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Mondiali di calcio FIFA 2026

The Road To The World Cup – Tra riti voodoo e sogni illuminati

Una storia memorabile ci arriva dall’Africa, tra riti voodoo e sogni proibiti

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La Coppa del Mondo FIFA ( ©:Depositphotos)
La Coppa del Mondo FIFA (© Depositphotos)

I Mondiali sono un’ambizione per tutti. Ogni calciatore, forse addirittura ogni bambino, sogna di giocarli e di calcare i campi più prestigiosi del globo, portando in alto la propria Nazionale. E questa determinazione, spesso e volentieri, ci regala storie veramente particolari. Tra favole degne de “Le Mille e Una Notte” e autentici sfoggi di tamarraggine, con i secondi più frequenti delle prime, ne sentiamo delle belle a ogni sosta. Questa volta, la nostra novella da non credere arriva dall’Africa.

Il sogno del sogno

Nella sfida tra Nigeria e Repubblica Democratica del Congo, ne sono successe di tutti i colori. E dire che dopo il fischio finale, arrivato sul punteggio di 1-1, sembrava stesse andando tutto normalmente. Poi, la poesia, i rigori. In pochi attimi di follia si condensano il sudore e le fatiche di tutti i ventidue giocatori in campo, e qui prendono vita avvenimenti difficilmente immaginabili. Prima, le accuse dei nigeriani, sconfitti, ad un membro dello staff avversario (“faceva riti voodoo, muoveva le mani in modo strano…”), poi, un cambio improvviso. A pochi secondi dal 120’, il terzo portiere Fayulu entra in campo per parare i rigori. Piccolo dettaglio, nell’ultima stagione al Sion non ne aveva parato uno. Zero su cinque, per la precisione.

La Coppa del Mondo FIFA ( ©:Depositphotos)

La Coppa del Mondo FIFA ( ©:Depositphotos)

E allora perché il nostro eroe è sceso in campo, si chiederanno i lettori? Ed ecco che qui bisogna rispolverare il “sogno” di cui parlavamo in apertura. Sì, perché, a detta sua, il subentrato aveva sognato che la partita sarebbe andata ai rigori, con annesse angolazioni dei tiri avversari. E che fai, non ti fidi? Ovviamente si, ed ecco che, su cinque occasioni, il congolese ne para due, una viene sparata fuori e la sua nazionale raggiunge i playoff intercontinentali, a un passo da una prima storica. L’ultima volta si chiamava Zaire, ora Congo. Non è solo una questione di nome, ma l’identità africana sta per vincere ancora, e ogni volta sorprende più della precedente.

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