abbiamo piacere nel raccontarvi la nostra storia, quella di due tifosi che vivono in trasferta 365 giorni all’anno e che utilizzano il giornalismo come opportunità per poter rimanere legati alla propria squadra del cuore. Castelnuovo si trova in Lombardia e la maggior parte delle persone parteggia per la Juventus o per le milanesi. Qualche volta Atalanta, ma si tratta di casi isolati.

In famiglia, la squadra di riferimento è l’Inter. Padre, zio, cugini, tutti nerazzurri. Eppure, grazie anche all’assenza di pressioni interne, abbiamo seguito liberamente la nostra strada, scegliendo come destinazioni Bologna ed Udine.

 

QUI BOLOGNA

Sono Davide Mariani, ho quasi 20 anni e sono redattore di 1000 Cuori Rossoblù nonché grande tifoso da sempre dell’amato Bologna. La mia passione per i felsinei è nata un po’ per caso, quasi come uno scherzo. Mio papà tifava Inter, mentre uno zio era per il Milan. Il risultato della innocente testa di un bambino di 4 anni? Rosso da una parte più blu dall’altra dà rosso-blù. E qual era una squadra italiana con i colori rossoblù? Bologna, ma anche Cagliari e Genoa. Difficile scegliere. Tuttavia, in quel 2001, per me, non c’erano dubbi: il Bfc doveva proprio essere la squadra giusta per me. Nel Bologna, di allora infatti, giocava il mio giocatore preferito in assoluto: Giuseppe Signori. A suon di gol cresceva la mia passione e furono lacrime amare quando sentii alla televisione che il Bologna era retrocesso in Serie B dopo lo spareggio contro il Parma. Marazzina e Di Vaio, però, mi fecero tornare in fretta il sorriso, mentre Diamanti e Kone scaldarono il mio cuore e furono i primi anni, quelli, in cui mi affacciai a Casteldebole e allo Stadio. I 150 chilometri che mi separano dal capoluogo emiliano però rendono difficili gli spostamenti. Nonostante questo e nonostante una nuova retrocessione, il mio amore e il mio supporto non è mai venuto meno. I miei 18 anni li ho festeggiati con una gita fuoriporta a Casteldebole, saltando la scuola. Che gioia incontrare Tacopina, Matuzalem e tutti quei giocatori che dopo quel 25 maggio avrebbero riportato i felsinei in Serie A. Tutta questa passione però aveva bisogno di una ulteriore valvola di sfogo. E cosa c’è di meglio che scrivere per la tua squadra del cuore? Il 5 agosto 2015 mi capitò di molto meglio, perché iniziai la mia collaborazione con 1000 Cuori Rossoblù, testata giornalistica di riferimento a Bologna. 1000 Cuori mi ha dato l’opportunità di sentirmi meno strano e meno solo. Tra un articolo e l’altro intraprendo la strada di giornalista e mi sento sempre più cucita addosso la maglia del Bologna. E adesso mi sento a casa anche a distanza di chilometri.

 

QUI UDINESE

Bianco e nero. Colori agli antipodi tra di loro. Segni riconoscibili dell’affettuoso legame che vincola me, Federico, all’Udinese. Una passione particolare. Solitamente, si sceglie la squadra della propria città o di un luogo vicino al proprio. Se non fosse possibile, meglio identificarsi in una formazione di tradizione, vincente e blasonata. E invece, a volte, dà più soddisfazione una salvezza sudata ma meritata, un piazzamento nelle zone alte della classifica dopo tanti sacrifici e qualche batosta salutare. Vincere è importante, ma non è l’unica cosa che conta per un tifoso. Se così fosse, il calcio perderebbe tutto il suo fascino e la bellezza presente in quel pallone che rotola. L’aspetto piacevole dello sport è proprio nel mix di tenacia e talento. E a volte la caparbietà nel perseguire i propri traguardi. L’Udinese è stata ed è tuttora una palestra di vita, sotto questo aspetto. Insegna a sorridere di fronte ad un risultato positivo, a non dare mai nulla per scontato, a vivere fino in fondo la difficoltà di un gesto atletico, sia esso una parata, una diagonale difensiva, un assist a centrocampo o il gol di un attaccante. È piacevole e struggente al tempo stesso apprezzare giovani talenti destinati sfortunatamente ad esplodere altrove. Non che siano mancate ugualmente le soddisfazioni: nessuno potrà togliermi dagli occhi la grinta di Morgan De Sanctis in ogni partita, le manone di Handanovic protese verso la palla, la caparbietà di Domizzi e Sensini, l’allegria contagiosa di Amoroso, il cinismo di Bierhoff e le prodezze di Di Natale. Già, Totò, una delle ultime bandiere rimaste in un calcio sempre più lontano dalla gente e tristemente vicino al marketing. Udine, come Bologna, rappresenta ancora una piazza con una sua precisa identità, basata sul lavoro quotidiano ed avente nella tenacia il suo punto di forza principale. In questo si assomigliano e, per questa ragione, le apprezzo. Domani sarà un derby speciale, in particolar modo per l’aspetto famigliare, ma anche per le somiglianze tra i due club. Ognuno di noi lo vivrà in maniera diversa e personale. Uno lo farà da redattore di 1000 Cuori rossoblù, l’altro per Tuttoudinese.it. Avversari per un giorno, ma sempre accomunati dall’amore per questo splendido sport.

 

La maggior parte delle persone crede che il tifo debba seguire l’appartenenza geografica. Noi due siamo la testimonianza di come ci si possa affezionare ad una squadra senza legami di sangue o di terra, ma per semplice passione. Non è per niente facile indossare la maglia da trasferta tutti i giorni dell’anno, ma proprio grazie ai social network e alle testate giornalistiche come Tuttoudinese e 1000 Cuori Rossoblù, noi tifosi lontani possiamo rimanere in contatto e aggiornati in tempo reale.

Siamo Davide e Federico Mariani e ci potete leggere e contattare rispettivamente su 1000 Cuori Rossoblù e Tuttoudinese.

 

 

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