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Calcio

Every Sunday Morning – Ogni domenica mattina – 17 Marzo

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MERITIAMO PIU’ RISPETTO 

Forse ce lo aspettavamo, ma il sogno è sempre l’ultimo a morire. Noi, popolo rossoblù ci credevamo, era giunto il tempo di un grande evento e le premesse ci portavamo a sperare nell’impresa.  Quando siamo giunti nella spianata di fronte alla Cattedrale,  ieri sera poco prima del rito, le stole sacre, al collo di moltissimi fedeli coi Nostri colori, ci infondevano coraggio e fiducia. Tante e dappertutto, la maggioranza, così almeno credevamo. Poi il disincanto e la notizia di una “profanazione” del  Tempio, il nostro, fatto da miscredenti,  cioè da coloro che non credono nel verbo rossoblù, tanti da non credersi.  Il credo del tifo, a Bologna, purtroppo non ha un’univocità assoluta.

Ieri ci abbiamo provato, magari meno efficaci e belli rispetto ad altre partite, ma eravamo una squadra, con le sue capacità e la sua dimensione.  Comunque orgogliosi di quello che avevamo sin qui fatto come collettivo, con piccoli rimpianti che avrebbero fatto di una buona classifica una classifica spettacolare.  Ma non è della squadra o del tifo su cui dobbiamo soffermarci, ma sugli allenatori. O  meglio  sull’allenatore avversario.

Bologna e il Bologna meritano rispetto, per la storia, il senso civico e l’educazione che sempre hanno accompagnato i Nostri colori nel corso degli ultimi decenni. Una storia fatta anche di grandi sofferenze che hanno portato, da sempre, ad assurgere la nostra città ad esempio di civiltà e di grande senso morale.  Una città che vive di buonsenso e di buongusto (di vivere) , tanto che moltissimi “stranieri” ne hanno fatto la loro seconda patria. Per questo lo spettacolo di ieri sera nel finale e dopo il finale di partita, ci ha lasciato l’amaro in bocca, perché ha “violentato” tutto quanto sopra detto che rappresenta  un esempio per molti, ma a questo punto ci tocca dire, non per tutti.

Un vincitore, per quanto inviso alla tifoseria avversaria, deve avere quel “fair play” che gli deve  permettere di non umiliare lo sconfitto, soprattutto se il vincitore è un professionista lautamente compensato e conosce le regole del gioco, gioco che si basa su equilibri alle volte precari per cui  occorre quel “buonsenso” onde evitare di creare fratture e dissidi. L’essere personaggio pubblico ha queste prerogative, deve avere queste prerogative.

Ecco perché Mister Conte,  Lei ieri ha perso una grande occasione, l’ennesima, di dimostrare di essere un campione, oltre che sportivo, anche di civiltà, incitando in maniera smodata e poco corretta la sua tifoseria e irridendo, allo stesso tempo, la Nostra. E non si difenda dietro al “Non posso più gioire alla vittoria della mia squadra?”, perché nessuno le contesta questo: ma il modo con cui Lei lo ha fatto ieri sera ha messo in dubbio quell’intelligenza sociale che dovrebbe essere bagaglio di un allenatore professionista che si trova in un frangente come questo, quando la sua squadra blasonata sta portando a casa l’ennesimo successo.

E’ per questo motivo che adoriamo lo stile e la classe di Mister Pioli, che dimostra di avere da tempo già vinto il suo personalissimo scudetto, nonostante le condizioni avverse in cui ha dovuto navigare in questi ultimi mesi.

 In fondo….Não podemos controlar os ventos mas podemos mudar a posição das nossas velas

Buon vento a Tutti

T. G.

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