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MONDAY NIGHT – La tregua di Natale

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it.churchpop.com

Ypres, 24 Dicembre 1914.

Benché iniziata da pochi mesi, la Grande Guerra è già degenerata in un logorante conflitto di trincea. Il fronte delle Fiandre è uno dei più battuti: il piano Schlieffen prevedeva l’invasione della Francia passando per il Belgio, evitando così le fortificazioni lungo la linea di confine, ma l’intervento inglese ha cambiato la situazione ed ora l’offensiva si trascina da mesi mettendo a dura prova i nervi di entrambi gli schieramenti. Tedeschi in una trincea, quindi, inglesi – con qualche manipolo di francesi – nell’altra: in mezzo la triste “terra di nessuno”, dove si trovano solo cadaveri che non vengono recuperati perché ci si esporrebbe troppo facilmente al mirino dei cecchini di parte avversa. Papa Benedetto XV ha provato, con la sua enciclica Ad Beatissimi Apostolorum, a fermare quell’orrore ma la sua pur autorevolissima voce è rimasta inascoltata. La quasi totalità di quei ragazzi non sa perché si trovi lì, con un fucile in mano: l’istruzione è ancora per pochi e comprendere le vere ragioni di quel conflitto è difficile anche per chi allo studio ha dedicato la vita intera, ci si immagini per contadini, operai ed artigiani. È la vigilia di Natale. Proprio quel giorno i soldati inglesi hanno ricevuto in dono, da Re Giorgio V, un cofanetto contenente tabacco, una pipa, alcune sigarette ed una foto della Principessa Mary, unica figlia femmina del monarca. È la vigilia di Natale. È la festa più sentita in Germania, dove il sentimento religioso è vissuto con poca teatralità ma grande trasporto: l’hanno testimoniato artisti della grandezza di Grünewald, Bach, Schiller, Beethoven e Goethe. E i giovani tedeschi non vogliono sparare quel giorno: accendono candele e piccoli fuochi sul bordo della propria trincea e cominciano ad intonare Stille Nacht. Gli inglesi sono sorpresi non poco – i nemici erano stati loro descritti di tutt’altra fatta – ma riconoscono quella melodia, è la loro Silent Night, cambia solo la lingua. Così si uniscono. Non passa molto che i tedeschi si facciano vedere ed il dado è tratto: in breve, la pericolosissima “terra di nessuno” si popola di militi di entrambi gli schieramenti che si stringono la mano, scambiano sigarette, grappa, cioccolato, si capiscono l’un l’altro come possono. Tutti profondono sforzi comuni per dare sepoltura ai caduti. Poi, tra gli inglesi, salta fuori un pallone. I tedeschi non capiscono più nulla quando lo vedono: il calcio è già popolarissimo in Germania ed ha i propri idoli, che si chiamano Fritz Förderer, Gottfried Fuchs, Julius Hirsch, idoli che richiamano allo stadio decine di migliaia di persone per ammirare le loro gesta. Gli inglesi il calcio lo hanno addirittura inventato e la loro nazionale è considerata la più forte al mondo. Si improvvisano le porte, ammucchiando le divise e quant’altro possa essere utile alla bisogna, coloro che non prenderanno parte alla gara si disporranno in fila a formare le linee laterali, ci si arbitrerà da soli, con lealtà e rispetto. A quella data Germania ed Inghilterra si sono incontrate solo 4 volte e gli inglesi, pur schierando la squadra Amatori, si sono imposti in 3 occasioni con punteggi vistosi: 9-0, 5-1, 3-0, tuttavia il 14 Aprile 1911, a Berlino, c’è stata un’inversione di tendenza perché la gara si è chiusa sul 2-2.

Ma poco importa, stavolta si tratta di tutt’altro. Si tratta di sostituire strumenti che seminano odio e morte per dirimere chi sia il migliore attraverso una passione sana e vitale

Ed è questa, in realtà, la prima vittoria di una rappresentativa tedesca contro una inglese, perché i giovani soldati del Kaiserreichsheer prevarranno per 3-2, con gli inglesi che lamenteranno un fuorigioco sull’ultima marcatura ma riconosceranno con sportività la superiorità degli avversari.

Alla viglilia di Natale, la mortifera “terra di nessuno” è diventata lo stadio più bello del mondo.

Un soldato inglese, rimasto anonimo, scriverà ad un amico, in una lettera che verrà pubblicata il 31 Dicembre 1914 sul Newcastle Daily Journal: “I tedeschi si sono fatti vedere, e, per farla breve, è finita che ci siamo incontrati a metà strada, per darci la mano e scambiare sigarette e piccole cose, e ci siamo salutati come migliori amici. Uno mi ha lasciato il suo indirizzo per scrivergli, dopo la guerra. Erano proprio dei bravi ragazzi, davvero. Immagino che possa sembrare una storia incredibile ma è andata proprio così. Sono certo che se la decisione stesse agli uomini, non ci sarebbe nessuna guerra.

 

Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE! o scrivere a fussballbitte@mail.de.

 Friedl25

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