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La Polonia vince ma non convince, panchina per Skorupski

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fonte immagine: Twitter ufficiale Nazionale polacca

La seconda giornata del girone C prende il via all’Education City Stadium con il match tra Polonia e Arabia Saudita. La prima partita del loro Mondiale ha dato indicazioni molto differenti, la rappresentativa europea, arrivata come una delle favorite per il passaggio del raggruppamento, all’esordio ha ottenuto un pareggio a reti inviolate contro il Messico, mentre quella asiatica ha sorpreso l’Argentina vincendo 2-1 in rimonta e mostrando un gioco aggressivo ed efficace. L’ultimo incontro tra le due squadre fu un amichevole nel marzo 2006 vinta 2-1 dalla Polonia con doppietta di Sosin.

La Polonia è arrivata al Mondiale con molte aspettative e con il peso di chi, dopo le delusioni nelle scorse manifestazioni internazionali, deve per forza fare bene e con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima competizione iridata con questo nucleo. La talentuosa generazione che abbiamo ammirato nei massimi campionati europei nell’ultimo decennio, infatti, ha già superato a livello anagrafico l’apice della propria carriera e, per quanto giocatori come Lewandoski siano ancora decisivi, non è detto che tra quattro anni saranno ancora convocabili. Un dato impressionante è che proprio il bomber in forza al Barcellona non ha mai realizzato una rete ai Mondiali, nella scorsa edizione furono infatti Bednarek e Krychowiak, oggi militante nell’Al-Shabab in Arabia Saudita, a realizzare le uniche due reti. Rispetto al match con il Messico sono tre i cambi nella formazione titolare con Frankowski, Bielik e Milik al posto di Zalewski, Szymanski e Kaminski. Ancora panchina per Skorupski e per le due suggestioni di mercato del Bologna Skoras e Zurkowski.

L’Arabia Saudita è, con il Qatar, l’unica squadra a essersi presentata a questi Mondiali con una rosa composta da giocatori militanti solamente nel proprio campionato. Entrambe le nazionali, però, sono guidate da allenatori stranieri: il Qatar da Felix Sanchez Bas e l’Arabia Saudita da Herve Renard. Renard nel corso della sua lunga carriera da allenatore iniziata nel 1998 si è dimostrato uno specialista delle nazionali, in particolare di quelle africane: egli, infatti, ha allenato Ghana, Zambia in due occasioni, Angola, Costa d’Avorio e Marocco conquistando due edizioni della Coppa d’Africa con lo Zambia nel 2012 e con la Costa d’Avorio nel 2015. La vittoria con la rappresentativa zambiana fu un risultato storico, la prima per loro, ma è il contesto in cui avvenne a rendere l’evento particolarmente significativo. Nel 1993 in un incidente aereo persero la vita diciotto giocatori della nazionale vicino a Libreville, città in cui si giocò la finale del 2012. La partita si risolse dopo ben diciotto calci di rigore, coincidenza evocativa, e, sia nel corso della partita, sia nelle esultanze, più volte i giocatori si riunirono in preghiera per ricordare i defunti. La capacità di creare gruppo di Renard è stata riconosciuta in tutte le sue esperienze da commissario tecnico, ma nelle poche esperienze con i club, Sochaux e Lille, non è mai riuscito a incidere ottenendo una retrocessione e un esonero.
Anche l’Arabia Saudita rispetto al primo match del girone ha apportato tre cambi: Al-Sharani dopo il terribile infortunio subito contro l’Argentina e l’operazione d’urgenza al pancreas per un’emorragia interna, Al-Tambakti, sontuoso all’esordio, e Al-Faraj sono forzatamente assenti e al loro posto giocheranno Al-Breik, Al Amri e Al-Najei.
Infine, un aneddoto legato al Bologna. Nel 2010 in occasione dell’International Elite Tournament, torneo di amichevoli estive, il Bologna affrontò l’Al-Hilal, la principale squadra saudita, perdendo ai rigori. In quel match era presente Nawaf Al-Abed, presente anche in questi Mondiali.

Il primo tempo è iniziato con l’Arabia Saudita molto aggressiva e in grado di controllare il gioco e dettare i ritmi del match. La prima vera occasione è arrivata al dodicesimo con un gran tiro da appena dentro l’area di rigore di Kanno a seguito di una manovra offensiva ben orchestrata, ma la conclusione è stata deviata in calcio d’angolo da Szczesny. I minuti successivi a questa azione sono stati segnati da un nervosismo diffuso della Polonia che ha costretto l’arbitro a estrarre tre gialli nel giro di quattro minuti. La nazionale polacca si è resa pericolosa per la prima volta al ventiseiesimo con Belik, ma senza riuscire a impensierire troppo il portiere saudita. Al trentanovesimo, a seguito di un precisissimo lancio lungo di Szczesny, la Polonia ha dato vita a una rapida ripartenza sull’out di destra conclusasi con la rete di Zielinksi su assist di Lewandoski dopo che questo aveva superato il portiere ritrovandosi in posizione defilata. Quattro minuti dopo l’Arabia Saudita ha la possibilità di pareggiare il match su calcio di rigore, ma il portiere polacco è stato in grado di parare sia la conclusione di Al-Dawsari che la ribattuta. Nonostante il vantaggio della Polonia, tenuta in piedi dalle parate di Szczesny, l’Arabia Saudita ha dimostrato una qualità di gioco migliore e avrebbe meritato un pareggio.

Il secondo tempo è iniziato sulla falsariga del primo, con la formazione asiatica in grado di controllare il gioco e rendersi pericolosa in più occasioni, grazie anche all’apporto di Al-Abed, entrato nell’intervallo in maniera propositiva. Al cinquantaquattresimo Al-Dawsari, a seguito di un’azione confusa nel mezzo dell’area di rigore polacca, è riuscito a concludere da distanza ravvicinata, ma è stato ancora Szczesny a salvare con un intervento provvidenziale, mentre cinque minuti più tardi è Al-Buraikan a concludere da posizione pericolosa, ma la palla viene mandata sul fondo. La Polonia, grazie a due azioni estemporanee dovute al grande talento dei propri giocatori ha sfiorato due volte il raddoppio al sessantaduesimo e al sessantacinquesimo con Milik e Lewandoski, ma le due punte hanno colpito rispettivamente trasversa e palo. Dopo il doppio legno le due squadre non hanno costruito molto fino all’ottantaduesimo quando, a seguito di un errore di controllo palla di Al Malki, Lewandoski ha recuperato palla al limite dell’aria e ha realizzato il gol del 2-0, il primo per lui in un mondiale. La punta del Barcellona all’ottantanovesimo ha sfiorato la doppietta, ma Al Owais è riuscito a deviare in calcio d’angolo il pallonetto dell’attaccante polacco.
Grazie al suo talento la Polonia riesce a portare a casa la prima vittoria in questo Mondiale e salire così a quattro punti, mettendosi in una buona posizione di classifica in attesa del risultato di Argentina-Messico. Anche in questo match non hanno giocato nessun minuto Skorupski, Skoras e Zurkowski.

POLONIA (3-4-1-2): Szczesny; Cash, Glik, Kiwior; Bereszynski, Krychowiak, Bielik, Francowski; Zielinski (dal 63’ Kaminski); Milik (dal 71’ Piatek), Lewandowski Allenatore: Michniewicz

ARABIA SAUDITA (4-2-3-1): Al Owais; Abdulhamid, Al Amri, Al-Boleahi, Al-Burayk (dal 65‘ Al-Ghanam); Al Malki (dal 85’ Al-Aboud), Kanno; Al-Buraikan, Al-Najei (dal 46’ Al-Abed; dal 90’+5 Bahebri), S. Al-Dawsari; Al-Shehri (dal 85’ Al-Dawsari) Allenatore: Renard

Reti: al 39’ Zielinski (P), al 82’ Lewandoski (P)

Ammonizioni: al 15’ Kiwior (P), al 16’ Cash (P), al 19’ Milik (P), al 20’ Al Malki (A), al 45’+4 Al Amri (A)

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