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EURO 2020 – Le 12 Sedi dell’Europeo: Baku

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Periodico Daily


 

L’Azerbaigian è un paese completamente diverso rispetto a quelli che contornano i suoi confini. Più grande della Georgia, ma più piccolo dell’Iran, l’Azerbaigian si fa notare immediatamente rispetto agli altri paesi della regione transcaucasica, come una macchia di luce più accesa in un quadro impressionista. Nel corso dei secoli è stato attraversato da popoli completamente diversi fra loro: dai Macedoni di Alessandro Magno ai Sasanidi dell’Impero Persiano, dagli Arabi all’Impero Ottomano, fino ad arrivare ai giorni nostri quando, dopo essersi dissociata dall’austero Impero Russo sconfitto nella Prima Guerra Mondiale, si è dichiarato Stato laico. Di conseguenza grazie alla libera professione della fede ha reso la sua capitale, Baku, uno degli esempi più brillanti di eterogeneità culturale. E te ne accorgi passeggiando per la Città Vecchia, costruita durante il comando dei Selgiuchidi: dichiarata “patrimonio mondiale dell’Umanità” dall’Unesco nel 2000, grazie a questo prestigioso riconoscimento ha fatto conoscere al mondo le sue fastose caratteristiche come il Tempio Pagano o la magnifica Moschea di epoca medievale. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Baku si è affermata come città-perno dell’economia orientale, diventando una metropoli di tutto rispetto. La città sembra un alveare: brulica di eccellenti infrastrutture, Università blasonate, Musei, ma soprattutto ha uno stadio nuovissimo e bellissimo, sede della finale di Europa League tutta inglese del 2019, che è pronto ad accogliere tifosi da tutta Europa. 

In molti si ricordano della cavalcata trionfale della Roma in Champions League nel 2018 conclusasi in semifinale. Tuttavia solo pochi fanatici del pallone a pentagoni neri si sono ritrovati di mercoledì sera a guardare Qarabag Roma, partita valevole per la fase a gironi di Champions disputatasi proprio nell’anno in cui la squadra capitolina incantò tutta Europa. A Baku quella sera il Qarabag diede del filo da torcere all’11 italiano, tanto che la Roma tornò a Ciampino vittoriosa sì, ma solo per 2-1. Questo evento è il perfetto esempio che dimostra quanto il calcio sia materia fondamentale per il popolo azero, che nella sua capitale ha fondato ben cinque squadre di calcio (una sorta di Londra orientale, insomma). Queste cinque casacche (oltre al sopracitato Qarabag, annoveriamo il Nefci Pesekar Futbol, il Baki, il Kesle e l’Azal Pesekar) si contendono la vittoria della Premyer Liqasi: quest’anno il Nefci (la cui maglietta ricorda molto quella dell’Udinese) ha interrotto la striscia di 7 vittorie di fila del Qarabag (in stile Juve.) Il campionato azero di prima divisione è composto da sole otto squadre, perciò il livello di competizione sale vertiginosamente: in questo momento l’Azal si trova infatti relegata nella serie B azera. Nonostante il calcio occupi una posizione di rilievo all’interno della Capitale, queste squadre non sono ancora riuscite a imporsi, tanto che il Qarabag nel 2018 è stata la prima squadra azera a qualificarsi a un torneo europeo di alti livelli. Anche la nazionale fa fatica a sfondare nel panorama calcistico internazionale, dato che non è andata minimamente vicino alla qualificazione ai Mondiali in Russia e a questi Europei. Ma come diceva il famoso film: “Non può piovere per sempre”; prima o poi la ruota girerà dal verso giusto e per l’Azerbaigian sarà il momento di sventolare la sua bandiera, segnando la fine del temporale.

 

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