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Goal.com

 Servus, Freunde! 

Sono ben quattro i poker serviti in questa terza giornata di Bundesliga. Il primo è rifilato dall’Union Berlino al Magonza (Kruse, Ingvartsen, Friedrich e Pohjanpalo); il secondo dal Borussia Dortmund al Friburgo (doppietta di Haaland, Can e Passlack) mentre il terzo è opera del RB Lipsia sullo Schalke 04 (autorete di Bozdogan poi Angeliño, Orban e rigore di Halstenberg). Il Borussia Mönchengladbach fa suo il Rheinderby espugnando Colonia: Pléa, Lainer ed un rigore di Stindl chiudono anzitempo la gara, di Rexhbecaj il punto della bandiera per i Caproni. L’Hoffenheim va in vantaggio a Francoforte con Kramaric ma viene ripreso da Kamada e superato da Dost, mentre una rete di Bittencourt è sufficiente al Werder Brema per aver ragione dell’Arminia Bielefeld. Schick porta avanti il Leverkusen a Stoccarda ma Kalajdzic riequilibra il match ad un quarto d’ora dal termine e tra Wolfsburg ed Augusta finisce a reti bianche. Succede di tutto a Monaco, invece, dove il Bayern sembra averla fatta propria con una doppietta di Lewandowski ma prima Cordoba e poi Cunha riaprono le sorti dell’incontro: a cinque minuti dal triplice fischio è ancora Lewandowski ad andare a rete, riagguantato subito dopo da Ngankam, ma nel primo minuto di recupero una vistosa trattenuta di Mittelstädt permette al polacco di fare quaterna dal dischetto.

 

RISULTATI 

Union Berlino-Magonza 4-0 

Colonia-Borussia Mömchengladbach 1-3 

Borussia Dortmund-Friburgo 4-0 

Eintracht Francoforte-Hoffenheim 2-1 

Werder Brema-Arminia Bielefeld 1-0 

Stoccarda-Bayer Leverkusen 1-1 

RB Lipsia-Schalke 04 4-0 

Wolfsburg-Augusta 0-0 

Bayern Monaco-Hertha Berlino 4-3 

 

CLASSIFICA 

RB Lipsia, Augusta ed Eintracht Francoforte 7 

Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Hoffenheim e Werder Brema 6 

Stoccarda, Union Berlino, Arminia Bielefeld, Borussia Mönchengladbach e Friburgo 4 

Hertha Berlino, Bayer Leverkusen e Wolfsburg 3 

Colonia, Magonza e Schalke 04 0 

 

Il 6 Ottobre 1965 nasce, a Lambsheim, Jürgen Kohler. 

Difensore, considerato uno dei più forti del calcio tedesco del dopoguerra, cresce nel TB Jahn Lambsheim e viene prelevato 17enne dal Wladhof Mannheim con il quale debutta in prima squadra nel 1983. Il ragazzo è carente dal punto di vista tecnico, tanto da venire soprannominato Eisenfuß (piede di ferro, in questo caso non per la potenza del tiro come Horst-Dieter Höttgess), ma il tecnico Klaus Schlappner lo sottopone a sedute di allenamento specifiche per migliorare ed il ragazzo cresce di giorno in giorno, cominciando a dispensare lanci millimetrici per le punte e disimpegnandosi con destrezza anche quando chiamato alla fase offensiva. Debutta in nazionale il 24 Settembre 1986, contro la Danimarca, nell’ambito del rinnovamento post-mondiale: due anni dopo è all’europeo casalingo dove, in semifinale, ingaggia un duello che sarà destinato a ripetersi nell’arco della sua carriera, quello con Marco Van Basten, che per l’unica volta andrà a segno marcato dal tedesco. 

Dopo due anni al Colonia, il passaggio al Bayern e il primo titolo, lo Schale del 1990, ma a fine stagione arriverà la vittoria più bella, quella del mondiale italiano in cui l’apporto di Jürgen è determinante. 

Conquistata la Supercoppa di Germania nel 1990 si trasferisce alla Juventus nel 1991 con la quale conquista la Coppa UEFA nel 1993 ed il double nel 1995. Torna in patria, al BVB, e sono soddisfazioni da subito: ancora supercoppa di Germania, appena arrivato, Schale al termine del campionato ed Europeo a fine stagione. L’anno successivo arriva la consacrazione anche con il club: piccola rivincita sulla Juventus, battuta a Monaco 3-1, e Coppa dei Campioni, poi Intercontinentale, vinta senza giocare a causa di un infortunio. I successi gli valgono il titolo di calciatore tedesco dell’anno 1997. Lascia il calcio giocato nel 2002 e va ad allenare per un anno la Mannschaft Under 21, poi diventa tecnico del Duisburg retrocedendo subito, infine si perde nelle serie minori: la sua ultima stagione risale al 2016/17 con il VfL Alfter, in Mittelrheinliga. 

“Jürgen è uno che non perde mai di vista l’avversario, la sua concentrazione è massima. L’anticipo, perentorio, rappresenta una delle sue doti migliori. Un allenatore con lui va sempre sul sicuro” (Franz Beckenbauer) 

“Non ho mai visto un campione del mondo che dopo l’allenamento si sottopone ad un lavoro specifico come un qualsiasi ragazzino del vivaio” (Giovanni Trapattoni) 

“Duro? Mai. Un grande agonista, certo, ma un avversario sempre correttissimo” (Marco Van Basten) 

Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE! 

Friedl25

 

 

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