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Bologna Champions League: #Circondate l’Allianz Arena (Decimo capitolo con Video)- 30 lug

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“Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Forza Delio, il sogno è ad un passo……

Delio non credeva al Fato, non concepiva l’idea che la nostra vita fosse già scritta, che, in qualche modo, seguisse binari prestabiliti. Non ci aveva mai creduto, ma le sue convinzioni cominciavano a vacillare, sempre più convinto che dovesse però esistere una sorta di giustizia divina, super partes, un equilibrio cosmico da mantenere. Oggi ti trovi costretto a vendere il tuo miglior giocatore a mercato chiuso? Poco male, domani ti sveglierai tra le società più ricche del panorama calcistico italiano. Finalmente questa giustizia cosmica aveva deciso di rendere ai tifosi del Bologna, con gli interessi, ciò che negli anni si era presa. Era consapevole della propria fortuna, che le circostanze l’avevano legato al destino di questa società dal futuro radioso, e proprio per questa ragione si sentiva doppiamente responsabilizzato. Non solo a livello personale voleva raggiungere traguardi importanti, ma soprattutto si rendeva conto che la piazza lo meritava come poche altre. D’altronde, chi era lui per ostacolare l’equilibrio cosmico?
Certo, l’impegno ora non si presentava molto alla portata. Nel giro di una settimana avrebbero dovuto affrontare la corazzata bavarese del Bayern di Monaco, campioni di Germania uscenti. Davide contro Golia. Squadre di quel calibro vincevano le partite ancora prima di scendere in campo, demolivano il morale e ogni convinzione dell’avversario di turno solamente con la propria reputazione. Per Golia, scendere in campo contro un avversario infinitamente inferiore dal punto di vista tecnico e già rassegnato alla sconfitta non era sicuramente la più difficile delle sfide. Dal punto di vista dell’avversario, invece, queste erano le sfide in cui si tenta anche l’impossibile: in fin dei conti la posta in palio è poca, tutti si aspettano la sconfitta del piccolo e debole Davide.
Questo storico quarto di finale contro gli uomini di Guardiola era da studiare nei minimi dettagli, i bavaresi avevano la fama dello schiacciasassi, della macchina da gol. Ad ogni errore la mettevano dentro.
Quando si rese conto di essersi mangiato le unghie fino alla carne dal nervoso, Delio si alzò dalla sua scrivania e si diresse verso lo spogliatoio. Scarpe, pantaloncini, casacca e cappellino. Pronto per cominciare l’allenamento, uscì e si diresse verso il campo.


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