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Every Sunday Morning – Scusa Dotto, intervengo dal Massimino – 12 Gen

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SCUSA DOTTO, INTERVENGO DAL MASSIMINO

 

Chiariamo subito una cosa: questo articolo è stato scritto prima di Bologna – Lazio, quindi quello che state leggendo non tiene conto del risultato, del debutto di Ballardini e di tutto quello che è successo (ndr che deve succedere) al Dall’Ara. Il motivo di tale scelta è presto spiegato: la partita contro la Lazio è importante quanto tutte le altre poiché in ballo ci sono i tre punti, ma questa rubrica non ha velleità giornalistiche, né si propone di dare giudizi tecnici, quindi non vi parlerò dell’esonero di Pioli, dell’abbronzatura di Guaraldi, della confusione palese trasmessa alla conferenza stampa di presentazione del nuovo mister.

Every Sunday Morning è un contenitore di racconti, e oggi voglio raccontarvi di quanto sia difficile seguire il Bfc lontano da Bologna. Come vi ho già accennato qualche puntata fa, il sottoscritto ha origini pugliesi. Per le festività natalizie dunque, mi sono recato nella mia terra natìa ed è successo che il giorno di Catania – Bologna mi trovassi ancora lì. Si dia il caso che da quelle parti non posseggo nessun abbonamento alle pay tv, tanto meno una connessione internet stabile. Il dilemma che mi si poneva dinanzi era dunque come fare per vedere la partita. E che problema c’è, direte voi, vai in un pub munito di Sky tv, ti sfasci di birra, e la guardi. Niente di più complicato. Dovete sapere che nel mio paese, in tutto, conosco due persone che tifano Bologna: Michele, un mio amico che non so come mai è stato contagiato da questo virus, e io. Ce ne sarebbe anche una terza, vale a dire mio fratello, ma lui è rimasto a Bologna per tutto il periodo delle feste e quindi avrà sicuramente trovato meno difficoltà che me nell’impresa. La popolazione sannicandrese infatti (San Nicandro Garganico è il mio paese d’origine) è calcisticamente così suddivisa: il 70% tifa giuve (tra cui un buon 40 è costituito da ragazze che non ne capiscono una sega di calcio, e un altro 10 da ragazzini infettati dai genitori); il 15% tifa Milan; uno sfigatissimo 10% tifa Inter e un 4,9999% tiene per altre squadre sparse. Lo 0,0001% siamo io e il mio amico Michele che, come detto, tifiamo Bologna. In uno scenario calcistico così suddiviso capirete quanto sia difficile entrare in un bar qualsiasi e chiedere al titolare “giri su Catania – Bologna per favore?”.

Mi si poneva dunque dinanzi un’unica soluzione: rispolverare la vecchia radiolina e fare un tuffo nel passato sintonizzandomi su Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Sentire quelle voci, quei radiocronisti che, a parte l’indimenticabile Alfredo Provenzali, sono ancora tutti lì più o meno, mi ha fatto riflettere. E poco importa se, sui novanta minuti totali, la radiocronaca di Niki Pandolfini è durata in tutto 4 minuti e 8 secondi. Ascoltare il calcio, senza vedermelo sbattuto in faccia da uno schermo, mi ha permesso di riassaporare quel gusto dell’immaginazione che c’era una volta, prima che le pay tv comprassero, letteralmente, la nostra passione. Parlo di quell’ansia che ti prende quando la radiocronaca è sugli altri campi, quelli “principali”, e tu sei lì a sperare, e allo stesso tempo temere, l’intervento dal Massimino. Ero lì, nella mia auto, con la mia birra, e mentre si raccontava la partita del Milan fantasticavo su una possibile entrata in radiodiffusione di Pandolfini che gridava al vantaggio del Bologna. Costruivo letteralmente i suoi interventi, del tipo boato del pubblico e voce di Niki che interrompe prepotentemente il suo collega di San Siro e annuncia il vantaggio del Bologna. Oppure un più classico “scusa Dotto, è il Massimino che deve intervenire, calcio di rigore per il Bologna, ci risentiremo al momento della battuta”.

Che sia andata esattamente al contrario, purtroppo, lo sappiamo. Ma questo, in un certo senso, non conta. Da tifoso del Bologna sono ormai disilluso. So che da questa squadra posso aspettarmi di tutto, nel bene e nel male. Posso aspettarmi di perdere a Catania e, perché no, di vincere con la Lazio (sto facendo i dovuti scongiuri mentre lo scrivo, se è andata diversamente non ditemi che porto sfiga). Mi sento però di consigliarvi una cosa: una di queste giornate, quando il Bologna giocherà in trasferta e voi non avrete la possibilità di seguirlo, provate a spegnere la tv e ad accendere la radio. A me è servito a recuperare un sacco di passione in questo gioco, che ormai di giocosità ne trasmette ben poca, che è il calcio.

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