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Forbes.com


Servus, Freunde!

La capolista RB Lipsia cade a Francoforte – reti di Touré e Kostic – e ne approfittano quasi tutti. Il Bayern Monaco travolge lo Schalke con Lewandowski, Thomas Müller, Goretzka, Thiago e Gnabry e si porta ad una sola lunghezza dal primo posto, tallonato dal Borussia Mönchengladbache che sul proprio terreno, contro il Magonza, subisce la rete di Quaison ma rimonta con doppietta di Pléa e gol di Neuhaus. Goleada anche per il Borussia Dortmund che con Guerreiro, Reus, Sancho e doppietta di Haaland prevale sul Colonia il cui punto della bandiera è opera di Uth. A Leverkusen, Havertz, Bender e un rigore di Alario piegano il Fortuna Düsseldorf e con lo stesso punteggio l’Hoffenheim si impone a Brema grazie ad un autorete di Klaassen ed alle marcature di Baumgartner e Adamyan. Union Berlino all’inglese sull’Augusta con Subotic e Ingvartsen, così come il Paderborn sul terreno del Friburgo con Antwi-Adjei ed un rigore di Sabiri. Infine preziosa vittoria dell’Hertha Berlino a Wolfsburg: padroni di casa in vantaggio con Mehmedi ma raggiunti da Torunarigha poco dopo e superati da Lukebakio allo scadere.

 

RISULTATI

Borussia Dortmund-Colonia 5-1

Union Berlino-Augusta 2-0

Borussia Mönchengladbach-Magonza 3-1

Eintracht Francoforte-RB Lipsia 2-0

Friburgo-Paderborn 0-2

Wolfsburg-Hertha Berlino 1-2

Bayern Monaco-Schalke 04 5-0

Werder Brema-Hoffenheim 0-3

Bayer Leverkusen Fortuna Düsseldorf 3-0

 

CLASSIFICA

RB Lipsia 40

Bayern Monaco 39

Borussia Mönchengladbach 38

Borussia Dortmund 36

Bayer Leverkusen 34

Schalke 04 33

Hoffenheim 30

Friburgo 29

Eintracht Francoforte e Wolfsburg 24

Union Berlino e Augusta 23

Hertha Berlino 22

Colonia 20

Magonza 18

Werder Brema 17

Paderborn e Fortuna Düsseldorf 15

 

In Germania giocano i giovani. Se un ragazzo mostra di avere talento viene lanciato in prima squadra quasi sempre prima dei vent’anni. Nessuno ha paura di “bruciarli”, nessuno ritiene debbano “farsi le ossa” nelle serie minori, nessuno crede non sappiano “resistere alle pressioni” di tornei importanti. Questa mentalità è da sempre nelle corde del calcio di Teutonia. Già oltre cent’anni fa il Karlsruher FV conqustava il titolo dell’Impero grazie alle prodezze di Fritz Förderer, Gottfried Fuchs e Julius Hirsch, che avevano esordito tra i “grandi” rispettivamente a 16, 15 e 17 anni e ne avevano una ventina alla conquista del titolo. Poi, nei primi anni ’30, fu il Saarbrücken ad avere l’intuizione di schierare al centro dell’attacco il 17enne Rolly Conen: due soli anni più tardi sarebbe diventato vice-bomber ad Italia ’34 dietro il cecoslovacco Nejedlý. Nel 1954, Helmut Rahn, uno della generazione a cui la guerra aveva rubato l’adolescenza, regalò alla Germania (allora Ovest) il primo alloro iridato della sua storia: aveva debuttato 16enne nell’Oelde 09. Negli anni ’60, Hennes Weisweiler plasmò il Borussia Mönchengladbach delle meraviglie partendo da tre 19enni, Berti Vogts, Günter Netzer e Jupp Heynckes: sarebbero diventati tutti campioni d’Europa e del mondo e quella squadra sarebbe stata soprannominata “Fohlen” (Puledri) anche a motivo della giovane età media della rosa. Sul fronte opposto, il Bayern Monaco si affidava ad un paio di 18enni, tali Franz Beckenbauer e Gerd Müller. Si potrebbe continuare per ore, fino ad arrivare a David Alaba, schierato 17enne da Louis Van Gaal in una partita di Champions League ad eliminazione: sappiamo tutti com’è andata.

Ma l’uomo del giorno è Erling Håland, arrivato nel mercato invernale al Borussia Dortmund da Salisburgo. Il giovanotto, 19enne, ha messo assieme, finora, solo 57 minuti di gioco, durante i quali, però, ha segnato 5 gol. E nelle sue 16 gare in terra austriaca erano stati 17 a cui si dovrebbero aggiungere gli 8 in Champions League, la cui classifica marcatori lo vede secondo solo a Robert Lewandowski. In meno di 3 anni la sua quotazione è passata da 200mila Euro a 45 milioni. E chissà quanto varrà a fine stagione. Figlio d’arte – il padre Alf-Inge, difensore, ha all’attivo 34 presenze con la nazionale norvegese – è nato a Leeds quando il padre, appunto, militava nel Leeds United e questo lo avrebbe reso convocabile dalla nazionale dei tre leoni ma lui ha sempre scelto la Norvegia. Eppure gli esordi non furono confortanti: nelle sue prime 16 uscite – a 16 anni – con la maglia del Bryne non andò a rete nemmeno una volta. Che sia sufficiente crederci?

Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE!

Friedl25

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