Calcio
Fussball, bitte – Storie di Bundesliga – Undicesima giornata
Un caro saluto a tutti, torniamo a parlare di Storie di Bundesliga, iniziando, come sempre, dal resoconto della undicesima giornata (qui la decima).
MAGONZA – HOFFENHEIM 1-1
8′; Hanche-Olsen aut. (H), 78′; da Costa (M)
BAYERN MONACO – FRIBURGO 6-2
12′; Suzuki, 17′; Manzambi (F), 22′; Karl, 45+2′; Olise, 55′; Upamecano, 60′; Kane,, 78′; Nico Jackson, 84′; Olise (B)
BORUSSIA DORTMUND – STOCCARDA 3-3
34′; Can rig., 41′; Beier (B), 47′;, 71′; Undav (S), 89′; Adeyemi (B), 90+1′; Undav (S)
WOLFSBURG – BAYER LEVERKUSEN 1-3
9′; Hofmann, 24′; Tapsoba, 33′; Tillman (B), 57′; Vavro (W)
AUGUSTA – AMBURGO 1-0
76′; Kade
HEIDENHEIM – BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH 0-3
45+1′; Diks rig., 55′; Tabakovic, 76′; Machino
COLONIA – EINTRACHT FRANCOFORTE 3-4
4′; Kaminski ©, 39′; Tehate, 45+6′; Dahoud, 59′, 63′, Burkardt (E), 83′; Bülter, 90+4′; Waldschmidt (C)
RB LIPSIA – WERDER BREMA 2-0
63′; Ouédraogo, 80′; Schlager
ST. PAULI – UNION BERLINO 0-1
44′; Khedira
CLASSIFICA
Bayern Monaco 31
RB Lipsia 25
Bayer Leverkusen 23
Borussia Dortmund, Stoccarda 22
Eintracht Francoforte, Hoffenheim 20
Union Berlino, Werder Brema 15
Colonia 14
Friburgo 13
Borussia Mönchengladbach 12
Augusta 10
Amburgo 9
Wolfsburg 8
St. Pauli 7
Magonza 6
Heidenheim 5
Il Bayern sbanda all’inizio, la recupera prima del duplice fischio e nella seconda metà travolge un Friburgo che perde la bussola solo dopo aver subito il terzo. Il Lipsia tiene il passo, all’inglese sul Werder Brema, mentre il Leverkusen si impone a Wolfsburg. Dortmund e Stoccarda chiudono con un pari che non serve a nessuna delle due, mentre l’Eintracht Francoforte, corsara a Colonia, aggancia un Hoffenheim fermato a Magonza. Anche l’Union Berlino sente odore di Europa. Dopo la vittoria al Millerntor sul St. Pauli e sembra fuori dalla crisi il Gladbach che espugna Heidenheim lasciando i locali soli in fondo alla graduatoria. L’Augusta, infine, coglie un importante successo sull’Amburgo, che viene superato in classifica proprio dagli svevi.
L’UOMO CON LA VALIGIA – Dettmar Cramer (Storie di Bundesliga)
Nasce a Dortmund il 4 Aprile del 1925 ed inizia a tirare calci nel Victoria, una squadra della sua città, per poi passare al Germania Wiesbaden.
A soli 16 anni arriva l’incontro che cambierà la sua vita: durante un seminario destinato ai giovani conosce Sepp Herberger che diventerà la sua “guida spirituale”.
La voglia di giocare c’è, il fisico meno (solo 1,60×50 da cui il soprannome di “Napoleone”) ma il DNA è quello del condottiero e lo porta inevitabilmente al ruolo di allenatore in campo. Teutonia Lippstadt, Geseke, Paderborn e TuS Eving-Lindenhorst poi nel 1949, a soli 24 anni, l’inserimento in pianta stabile nel centro federale di Duisburg dove resterà fino al 1963.
Il viaggio in Giappone
Uomo brillante ed arguto, viene reclutato nel frattempo dalla ZDF come capo della neonata redazione sportiva ma durerà poco: il contatto con il campo gli manca troppo così infila due o tre cose in una valigia e parte alla volta del Giappone. Per insegnare calcio. Di nuovo. Alla Germania, invece, manca lui e nel Gennaio 1964 viene richiamato in patria come assistente di Helmut Schön assieme ad Udo Lattek: sarà il trio federale che accompagnerà la spedizione in terra inglese nel 1966. Continua, tuttavia, la spola con il paese del Sol Levante, dove è responsabile unico di tutte le nazionali. C’è quasi tutto del suo nel bronzo olimpico della nazionale Nipponica a Città del Messico.
Ancora in giro per il mondo e il ritorno in Germania
Con l’arrivo del 1971 il nostro amico fa una puntatina sulle rive del Nilo. Nessuno sa se fosse partita
come una simpatica vacanza ma sta di fatto che ci resta tre anni, per spiegare “come si fa” ai figli dei faraoni.
Nota che hanno imparato e riprende l’aereo, destinazione USA, dove c’è un’altra scommessa da vincere. Accade però che, ciclicamente, la Madrepatria tiri un fischio e non si può far finta di non sentire, specialmente se arriva da West Berlin, dove bisogna rimettere insieme i cocci dell’Hertha che naviga in pessime acque. A tutt’oggi è il mandato più breve della storia della Bundesliga, essendo durato… Un solo allenamento! Non è dato sapere quali siano i motivi che lui indicherà come “impellenti e personali” . Ma mentre sta infilando – di nuovo – i soliti due o tre panni in valigia squilla il telefono… All’altro capo, stavolta, non chioccia un accento esotico ma Herr Wilhelm Neudecker, un uomo al quale non si può dire di no. Pare inoltre che la moglie Anne Marie, conosciuta a Bangkok, chieda più stabilità al marito e lo spinga ad accettare. Si dice che il Kaiser in persona abbia fatto pressioni per averlo in luogo di Max Merkel che allena i rivali del 1860.
E’ il Gennaio 1975 e la sfida è di quelle che si possono solo perdere: bisogna fare meglio di “campione d’Europa”.
Da Campione d’Europa a Campione del Mondo
All’inizio il suo tipo austero e il suo basso profilo non sono amati da critica e pubblico. Ma ma si dovranno ricredere perché il piccoletto ci riuscirà. Diventerà due volte campione d’Europa e anche campione del mondo, così, giusto per non sprecare nulla.
Soprannominato “metro lineare” da quel buontempone di Sepp Maier, l’anno successivo perde però il campionato. A dicembre lo spediscono a Francoforte in cambio dell’arrivo di Gyula Lorant sulle rive dell’Isar: una scelta che non accontenterà nessuno.
Torna in Bundesliga a Leverkusen
Poi quella valigia, ancora lei. Arabia, Grecia, il solito ritorno in patria, a Leverkusen, Malaysia e Corea del Sud. E il ritiro, nel 2002, a 77 anni.
Dettmar Cramer è venerato in ogni angolo del mondo come uno dei personaggi più rappresentativi della storia del calcio. L’imperatore Hiro Hito gli ha conferito la più alta onorificenza Giapponese in materia di cultura. E addirittura diventa capo onorario delle tribù dei Mohicani e dei Sioux.
Si spegne nella sua casa di Reit im Winkl, un piccolo paese al confine con l’Austria, il 17 Settembre 2015. E la sua valigia può andare in pensione.
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