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Pop&Sport – Le sanzioni del calcio alla Russia

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nssmag.com

 

 

Il mondo (o quasi) si appresta ad andare contro la Russia: la Nato lo fa tramite le sanzioni finanziarie, il popolo di tutto l’occidente con le manifestazioni in piazza e anche il calcio lo fa a modo suo. Il primo a fare un passo significativo è stato il club tedesco Shalke 04 che ha deciso di togliere il suo main sponsor Gazprom dalle sue maglie. La decisione del club tedesco ha generato poi un effetto domino che ha coinvolto quasi tutte le squadre europee sponsorizzate da aziende di stato russe. Chi, invece, è andato contro corrente è stata la Stella Rossa di Belgrado, legata all’azienda energetica russa dal 2010, che ha deciso di mantenerlo.

Subito dopo la mossa dello Schalke 04, anche la UEFA ha mosso i primi passi decidendo, spinta anche dalla pressione dell’opinione pubblica, di cambiare la sede della finale di Champions League, in programma alla Gazprom Arena di San Pietroburgo, per spostarla poi al Parc des Princes di Parigi. Si può dire una sanzione a metà, visto che la società energetica russa continuava ad essere però principale partner della competizione dei campioni. Tutti i legami tra le due parti si sono rotti solo nella giornata di oggi, quando la UEFA ha annunciato la rottura definitiva con la società russa, prendendone così le distanze. 

Si sono fatte sentire anche le stringenti manovre finanziarie legate alle banche russe e gli oligarchi. Il Chelsea, noi giorni scorsi, ha rilasciato infatti un comunicato nel quale Roman Abramovich ha comunicato di “voler” lasciare la presidenza del Chelsea, restando per ora proprietario del club inglese. Abramovich, amico stretto di Putin, è da tempo bandito di fatto dal territorio britannico e la sua posizione è seguita dal Ministero dell’Interno inglese attraverso il direttorio per la sicurezza e l’anti-terrorismo. La guerra in Ucraina, inoltre, non ha fatto che inasprire ulteriormente le contraddizioni attorno alla sua presidenza del club londinese e potrebbe essere il preludio ad una vendita.

Anche il Manchester United di Cristiano Ronaldo ha fatto la propria mossa contro la Russia, interrompendo la sponsorship con Aeroflot, la compagnia aerea di bandiera russa, che fino ad oggi ornava la manica del kit di gioco dei Red Devils.

Infine, le sanzioni più pesanti le ha inflitte la FIFA, che nella giornata di ieri aveva condannato l’uso della forza da parte della Russia in Ucraina. La FIFA aveva chiesto “l’urgente ripristino della pace e l’avvio immediato di un dialogo costruttivo. La FIFA rimane in stretto contatto con la Federcalcio ucraina e con i membri della comunità calcistica ucraina che hanno chiesto supporto per lasciare il Paese fintanto che l’attuale conflitto persiste”. Oltre a questo, l’organo supremo del calcio mondiale aveva deciso che, in vista delle prossime partite, la nazionale russa avrebbe dovuto giocare sotto il nome “Football Union of Russia (RFU)”,  senza l’esposizione della propria bandiera, senza pubblico e senza inno nazionale. Una decisione che non ha completamente convinto l’opinione pubblica, che richiedeva l’esclusione della Russia dalle competizioni di calcio mondiali. Detto fatto, il massimo organo del calcio ha deciso di non far giocare la nazionale russa la sfida del 24 marzo contro la Polonia, escludendola così dal mondiale. Scelta seguita poi anche dalla UEFA, che ha sospeso i club russi da tutte le competizioni. 

Tutto il mondo si muove, unito, contro la Russia.

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