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Calcio

Il punto sul Campionato – 03 Dic

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SERIE A  14° Giornata

Nello scorso editoriale avevo sottolineato l’importanza di avere un bomber nel proprio arsenale, uno di quei giocatori capaci di risolvere le partite difficili e che permette sogni di gloria solidi.
Questa domenica, puntuale, è arrivata la conferma alle mie parole, con la Juventus che guadagna due punti sulla Roma grazie alla sostanziale differenza in termini di peso offensivo negli ultimi 16 metri.
E certo, ridurre il confronto a distanza vinto dai bianconeri al solo Llorente, capace di trasformare in rete una palla decisiva a differenza dei tanti errori delle mezzepunte della Roma sarebbe ingiusto: la vittoria della squadra di Conte è arrivata al termine di una partita molto sofferta contro un ottima Udinese, capace di chiudersi bene e ripartire con efficacia e che è stata frenata in più occasioni da un Buffon che davvero in troppi avevano dato per bollito alla prima incertezza stagionale.
Non che Brkic sia stato inoperoso, anzi, ma era da mettere in conto considerando che si giocava allo Juventus Stadium: come detto, la partita l’ha risolta ancora una volta il redivivo Fernando Llorente, anche lui indicato con troppa fretta come “bidone” e scopertosi invece bomber di razza e giocatore importantissimo in questa nuova Juventus.
L’infortunio di Pirlo è però una tegola non da poco per i campioni d’Italia, sia in vista campionato che per quel che riguarda la decisiva trasferta di Instanbul in Champions League: appare evidente come le geometrie della squadra di Conte risentano dell’assenza del regista, che seppur con i ritmi dovuti all’età rimane un campione unico ed insostituibile: Pogba, Vidal e Marchisio sono ottimi giocatori, ma nessuno ha le qualità del bresciano e vedremo cosa si inventeranno in casa-Juve.

La Roma da canto suo ha molte attenuanti: giocava in trasferta, in un campo difficile per chiunque, e pativa la consueta assenza del suo Capitano, importante per il gioco giallorosso quanto appunto Pirlo per quello della Juve. In più alla squadra di Garcia manca almeno un rigore, purtroppo una consuetudine, e anche il gol subito è dovuto ad un errore di De Sanctis. Tuttavia, pur considerando certe attenuanti, la Roma ha molte colpe: aver regalato il primo tempo ai rivali, ad esempio. Aver fallito molte occasioni da rete. Non basta un secondo tempo dominato per legittimare aspirazioni di vittoria, e il rischio di cadere nel vittimismo potrebbe portare troppi a non riflettere sui propri errori.
De Rossi, per esempio, ha giocato malamente, impreciso e nervoso, e anche Benatia non è più quello di inizio stagione. Il punto a Bergamo comunque non è da buttare, gli avversari erano tosti e la squadra ha mostrato comunque carattere, premendo fino a trovare uno strameritato gol con Strootman, e con il prossimo rientro di Totti si potrà riprendere a volare. Sempre attendendo Destro, uno dei migliori prospetti italiani fermo ai box da tempo ormai immemore.

Dietro la coppia di testa rinasce il Napoli, cinico e clinico nell’evidenziare tutti i problemi di una Lazio irriconoscibile che subisce quasi un gol ogni tiro in porta: la colpa non è certo di Marchetti, quanto di una difesa in cui i singoli non sono certo delle garanzie e che Petkovic non riesce più ad assemblare come riusciva magicamente a fare la scorsa stagione.
Emergono quindi tutti i limiti di Ciani, letteralmente umiliato nel confronto con Higuain, bomber ritrovato. La difesa del Napoli appare il vero punto debole per quanto riguarda i sogni di scudetto, ma l’attacco è così forte e ben assortito che per ora va bene così. Sperando che a Gennaio, pur probabilmente fuori dalla Champions (fatto avvenuto sempre per via di una linea difensiva non di livello) De Laurentiis rinforzi comunque la squadra come pare intenzionato a fare.

La prima dell’Inter con Tohir presidente è amara per il tycoon indonesiano, che vede i suoi raggiunti da un gol incredibile di Renan giunto al termine di una gara che sembrava ormai conclusa e che aveva visto i nerazzurri giochicchiare senza cattiveria cullati dal gol di Guarin: non è questo l’atteggiamento che serve ad una grande squadra, e sia il neo-presidente che Mazzarri lo avranno evidenziato ai propri uomini. Certo la Samp, con Mihajlovic, ha mostrato carattere non arrendendosi fino all’ultimo, ma l’Inter poteva e doveva chiudere prima la gara. Anche nel caso dei nerazzurri si aspetta un bomber da 20 reti a gara, ma anche Mazzarri dovrà per forza cambiare qualcosa nel suo modulo, al momento davvero troppo attendista almeno in quelle gare dove la sua squadra DEVE fare gioco senza attendere i rivali.
I nerazzurri vengono agganciati al quarto posto dalla Fiorentina, che vince lo scontro diretto con il Verona al termine di una gara che se da una parte è stata una gioia per gli spettatori, per chi fa critica calcistica è stata sia questo che una fiera degli orrori: con una difesa come quella vista lunedì sera, i Viola non possono sperare di puntare alla zona-Champions, che attualmente vede squadre davvero ben più attrezzate. Servirebbe almeno un rinforzo di spessore, magari quell’Astori già in passato avvicinato a Firenze. Poi, con il recupero di Gomez, molte cose potrebbero cambiare, ma nel frattempo va sottolineato come il 4-3 contro gli scaligeri sia maturato con due gran gol di Borja Valero (evento non così frequente) e al termine di una gara giocata per molti minuti in superiorità numerica. A Firenze.
Questo ovviamente giustifica la sconfitta del Verona di Mandorlini, davvero gagliardo nell’inseguire l’improbabile pareggio contro tutte le avversità e mancandolo non poi di molto.

In classifica, adesso, dopo il Verona c’è il Genoa che da quando c’è Gasperini pare non riuscire più a perdere: contro il Torino è Biondini a segnare, un buon pareggio che sicuramente darà tanto morale al Grifone, alle cui spalle ritorna prepotente il Milan, che sconfigge un Catania davvero inguardabile e per cui non paiono esserci cure.
Prima di sognare nuove e fantastiche rimonte, infatti, i tifosi rossoneri dovrebbero guardare con occhio critico a come la vittoria di sabato contro gli etnei sia maturata: Balotelli, fino al gol (splendido) è stato un fantasma, e dopo si è innervosito come un dilettante. La reazione al gol di Castro è stata indubbiamente di carattere, ma resta da vedere se un avversaria migliore avrebbe saputo contenere o no i rossoneri. Da rimarcare l’ennesimo gol di Kakà, alla faccia di chi lo aveva definito con troppa fretta una “minestra riscaldata”. Il Pallone d’Oro non si vince (quasi) mai per caso.
In coda per concludere bel pari del Bologna nel “derby” con il Parma: al gran gol di Kone ha risposto, con una segnatura addirittura più pregevole, Cassano, sempre più leader degli emiliani. La squadra di Pioli ha dimostrato di saper soffrire, di aver ritrovato Curci e di poter fare a meno di Diamanti. Bianchi, davanti, sembra tornato su livelli accettabili in attesa del ritorno di Cristaldo, e tutta la squadra sembra avere molta più solidità e concretezza, che sono poi le qualità che servono per inseguire la salvezza. Brava è stata la dirigenza felsinea a dare fiducia a Pioli (anche se si dice che sia dipeso unicamente da questioni economiche) visto che un allenatore non può improvvisamente dimenticare come si allena nel giro di un estate.

 

 

Vi ricordiamo che Simone Cola ha un divertente ed interessante blog sul mondo del calcio che si chiama L’Uomo nel Pallone e che è raggiungibile a questo link: http://uomonelpallone.wordpress.com

 


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