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Calcio

Brasile 2014: Italia-Uruguay 0-1: Le pagelle degli Azzurri – 25 giu

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BUFFON 7: Lunga vita al capitano! In versione Germania 2006 sul doppio tentativo griffato Suarez-Lodeiro alla mezzora, glaciale sul rigore in movimento di Suarez al 66′. Quando il gioco si fa duro Gigi e i suoi guantoni rispondono sempre presente. Peccato che la squadra non faccia altrettanto.

 

BARZAGLI 5,5: Tante sbavature difensive e in impostazione per il solitamente irreprensibile baluardo juventino. Nella ripresa si fa uccellare da Rodriguez e per poco non combina la frittata. Che ci crediate o no, è umano anche lui.

 

BONUCCI 5,5: Ci tiene a galla nel finale, dominando negli inevitabili uno contro uno a schemi saltati che gli avranno riportato alla memoria spensierate partitelle al campetto ai tempi delle medie. Concede al formidabile Godín di svettare indisturbato in occasione del gol uruguagio: un peccato mortale, che grave sulle sue spalle di novello Atlante come l’intera volta celeste.

 

CHIELLINI 6: Un passo avanti rispetto alle due precedenti apparizioni. Ha il pregio di togliere parecchio spazio vitale all’estroso Suarez, con il quale dà vita ad una sfida nella sfida a tratti pugilistica. In effetti, il trattamento che gli riserva l’attaccante del Liverpool, in verità più Dracula che Pistolero, ha un che di tysoniano. Commovente il tandem offensivo che improvvisa con Cassano in occasione dell’ultimo, disperatissimo, arrembaggio azzurro.

 

DARMIAN 5: Non è Cabrini e nella giornata no prima o poi il buon Matteo doveva incappare. Soffre Pereira nel primo tempo e concede agli uruguayani qualche affondo di troppo. Non pervenuto in fase d’attacco: le sue sgroppate inglesi sono un ricordo sbiadito. Resta comunque una solida pietra sulla quale costruire la nazionale del futuro.

 

VERRATTI 7: Il migliore dell’Italia. Bravo con e senza palla, gioca con intelligenza e strappa applausi quando decide di fare il Pirlo nel giorno in cui il Maestro stecca. Riscatta a pieno la prestazione opaca con gli inglesi prima di lasciare il posto, causa infortunio, a chi dimostrerà di non valere l’ombra della sua brutta copia.

Dal 75′ T. MOTTA s.v.: Non provando gusto nello sparare sulla Croce Rossa, approfittiamo dei pochi minuti giocati dal centrocampista brasiliano per evitare di bollarlo con un voto imbarazzante, nella viva speranza che quella in terra carioca rappresenti il capolinea della sua parentesi azzurra.

 

PIRLO 5,5: Primo tempo ordinario, il che basta a fare notizia. É il preludio all’incredibile. Nella ripresa il Maestro sbaglia uno, due, tre, troppi disimpegni, concentrando in 45′ gli errori di un buon quarto di stagione ed esibendosi in un tiraccio che neanche il buon Rino Gattuso…La “maledetta” lo tradisce in due occasioni. Una volta tanto, meritatamente.

 

MARCHISIO 5,5: Senza fronzoli e fanfare prova a velocizzare la stagnante manovra azzurra giocando di prima. Ha il demerito di non trovare mai spazio per gli inserimenti, oltre a quello di non riuscire ad innescare Immobile. La generosa espulsione al 59′ mette fine al suo Mondiale e a quello dell’Italia.

 

DE SCIGLIO 5,5: Parte contratto, ma con il trascorrere dei minuti fa il pieno di coraggio e comincia ad esibirsi in proiezioni offensive con molta più frequenza di quanto non faccia Darmian sull’out opposto. Sui cross dovrebbe aggiustare la mira. L’inferiorità numerica lo manda in tilt.

 

IMMOBILE 5: Non c’è “te l’avevo detto” che tenga: un mese fa tutti, ma proprio tutti, scommettevano sul bomber di Torre Annunziata come possibile rivelazione del torneo. Giovane, rapido, aggressivo, efficace e, soprattutto, in formissima…Qualità, queste, evaporate nel limpido cielo brasiliano non appena il capocannoniere della Serie A ha messo piede sulla terra della samba. Male con l’Inghilterra a partita in corso, malissimo come titolare con l’Uruguay, sia con che senza un accentratore di gioco come Balotelli accanto. Tra le più cocenti delusioni della spedizione azzurra.

Dal 71′ CASSANO 6: Povero Totò, entrato per tenere palla, far rifiatare la squadra e sfruttare eventuali incursioni dei centrocampisti e ritrovatosi, dopo il vantaggio avversario, a doversi inventare credibile terminale di uno spuntato 3-5-1. Questa volta gli riconosciamo il tentativo, anche se un pizzico maldestro e parecchio infruttuoso, di estrarre dal cilindro il dribbling o l’assist risolutore. Tocca più palloni lui in venti minuti che Immobile in un’ora e dieci.

 

BALOTELLI 4: Con una ginocchiata volante al 23′ si becca un giallo sacrosanto ed una cintura nera di taekwondo ad honorem, tra le lacrime di commozione di Ibrahimovic e Chuck Norris. Prima e dopo, il nulla. Doveva essere il suo Mondiale, il Mondiale dell’anatroccolo che da anni promette di diventare cigno, del genio incostante e spesso incompreso. La sostituzione-bocciatura nell’intervallo è, come lasciano trasparire le parole dello stesso Prandelli, la sintesi perfetta di un progetto tecnico miseramente naufragato.

P.S. Nel dopopartita De Rossi ha dichiarato che alla nazionale servono uomini veri e non figurine. A Mario stanno ancora fischiando le orecchie.

Dal 46′ PAROLO 5,5: Catapultato in Brasile solo in seguito all’infortunio di Montolivo, il centrocampista del Parma fa quello che può, con grinta e abnegazione. Il palcoscenico mondiale, tuttavia, sembra leggermente troppo  grande per lui.

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