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Pop&Sport – La Cina, una potenza globale anche nel mondo del Calcio

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inter.it


Ieri il vento è cambiato a Milano: l’Inter, vincendo contro la Lazio di Inzaghi per 3-1, ha ribaltato la classifica superando i cugini rossoneri. Doppi festeggiamenti, quindi, in casa Suning Holdings Group che, oltre a festeggiare il momentaneo primo posto in classifica, ha festeggiato anche il capodanno lunare cinese. Per l’evento i nerazzurri, come riportato già nelle scorse settimane, ha cavalcato il trend lanciando sul mercato felpe e maglie, rivisitando il logo in chiave “anno del bue”, e giocando il posticipo di Serie A indossando una versione speciale della prima maglia: una patch rossa sul braccio sinistro e nomi scritti in cinese sulle maglie dei giocatori. Molte squadre, soprattutto quelle che hanno interessi commerciali e fan importanti in Cina, si sono uniti ai festeggiamenti scendendo in campo con maglie speciali e caratteri cinesi, come Burneley Fc e Paris Saint-German (con la quarta maglia brandizzata Jordan). 

Come scrisse E. Lupano di “agi.it”, Pechino è diventata una presenza fondamentale nel calcio globale dal punto di vista finanziario. Quello di diventare “una potenza nel calcio di primo livello” e una “nazione leader della Fifa” entro il 2050 non è un obiettivo che la Capitale cinese ha nascosto negli ultimi anni, come anche i grandi investimenti riversati nell’acquisizione di club e giocatori internazionali. I media cinesi lo hanno definito “febbre da shopping calcistico” e anche con le misure lanciate nel 2017 per limitare il flusso di capitali domestici verso club e giocatori internazionali, la Cina non ha affatto fermato la sua scalata nel calcio mondiale. Basti pensare l’acquisizione dell’Inter dalla famiglia Zhang – come esempio di investimenti nell’acquisizione di club – e l’acquisizione di talenti intercontinentali, sia giocatori che tecnici, come Pellè, El Shaarawy, Dzemaili (anche se breve), Donadoni e i campioni del mondo ’06 Fabio Cannavaro e Marcello Lippi. Tra l’altro, Zhang (padre) fa parte del Consiglio Fifa, l’organismo esecutivo della federazione, oltre ad essere vice presidente e segretario generale della Federcalcio cinese.

fifa.com

Oltre i ranking e le classifiche Fifa, grazie al “Piano di sviluppo del calcio cinese nel medio e lungo periodo”, stipulato nell’aprile 2016 e della durata di 34 anni anni (fino al 2050), la Cina sta scalando gli organismi di governo del calcio, portando avanti una strategia di acquisizioni, di influenza e di potere sui tavoli internazionali. Un’influenza esercitata a livello finanziario, organizzativo e istituzionale.
A livello finanziario, la Cina è diventata una presenza fondamentale tramite sponsorizzazioni e acquisizioni di gestione statale. Un’esempio è la Wanda Group, colosso con rami internazionali in vari settori dell’intrattenimento, è da tempo diventata partner globale della FIFA. Oltre a Wanda, la federazione ha accolto sponsorizzazioni importanti anche da altre aziende cinesi, come Hisense, Mengniu e Vivo, con quest’ultima un’affare da 500 milioni di dollari. Tutto questo ha creato una forte dipendenza finanziaria della Fifa dal denaro cinese, permettendo al Paese Rosso di esercitare grandi pressioni nelle decisioni federali.
A livello organizzativo, la Cina ha dato le sue aziende per la creazione di nuove competizioni, come la China Cup (sponsored by Wanda Group), sostenuta dalla federazione internazionale, e di competizioni importanti già esistenti, come la Coppa del Mondo per Club (sponsored by Alibaba Cloud). Così facendo, la Cina si è creata un proprio Status di “Nazione leader” in Fifa.
A livello istituzionale, come già scritto prima, il Paese asiatico ha sviluppato un vero e proprio piano di sviluppo per il calcio cinese, scritto nel “Programma generale per la riforma e lo sviluppo del calcio cinese”, voluto dal leader Xi Jinping. 

Per concludere, la Cina ha una grossa responsabilità nel calcio globale, nonché artefice – come disse Simon Chadwick, docente di Sport Enterprise alla Salford University e cofondatore del China Soccer Observatory dell’Università di Nottingham – del cambiamento fondamentale dello status quo. 

 

Fonte: nssmag.it / agi.it

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