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Calcio

Il punto sulla Serie A – 7° giornata – 3 ott

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In una sola giornata il Bologna butta al vento molto di quanto aveva faticosamente  ottenuto da inizio campionato. Dal quarto posto crolla a centro classifica, vede ridimensionate molte velleità (peraltro ingiustificate) e accusa una drastica riduzione del margine punti sulla zona salvezza. Il ko col Genoa mette fine alla serie d’oro del Dall’Ara e ricorda a tutti che l’obiettivo primario da raggiungere resta, sempre e comunque, una salvezza anticipata. Si è rivisto purtroppo anche un netto calo fisico nel finale di partita con molti elementi preda dei crampi. E’ vero che i rossoblù, oltre al Genoa, hanno dovuto fare i conti con l’arbitraggio a dir poco discutibile del signor Maresca di Napoli ma è altrettanto vero che prestazioni come quella con i liguri portano invariabilmente sconfitte.

Il protagonismo dell’arbitro, che decretava espulsioni e sventolava cartellini a raffica, per dimostrare che la partita di fatto la faceva lui (ma l’arbitro migliore non è quello che controlla restando inosservato?), non basta a giustificare l’erroraccio di Gastaldello, aggravato dal fatto che portava la fascia di capitano. Qualche appunto lo si può muovere anche a Donadoni che nel primo tempo non è riuscito a prendere il sopravvento avendo schierato una formazione sicuramente migliorabile a centrocampo, zona dove il Genoa privilegia lo scontro fisico al gioco.

Per fortuna del Bologna molti risultati hanno limitato le “perdite”. Le sconfitte casalinghe di Empoli con la Juve, Udinese con la Lazio e Pescara col Chievo, danno una mano, così come il pari agguantato all’ultimo istante dalla Samp contro il Palermo; abbastanza logico e prevedibile invece il ko del Crotone in casa del Cagliari. Se non si fossero avuti questi risultati il Bologna risulterebbe ancora più franato, preceduto ora in classifica da più di dieci avversarie, considerando che Genoa e Fiorentina devono recuperare una partita.

La sosta servirà a tutti per fare un primo bilancio e cercare di ottimizzare le proprie risorse in base agli obiettivi che ci si è posti. Non c’è dubbio però che il Crotone e l’Empoli mostrano carenze evidenti così come la Samp. I liguri erano partiti con grandi velleità e si trovano ora nel fondo della classifica dopo aver subito ben quattro sconfitte consecutive e strappato un pari casalingo all’ultimo istante che suona quasi come una sconfitta.

Il settimo turno ha ribadito che la Juve è la più forte e sta prendendo agevolmente il largo. La facilità con cui è passata ad Empoli contrasta con l’affanno del Napoli che a Bergamo, campo sempre difficile, ha mostrato notevoli limiti. Importante invece la prova dell’Atalanta che dimostra coi fatti di non meritare la posizione occupata finora.

Il Milan prosegue nella risalita verso posizioni degne del suo organico e Montella ha finalmente il “ritorno” che sperava. A San Siro è andata in scena una partita che non ha certo annoiato gli spettatori, anche quelli di fede non milanista, con una valanga di reti e gioco a buon livello. A fare le spese della rinascita del Milan è stato purtroppo il Sassuolo che non riesce ad ingranare e ottenere i risultati che il suo potenziale assicura. Il Torino ha ribadito che in casa non perde colpi e che anche con avversari di qualità come la Fiorentina alla fine riesce a spuntarla. La classifica conferma la buona salute dei torinisti che sono sempre più in corsa col Chievo per il titolo di squadra rivelazione. Titolo che invece non sembra per ora adattarsi alla Fiorentina che a Torino non ha troppo convinto e alla Roma che ha faticato moltissimo per avere ragione di un’Inter che sembra aver smarrito di nuovo la strada giusta. Ora l’attenzione va tutta alla Nazionale. Si spera che dalla sosta il Bologna esca con nuove energie, recuperi importanti e senza pagare eccessivamente le squalifiche scontate (Gastaldello e Dzemaili) regalate da Maresca.

Giuliano Musi

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