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Calcio

Cose dell’altro…Calcio di Mattia Grandi

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Capita sovente nelle mie disamine di citare il fascino ed il romanticismo del calcio passato. Ho 34 anni e, per ragioni anagrafiche, la mia memoria visiva porta a considerare “storia pallonara” i mitici anni ’80. Un decennio capace di regalare in rigoroso ordine decrescente 4 titoli alla Juventus, 2 al Napoli di Maradona, 1 alla Roma, 1 al Verona, 1 al Milan, 1 all’Inter. Parte integrante del sopraccitato romanticismo ed inequivocabile ago della bilancia dell’economia stagionale di ogni singolo club, la famigerata scelta dei calciatori stranieri. Tre e basta. Pre sentenza Bosman, una vita fa. Corre l’anno 1987 e nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa l’Inter ospita a San Siro la compagine finlandese del Turun Palloseura, club di Turku. Tra le fila scandinave si mette particolarmente in risalto un giovane centrocampista capace di battere Walter Zenga con una bordata dalla lunga distanza: Mika Aaltonen. Il Turun vince il match di andata 1-0 (sconfitta 2-0 in Finlandia ed eliminazione due settimane dopo), il goal di Mika Aaltonen fa il giro del mondo e l’allora presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini ne resta folgorato acquistandolo. Non veste e non vestirà mai la maglia del cub di via Durini, prima il tandem Passarella-Scifo poi il trio dei sogni Matthaeus-Brehme-Diaz ne ostacola il fattivo impiego. Prestito al Bellinzona in Svizzera e successiva collocazione nel neopromosso Bologna 1988/1989. Aaltonen rappresenta tutt’oggi uno dei casi più eclatanti di studente-calciatore, roba da far impallidire l’odierna querelle Stendardo-Atalanta. Il finlandese, nella sua militanza sotto le Due Torri, da ottobre ad aprile sostiene quattro esami alla Facoltà di Economia e Commercio aggiungendo la lingua italiana al corposo elenco delle sue conoscenze scritte ed orali. In maglia rossoblu solo tre spezzoni di partita, tutti nel mese di ottobre del 1988, 45 minuti complessivi giocati, un primatista. Nel successivo mese di aprile del 1989, in punta di piedi, il ritorno in Finlandia. Gigi Maifredi incalzato dalla curiosità dei cronisti commenta: “L’acquisto di Aaltonen? Lo abbiamo preso come contorno”. Semplice, ironica ed esaustiva la battuta del mister di Lograto, come sempre. La carriera calcistica di Mika non lascia il segno, Olanda, Germania ed Israele le sue mete pallonare prima di appendere le scarpette al chiodo non ancora trentenne. Ben diverso il percorso culturale e professionale del Dottor Aaltonen, dirigente e stimato economista. Docente all’Università di Turku ed al dipartimento di Scienze Tecnologiche di Helsinki, è direttore del “Progetto Strax” che studia i macro-flussi economici. Membro dell'”American Council for the United Nation’s University Millenium Project di Washington”, socio della “World Future Society” e parte dello “Speakers Forum”, Mika è senza ombra di dubbio l’ex rossoblu più referenziato, culturalmente parlando. Nello studio, come nel calcio, la strada che porta al successo è lunga, impegnativa e tortuosa. Nulla arriva per caso. Seguendo sogni ed ambizioni è possibile giungere a braccia alzate al traguardo e perché no, giocare 45 minuti nel campionato di calcio più bello del mondo.

Mattia Grandi   

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